20161007

#1367/1368/1369

Non aveva ancora superato la soglia dei quarata ed era la prima volta che lo separavano da qualcosa a cui Dio, o chi per Lui, l'aveva unito, la prima volta che una cosa fatta per stare dentro al corpo (sebbene con un inemendabile difetto di progettazione) veniva portata fuori dal corpo.

Rimandava l'estrazione dall'adolescenza, da quando, invece di farsi togliere quel dente del giudizio che non sarebbe mai venuto fuori, aveva silenziosamente scelto di non scegliere, ovvero aveva deciso che una certa dose di pericolosissima codardia – e di dannosissima perché malriposta paura – sarebbero state un segno costitutivo del suo modo di vivere.

Era diventato grande ancora una volta, senza per questo diventare più vecchio. Come quando la sua ragazza si era presentata in gonna per quella gita domenicale, come quando con l'auto aveva attraversato quel passaggio tra i due muretti sul ponte, come quando la responsabile dei corsi l'aveva chiamato per dirgli che aveva superato l'esame col massimo dei voti, come quando allo scoccare dei suoi trent'anni si era licenziato dal suo primo lavoro importante e aveva firmato per il successivo. Sono indelebili, i momenti in cui si capisce che c'è ancora tempo per crescere.

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