20091208

#66

Man mano che il tempo passa e l'età avanza è sempre più difficile metabolizzare i ritorni. Alcuni penso di non averli mai digeriti.

20091023

#65

It's not that I don't need to see you,
it's just that I need not to see you.

20090926

#64

Registro le variazioni di temperatura dal diametro delle mie dita. Gli anelli non si sfilano, siamo in estate, devo spogliarmi per smettere di sudare; gli anelli cadono, l'inverno è tornato, devo coprirmi per non morire di freddo.

20090925

#63

Ogni volta che il modem s'impalla e l'invio richiede più tempo del previsto, è la vita che ci concede una seconda occasione. Il segreto sta nell'essere abbastanza coglioni da fregarsene.

20090630

#62

Come saremmo cresciuti se avessimo avuto un posto come questo?
Se i nostri amici fosseri stati questi bambini, bambini così biondi da sembrare calvi, splendide bambine che a diciassette anni sono ancora piccole e a diciotto già adulte?
Se i nostri genitori fossero stati questi uomini indipendenti e cordiali, queste donne forti e rilassate, ed entrambi ci avessero dato ascolto come se fossimo stati effettivamente parte della famiglia?
Se la domenica ci avessero portato a vedere foche e balene allo stato brado?
Se avessimo potuto viaggiare in pochi chilometri tra il Canada e il Sudafrica, tra le Alpi svizzere e la provincia americana, tra la Terra del fuoco e la Nuova Zelanda?
Se avessimo avuto tutto questo niente di niente a nostra disposizione, trecento e passa metri quadri a testa di sabbia lavica e rocce muschiose, ghiacciai perenni e interminabili deserti, e in mezzo un'unica statale (a tratti dissestata)?
Se avessimo imparato a guidare su enormi Ford 4x4 o su vaste Thunderbird rimesse a nuovo?
Se la cosa più pericolosa che ci sarebbe potuta accadere su una strada fossero state le pecore che attraversano?
Se i nostri bellissimi maglioni fatti a mano ci avessero resi tutti simili?
Se avessimo potuto diventare qualsiasi cosa tranne ciò che volevamo?

20090610

#61

In questo momento sono intrappolato in metropolitana nel corpo addormentato di questo tredicenne alto e ossuto, tuta adidas nera a strisce bianche e troppo larga per me, in testa un cappellino della protezione civile, il modellino di una balena di plastica nella mano destra, la vecchia mano ingioiellata di mia madre nella sinistra dalle sottili dita aliene. Ondeggiamo al ritmo dei freni del treno, che si ferma.

20090527

#60

Di balletto, un tempo, non capiva assolutamente nulla. Tanto per fare un esempio illuminante, era convinto che tutto avesse a che fare col sesso: a partire da quello tra i membri del corpo di ballo, passando per il sesso tra il coreografo e la prima ballerina (o il primo ballerino, ovviamente), per arrivare al sesso tra i personaggi. Qualsiasi movimento era la simulazione di un accoppiamento, qualsiasi intreccio tra corpi era la metafora di una posizione sessuale, i passi a due erano una copula tradizionale, mentre dal passo a tre fino alle coreografie di gruppo si poteva tranquillamente parlare d'orgia. Persino il più banale e funzionale dei contatti era solo l'ennesimo tentativo d'amplesso, ed aveva quindi a che fare con proposte o rifiuti sessuali.
Poi un giorno, alla Scala, vide per la prima volta un balletto di Kyliàn. Nonostante non si fosse mai trovato nella stessa stanza con un tal numero di bellissime donne a seno nudo, non fu il sesso la prima cosa che gli venne in mente. Il sipario, usato come elemento scenico, tagliava la scena in piccoli frammenti rettangolari che inquadravano ogni volta il cuore rosso dell'azione. Il fruscio dei piedi praticamente nudi sulle assi di legno del palco, intercalava il suono dell'orchestra come il rumore dei graffi su un vecchio vinile molto rovinato. I costumi erano come torce di fuoco rivolte verso il basso, e i corpi, finalmente, non gli parvero nient'altro che quel che erano, uno strumeno di dolorosa bellezza.
E' ancora convinto che la danza sia profondamente intrisa di sesso, ma almeno adesso conosce la differenza tra la masturbazione fine a se stessa, ed un meraviglioso atto di puro amore.

20090423

#59

Mentre il video scorreva, Sandro (o उत्तर प्रदेश, come tutti lo chiamavano in quel posto) commentava il documentario con la sua voce sempre almeno mezzo tono più alta del necessario.
"Quello che vedete ora è un ritratto collettivo di tutti gli abitanti di _____________ , che non avendo mai visto prima una cinepresa erano convinti che gli stessimo scattando una foto di gruppo. Come potrete notare, al centro c'è come un vuoto, un alone più chiaro in mezzo al quale c'è la donna di cui voglio parlarvi. Sarà presto facile comprendere perché si distingue così tanto dagli altri. Personalmente ammetto con tranquillità ed in completa sincerità di non aver mai conosciuto una donna più bella. Nonostante le sue umilissime condizioni - è infatti barbiere ufficiale del paese (sì, Sandro usa proprio questo termine, barbiere) - è senza dubbio la persona col carisma ed il fascino maggiore di tutta la comunità, si muove con un'eleganza impossibile da riscontrare in chiunque altro nella zona, e soprattutto è costantemente e perfettamente cosciente di tutto, non solo di ciò che le accade attorno (compreso il particolare interesse della troupe nei suoi confronti, un interesse che, malgrado l'evidente carica sensuale esercitata su di noi, non aveva secondi fini) ma, pare, anche di tutto il resto. Il soggetto si chiama _____ _______, ed ha approssimativamente cinquemila anni, è alto quattro metri e trenta (benché almeno due e mezzo non siano visibili data la sua attività pubblica), e per la quasi totalità della sua vita ha seguito le ferree regole della Via della Rosa, tra cui, per esempio, quella di evitare assolutamente la buona musica, oltre alle altre passioni terrene."

#58

Se affondo la testa nell'acqua della vasca mentre Black è nello stereo, sembra che Bonnie Prince Billy stia cantando al piano di sotto. Sarebbe bello averlo come vicino di casa. E se riesco a convincermi per un tempo ragionevolmente lungo che Bonnie Prince Billy stia cantando Black al piano di sotto, e che la mano che mi s'infila tra le cosce non sia la mia ma quella di una ragazza di cui sono innamorata, e che queste tette non siano le mie ma quelle di una ragazza che mi ama, forse potrei decidere di non suicidarmi.

20090323

#57

"Se fossi in te io resterei qui," mi dice lei. "La giornata è bellissima, i tulipani cominciano a sbocciare, la casa è accogliente, la cena è già sul fuoco, e i miei bambini hanno bisogno di un padre".

20090304

#56

No. Non è vero che il Paradiso e l'Inferno non esistono. E' solo che non tutti possono permettersi un posto nell'uno, e allora finiscono a vivere nell'altro. Una pura e semplice questione economica, niente di meno e niente di più: i più ricchi comprano villette a schiera con vista da dio, gli altri un bilocale in condominio venti piani sotto terra. Di qui l'espressione 'povero diavolo'.

20090224

#55

"Mi scusi, può indicarmi dov'è il governo?"
"In fondo a destra."

20090223

#54

Non potevo prevedere che ad un certo punto mi avrebbe esplorato il culo. E' una cosa che generalmente non succede al primo incontro, e mi ha stupito la velocità e la facilità con cui è passato dal guardarmi nelle palle degli occhi al guardarmi le palle e basta. Poi si è infilato un guanto di lattice, ha intinto il dito indice nella vaselina e prima di infilarmelo nel culo ha detto:
"Spero di non farle del male, il mio scopo non è certo quello di provocarle dolore"
Rannicchiato in stato fetale sul lettino del dottore ho sorriso:
"Spero non sia nemmeno quello di provocarmi piacere."

20090217

#53

Cercasi su più livelli abitazione, pressochè se non del tutto priva della tendenza all'accumulo di polvere, massimo tre vani purchè non vani, spazio adatto a stipare ricordi ma anche predisposto alla raccolta delle idee, pareti q.b. per appendere tutta la vecchia roba al chiodo, finestre almeno due come occhi per vederci più chiaro. Emozioni autonome o, se centralizzate, quantomeno autonomamente gestibili. Una casa affettuosa, quindi, ma non invadente, dolce ma non materna, dove sia possibile ritirarsi, sempre di più, fino magari a sparire del tutto.

20090203

#52

Le tazze sono belle da collezionare, ma quando cadono a terra hanno il difetto di andare in pezzi.
Le posate non vanno in pezzi, però sono delle armi improprie. Rispetto agli oggetti in vetro hanno di bello che sono di metallo, ma preferisco comunque i cucchiaini fra tutti, specie se rubati dai cassetti degli altri.
Il vetro m'infastidisce, è freddo, fragile e pericoloso. Fanno eccezione le belle bottiglie, ma non i tavolini.
Vado matto per le scatole, invece, di latta o legno che siano, e meglio ancora se decorate.
Amo i fiori, anche se non c'entra nulla adesso. Preferisco vederli crescere, se possibile, invece di comprarne di recisi e vederli poi appassire, marcire e morire puzzando in cucina.

20090116

#51

Il rumore dell'acqua che riempie la vasca. Il rumore delle scarpe appena tolte. Il rumore degli occhiali posati sul lavandino. Il rumore dei vestiti che cadono a terra. Il rumore del respiro davanti allo specchio. Il rumore del corpo che entra in acqua. Il rumore dell'idromassaggio che entra in azione. Il rumore del piacere che entra nel corpo. Il rumore delle orecchie sott'acqua. Il rumore dello shampoo sulla testa. Il rumore delle dita tra i capelli. Il rumore dell'acqua addosso. Il rumore dei piedi nudi sul tappetino. Il rumore di un accappatoio appena scartato. Il rumore di un fön troppo rumoroso. Il rumore di passi nella stanza 206. Il rumore del corpo sul letto. Il rumore della testa nel cuscino. Il rumore del silenzio. Il rumore del tempo che passa. Il rumore del tempo scaduto. Il rumore del telefono che squilla. Il rumore di un'aspirina che si scioglie in un bicchiere d'acqua. Il rumore di una seconda aspirina. Il rumore della finestra che si apre. Il rumore del traffico giù in strada. Il rumore dei piedi sul davanzale. Il rumore di qualcuno che grida. Il rumore di qualcosa che si rompe per sempre. Il rumore della gente che si accalca. Poi più niente, il rumore del rumore.

20090109

#50

C'è poi ovviamente la questione di tutte le linee rette, verticali e orizzontali tra loro intrecciate, imprecise, rozze, strettamente connesse con i nostri crimini, tracciate nei muri della storia con il retro dei cucchiai o con le unghie da mani malferme, da persone sofferenti o morenti, linee come macchie di sangue da cancellare o quantomeno da censurare per la sicurezza dei nostri figli, e che oggi compongono la trama e l'ordito del nostro terribile passato.