20171223

#1828

Il 'cinesino', come lo chiamavamo ormai affettuosamente, era alto più di un metro e ottanta e, sponsorizzato fino all'osso, ci precedeva di qualche passo rimettendo le racchette nella sacca.
"È 376° nell'ATP e la mamma lo fa giocare con noi?"
"Meno male."

20171222

#1827

In camera sua avevo visto quel libro battuto a macchina e rilegato artigianalmente, esattamente uguale alle decine che avevo io, e avevo capito che dovevo assolutamente scoprire se era lei ad averlo scritto.
Quando fu il momento di metterci a tavola feci in modo da sederle accanto e, senza guardarla, come se la cosa non mi riguardasse affatto o la stessi dicendo a qualcun altro, ma inequivocabilmente rivolto a lei, cominciai a chiedere: "Ti è già capitato di, il tuo lavoro è, o hai intenzione di, avresti voglia di, ti hanno proposto di, credi di essere brava a, pensi di non essere capace di, hai paura di, senti di essere nata per, sei famosa per, l'unica cosa che ti riesce bene è, nella vita non fai altro che, moriresti piuttosto di non poter, uccideresti se ti impedissero di, in questo momento preferiresti scrivere libri battuti a macchina e poi rilegati artigianalmente?"
Nel frattempo, come se avesse già capito dove volevo andare a parare, come se mi avesse già perdonato l'impudenza e mi avesse già scrutato nell'intimo, e come se fosse già d'accordo con me che quelle domande andavano fatte e che una risposta andava data, anche se di preferenza non verbalmente, aveva appoggiato la testa sulla mia spalla, e sentivo emanare da lei un'incredibile comprensione, una forma seducente e pericolosa di perfetta immedesimazione.

20171221

#1826

Ma i musicisti non si stancano di suonare da capo le stesse canzoni ogni volta che viene premuto play, esattamente uguali alla volta prima, perfettamente coincidenti alla volta successiva? A volte Victor Fujiyama fantasticava di sentire piccole variazioni, note diverse inserite abilmente tra una strofa e l'altra, la rivincita di un invisibile dio del caos contro l'era della riproducibilità tecnica.

20171218

#1825

Il tubo si trovava nella periferia ex-industriale fuori città, un semplice tubo di plastica ondulata che dall'interno del mondo veniva fuori in orizzontale proprio qui, in quest'aria dismessa, a rivelarci un segreto altrimenti indicibile, o forse solo a farci altre domande.
L'unica cosa che scoprimmo è che era in qualche modo legato a un anello che era in possesso della nostra famiglia da generazioni. La prima volta cadde inavvertitamente, e il risultato fu incredibile: distorsioni della prospettiva e del colore, come se una serie di specchi deformanti si riflettessero a vicenda o una serie di prismi rifrangessero l'uno nell'altro la luce. Poi imparammo pian piano a lanciare l'anello sempre più in fondo, fino a modificare la nostra percezione dell'aria e dello spazio, probabilmente anche del tempo.
Per quanto la cosa fosse affascinante, non era nulla a confronto di quel che sarebbe poi accaduto una volta tornati a casa quando, attraversando i corridoi illuminati in colori pastello e aprendo porte leggere come piume, l'origine di quel mistero inspiegabile sarebbe venuto a trovarci durante la notte, fin dentro le nostre camere.

20171217

#1824

Il soggetto era vestito con un completo tre pezzi in lana a quadri rossi e verdi, e le polaroid si soffermavano sui vari accessori su cui aveva costruito la sua identità di dandy, conosciuto in tutto il quartiere per il bizzarro stile di vita.
Ogni foto si soffermava su un dettaglio della sua personalità esteriore: l'orologio da taschino, la spilla del golf club, il fermacravatta d'oro, i gemelli a forma di dado, il fazzoletto con le iniziali, le piume sul cappello di tweed.
E ora non era altro che un cadavere, materia d'esame nel corso di fotografia scientifica.

20171214

#1823

La necessità di dormire meno si era palesata proprio quando ne aveva più bisogno. Quelle ore di coscienza in più erano anzi diventate il momento più produttivo della giornata.

#1822 (a J.B.)

Prima ancora di guardare e riconoscere, che a loro volta vengono prima di essere in grado di parlare, il bambino sente e ascolta. Lo fa già da prima di nascere, ed è allora che inizia a conoscere, in modo da poter poi riconoscere.

20171213

#1821

Mi abbracciò nella folla, e in mezzo a tutto quel rumore: "Non è finita," riuscì a sussurrarmi.

20171212

#1820

Galeotta fu la coda davanti al bagno, dove mi ritrovai dietro alla tipa che avevo fissato per tutta la serata.
Era assieme a un suo collega dall'aria precisina ma belloccio, ma questo non le impedì di avvicinarsi sempre più a me con piccoli sbadati movimenti retrogradi, finché non potei sentire distintamente l'odore di gomma al mentolo che proveniva dalla sua bocca. Dopo qualche vago tentativo di approccio e un paio di allusioni ben assestate, le sue labbra finirono sulle mie, morbide e umide, tanto che mi venne l'acquolina in bocca, e allora le toccai il culo, e lei mormorò qualcosa che non ricordo.
"Le mani possono vedere," risposi io.
"Le mani possono vedere," ripeté lei al suo collega, come se gli stesse spiegando qualcosa di logico che lui non aveva ancora afferrato.

20171211

#1819

Lasciò la bici attaccata a un palo sul molo e prese il battello.
Un mondo misterioso si apriva all'arrivo, dove le banchine bianche di cemento si allungavano sotto al sole della laguna come in un sogno, consistenti eppure evanescenti. Un po' di gente stava sdraiata in un pallido tentativo di tintarella, ma molti avevano ancora addosso i vestiti a causa del freddo.
I suoi vicini erano tre ragazzi dall'aria poco raccomandabile il cui capetto si aggirava zoppicando inquieto su una gamba fasciata di fresco. Malgrado la ferita, non aveva perso una certa aria minacciosa, che si stemperò solo quando lui gli chiese se si era fatto male per via dello skateboard parcheggiato poco più in là. Poco più tardi, l'apparente intesa stabilita sulla comune base degli acciacchi di guerra non gli evitò di doversi difendere con quella stessa tavola dagli attacchi dei tre sgherri.
Dopo, nel pomeriggio inoltrato e ancora lucido, salì di nuovo sul traghetto, l'unico problema ora essendo cercare di ricordarsi a che fermata doveva scendere per recuperare la bicicletta.

20171204

#1818

Posso controllarti. Posso perfino comandarti. Non basterà essere il mostro più orribile che mi sia mai venuto a visitare in sogno: sono io che ti ho creato all'oscuro della mia ragione, che però, a differenza di me, è ancora sveglia. Posso fingere di volerti baciare, e poi mangiarti la testa come il cannibale che tu stesso pretendi di essere.

#1817

Quella sera, allo spettacolo di Esmeralda, io e mia moglie ci guardammo negli occhi come non facevamo da mesi, e la cosa ci sembrò d'un tratto evidente: eravamo entrambi innamorati di lei.
Come avevamo fatto a non capirlo prima? Io scrivevo le sue canzoni con un trasporto che nella giungla dello show business era una assoluta anomalia, e Mira le cuciva addosso costumi che tradivano uno studio del corpo che andava ben oltre la dedizione professionale.
Nell'ultimo anno Esmeralda era diventata il vero centro del nostro molto altrimenti molto noioso, il punto di equilibrio di qualcosa destinato altrimenti a crollare. Amica, confidente, musa... Tranne che la nostra amante, Esmeralda era tutto per noi.
Ora non ci restava che capire quanto rumore avrebbe fatto la nostra vita quando sarebbe andata in pezzi.

20171130

#1816

E di nuovo, in lontananza, un rumore inspiegabile, grave, fisico e continuo, il rombo di un mezzo d'assalto alla quiete privata pronto a partire in ogni momento, il respiro ininterrotto della bestia affamata che vive al di là dell'orizzonte.
E qui, al sicuro delle mura domestiche, mi chiedo se sia più sensato aspettarla o andarle incontro.

20171129

#1815

Ricordati di respirare

20171128

#1814

Bloccato nel mio corpo sul letto per ore, subisco le fantastiche allucinazioni visive e uditive che provengono dalle altre stanze della casa: acqua che scorre dai rubinetti del bagno, armadi che si aprono e si chiudono in sala, perfino una donna che, mentre ne sento le forme del corpo accanto a me sotto le coperte, entra in camera e mi porta un telefono su cui sto ricevendo una telefonata e al quale continueranno ad arrivare messaggi illeggibili per il resto della mattinata.
È buio, è presto, e duro molto a sbloccare questo stato e a uscire dalla trance. Per quanto grigio, il giorno è più accogliente di questo terrificante limbo.

20171127

#1813

Senza più preoccuparsi che la data fosse memorabile, senza pretendere che l'orario avesse qualcosa di significativo, senza soffermarsi sui dettagli fatalistici che avevano complicato tutta la sua vita fino ad allora, così, smettendola di pensarci due volte, prese la sua decisione, e così, senza segni particolari, la rese irrevocabile.

20171125

#1812

All'improvviso il sipario venne giù e il palcoscenico crollò, rivelando la desolazione del paesaggio circostante: un avvallamento desertico che collassava a vista d'occhio, creando una concavità sabbiosa da cui emergevano di tanto in tanto picchi rocciosi acuti e taglienti.
Mio padre fu il primo ad abbandonare il teatro calandosi dalla platea in quel mondo nuovo. Poi fu la volta di Caleb, che si lasciò cadere sulla superficie gialla alzando una nuvola di sabbia. Per quando fummo a casa la depressione era stata già quasi completamente riempita dalle acque del mare, facendo a tutti gli effetti della nostra città un'isola. Solo le costruzioni più alte, le colline del parco e le sopraelevate erano ancora interamente sopra il pelo dell'acqua.
Una donna della protezione civile—ricordo che parlava francese e aveva la bandiera del Canada cucita sulla giubba—venne ad avvisarci che i soccorsi erano già all'opera e che dovevamo preparare le nostre cose, lo stretto necessario. Papà aveva la faccia della circostanza, ma appena la donna fu uscita cominciò a ridere di gioia e, tutto eccitato, andrò a prendere il kayak e si mise subito in acqua.
Dalle finestre di casa potevo vedere la gente accalcarsi in auto sulle ultime strade rimaste cercando di raggiungere il porto, dove un traghetto aspettava il peso di tutta quella responsabilità. Intanto, grazie alla sua posizione preminente, la piazza del mercato era stata trasformata in un punto di raccolta dove i soccorritori, tutti canadesi, organizzavano l'evacuazione di chi era a piedi.
Quando salii a casa del nonno c'era già gente che si aggirava nelle stanze, persone conosciute, sempre presenti quando le cose andavano male. Cercavo il libro di poesie che mia sorella amava tanto, solo per rendermi poi conto che era troppo grande per non essere d'impaccio.
Era evidente che l'unico oggetto che mi sarebbe tornato davvero utile e al contempo facile da portarsi dietro era il mio coltellino svizzero. Ma dov'era?

20171122

#1811

E così abbiamo fatto il giro completo: dall'epoca delle diapositive inflitte a parenti e amici dopo le vacanze eccosi arrivati a quella dei resoconti spediti a domicilio, direttamente sul nostro smartphone.
Il concetto di base essendo sempre lo stesso: la mia vita è meglio della tua, subiscila.
Certo, ora come allora nessuno ci obbliga a questo martirio ma, oggi esattamente come nel passato, ci sono imposizioni sociali a cui è difficile—se non in qualche caso impossibile—sottrarsi.

#1810

Fuori, oltre la balaustra, oltre il giardino, oltre perfino i palazzi illuminati dal dolce e inconsueto sole di novembre, si udirono dei suoni altissimi e lontani, simili a richiami di creature preistoriche.
Qual era il motivo di questa allucinazione? Forse la nota Serenata di Braga, nelle parole così evocative—e dall'esito così terribile—di Chechov?
Restai allora in attesa di quel che doveva venire, dell'arrivo di quella cosa, qualunque fosse, che stava muovendo verso di me oltre l'orizzonte.

20171121

#1809

È ingiusto vedere la questione del comunismo come quella di un'ideologia che ha tentato di sostituire una fede.
Certo, a un certo punto ha assunto le caratteristiche di un culto, ma la fede non ha nulla a che vedere cin questo: infatti non c'è vera fede se non in assenza del suo oggetto, mentre il comunismo fu, almeno a un certo punto, qualcosa di tangibile, i cui profeti e messia agivano nella storia, e sulla cui esistenza nessun testo, per quanto revisionista, potrà porre alcun dubbio.
Tutt'al più le similitudini col cristianesimo stanno nel rimandare la gloria eterna a un futuro certo quanto lontano, la Rossa Primavera essendo il Paradiso—però in terra, quindi ancora tangibile—dei comunisti.
Si dovrebbe dunque parlare, piuttosto, di un'ideologia che ha tentato di—ed è riuscita a—sostituire un'altra ideologia, perché questo e non altro è stato ed è il cristianesimo.

20171120

#1808

Era stata la puntata più commovente e più seguita (ma questo non lo sapevamo ancora) dello show—quella in cui Marcia si toglie per la prima volta la parrucca, e tutti le dicono che sta meglio così etc—e quando il segnale di messa in onda si spense ci trovavamo tutti nella stessa stanza—quella della reperibilità, in cui si sviluppava la parte più intimista del plot—e tutti, sia noi attori che i tecnici per non parlare del pubblico, eravamo ancora in perfetto silenzio. Allora io accennai a un timido applauso un po' sentimentale, e quando anche gli spettatori cominciarono ad applaudire sembrò che l'incantesimo fosse stato finalmente sciolto, e tutti cominciarono a rilassarsi, a sorridere, a battersi le mani a vicenda. Paul e Lydia si guardarono ridendo e imitando due che limonano duro, e a quel punto tutti stavamo ormai ridendo e abbracciandoci tra noi. Mike scese dalla regia e prese a stringere la mano a tutti, cosa che non era affatto nel suo stile.
"Fantastico," continuava a ripetere, "semplicemente fantastico."
Poi andò a cercare Andy, che era il responsabile delle battute di Marcia, ma che intanto si occupava anche del catering.
Il copione originale prevedeva che Marcia cambiasse la sua parrucca viola—che aveva portato per tutta la prima stagione e buona parte della seconda—con una più realistica, biondo cenere, per la quale aveva risparmiato soldi in tutte le puntate precedenti, ma Andy aveva proposto che per via dei complimenti di tutti alla fine lei decidesse di tenere i capelli, caduti a causa della chemio, diciamo al naturale.
"Geniale," gli urlò Mike cercando di abbracciarlo da sopra al bancone, "semplicemente geniale! Tu di professione sei dentista, giusto? Ma hai talento per questo mestiere. Hai ritmo, io lo sento..." e intanto lo inseguiva per il teatro." Lo sai che suono la batteria?" chiese poi usando la parola drum come verbo prima di sparire dalla porta che dava sul parcheggio.

20171118

#1808

È un progetto fotografico sul lavoro svolto da un'agenzia di pompe funebri nel profondo nord dell'Europa durante l'inverno polare.
Si focalizza sulle difficoltà logistiche, scontate ma comunque poco raccontate, che questi uomini e queste donne, prede degli agenti atmosferici, devono affrontare per portare a termine le loro giornate.
L'ho intitolato “Trapassi nella neve”.

20171115

#1807

La sede era uno di quei vecchi palazzi nobiliari del medioevo un po' decaduti ma ancora imponenti, tipici del sud Italia, chiari e netti nella luce del mattino.
Provai ogni porta e finestra ma niente, ormai il convegno era iniziato e non m'era più dato d'entrarvi.
Miglior fortuna ebbi con il portoncino del cortile, dove le bancarelle dei cibi cotti si preparavano a ricevere i convenuti: il piatto forte sarebbe stata la polenta, che ogni banchetto declinava poi a suo modo, tradizionale o creativo che fosse, e già qualche oste cominciava a guardare l'orologio della torre per calcolare il tempo di cottura in base a quello della relazione che si andava intanto esponendo nella sala principale.
In uno stanzino che s'apriva sulla corte incontrai al fine i miei vecchi amici di strada, anche loro indaffarati nei preparativi per la festa che sarebbe seguita. E siccome per causa di un banale malanno d'uno della compagnia s'era reso vacante un posto da clown silenzioso, mi diedero quattro cenci colorati e, parrucca arancione e naso rosso, mi unii anch'io allo spettacolo, così da guadagnarmi ad ogni modo anche oggi il proverbiale tozzo di pane.

20171113

#1806

Si affaccia dalla terrazza sulla città piatta e poco illuminata.
"L'Austria è il paese ideale per una guerra."

20171109

#1805

Per esempio, ogni volta che le capitava di ascoltare un bravo di musica lirica, a un certo punto con voce acuta e piena cominciava invariabilmente a cantare "Triiiiiiiiiiiiistaaaaan".

#1804

I miei si sono impossessati del balcone che fu un tempo esclusiva proprietà dei miei pomeriggi solitari, e hanno eretto una prigione vegetale: altissimi cactus solidi e diritti come sbarre di una gabbia quasi raggiungono il soffitto impedendo alla luce, un tempo così preziosa, di toccare il condannato.
Eppure è così bello starsene qui, a vedere il giorno filtrare tra le piante fino al tramonto.

20171108

#1803

Avendo perso la fermata a causa della mia abitudine di leggere in pullman, mi ritrovai al capolinea.
Fu lì che conobbi Mario: di mezza età, con  un principio di pancetta ma ancora muscoloso, capelli di un nero irreale e catenazza d'oro sul petto peloso, al comando della sua 127 verde pisello si offriva di riportare le persone in città da quella piazza spersa nella controra provinciale. Non sapevo ancora cosa mi aspettava.
Salimmo in cinque, e mi ritrovai sul sedile posteriore stretto tra due sciure imbacuccate, coperto anch'io come loro dal mio fedele plaid, mentre Mario teneva il finestrino abbassato e sfoggiava una polo aperta sul largo collo.
Fare un giro con Mario voleva dire arrivare a destinazione solo dopo una lunga digressione nell'ignoto. L'ignoto e la nostra campagna, e la nostra periferia, piene di segreti sparsi al sole; pievi in mezzo al nulla, treni carichi di oggetti non identificabili, campanili nella lontananza di fabbriche abbandonate... Improvvisamente tornare a casa non sembrava non solo l'unica opzione possibile, ma nemmeno la migliore.

20171107

#1802

Non sono nemmeno le nove e mezzo e ho già bevuto un tè e due caffè.
L'uomo al bancone accanto a me ordina un corretto, e uno dei poliziotti dietro di noi parla all'altro di quello che definisce "il mio attivismo".
Il bagno è al piano di sopra, dopo due rampe di scale in legno dalle balaustre in ferro battuto e smaltato, come in un transatlantico del secolo passato. È un bagno piccolo e sporco, e manca la carta igienica. Ci sono poche cose che odio quanto un cesso pubblico senza carta igienica. Un cesso in queste condizioni equivale a non avere un cesso.
Mentre ridiscendo le scale indosso la maschera della Morte, e avanzo poi in mezzo agli astanti per mostrargli il loro destino del giorno: non hanno ancora capito di essere già tutti all'altro mondo.

20171106

#1801

Sua madre pensava che fossi frocio solo perché leggevo Stephen King e non avevo ancora convinto Erica ad avere un figlio.
Ma non mi aveva mai visto, la mattina, quando nella mia Mini Minor ingaggiavo battaglia con le altre auto che dovevano uscire dai garage e, una copia di IT accanto alla leva del cambio, ne superavo un paio in curva prima della lunga salita finale.

20171103

#1800

Una zanzara a fine ottobre?!
Ridotto all'isteria per colpa della maledetta bestiaccia notturna fuori stagione, si coprì la testa col cuscino, solo per scoprire che il ronzio era ormai dentro la sua testa, che il mostro malvagio poteva ormai colpirlo anche dall'interno.

20171102

#1799

Chiunque, a meno che non sia un parente accecato dall'orgoglio o un amico che non si comporta da vero amico, sarà pronto a confermarti che la tua non è arte, e che dovresti metterla da parte.

20171031

#1798

La mattina aveva conosciuto Lee Friedlander, la sera l'aveva passata a stirarsi le camicie.
Così è la vita, pensò Anton Zara.

20171030

#1797 (to L.F.)

"Part of my dreams have come true."
"Don't be so sure, don't be so sure..."

20171027

#1796

E se Greta non fosse il nome di una donna, come da ragazzino pensavo di aver visto inciso sul muro accanto al mio letto d'affanno, ma il fiume di cui leggo solo ora, anni e anni dopo?
Se il destino non fosse quello che credevo scritto sulla superficie della parete, ma una serie di coordinate rintracciabili solo nel disegno di una mappa?

20171025

#1795

Parlavamo di lui, ricordi?
Gli avevi anche già dato un nome, battesimo senza chiesa, ed eravamo già sposati, matrimonio senza Dio, nel nostro letto, prima che la tempesta si abbattesse sulla tua nuca e che tu, muscoli irrigiditi contro il vento, diventassi una pietra impossibile da scalfire.
Su quella pietra costruiremo la nostra stabilità, che durerà anche se la pietra comincerà a rotolare e dimora fissa più non avrà.

#1794

Eccoci ancora qui, come mille anni fa in un'altra città, a contenderci gelosi l'attenzione dei nostri vecchi, bambini ritrovati.

20171022

#1793

Era ancora possibile, dunque, commuoversi per un replicante?
La morte—non il ritiro, perché di morte si trattava—era ancora qualcosa che mi colpiva a tal punto? Era forse dalla consapevolezza dei loro sentimenti, del resto, chiari e distinti in punto di morte, che derivava un'altra consapevolezza: quella che fossero capaci, e dunque degni, d'amore?

20171021

#1792

Hanno prodotto un figlio che dalla vita vuole di più della versione standard, più di un posto fisso, una casa, un'auto, una moglie, dei figli e vacanze al mare con la famiglia, e ora fanno fatica ad averci a che fare, a volte non lo capiscono, in qualche caso perfino ne sorridono, come se sapessero qualcosa che lui non arriverà mai a comprendere.

20171020

#1791

Paese che vai, paese che torni

20171019

#1790

Wishing your parents' death
is not a pleasant thing to do
but it happens, sometimes,
and will happen to you, too.

20171018

#1789

Questa storia che qualcuno possa usare come suoneria del telefono la stessa melodia che io uso come sveglia mi disorienta e destabilizza. Che ora è? Sono in metro o ancora a casa? C'è qualcuno che dorme tra i sedili di questa carrozza?

20171017

#1788

E la cassa della sua chitarra era ricoperta di un tessuto jeans. Una versione low profile di quella di Buddy Holly.

20171016

#1787

Imboccare la minuscola testa calva, vagamente cianotica, è sempre difficile.
Convincerla a vomitare praticamente impossibile.
Salvo esagerare e, il dito infilato in fondo alla lingua, rischiare di soffocarla.

20171014

#1786

Nei sogni non ho peso e non soffro di vertigini.
Me ne rendo conto ogni volta che, dovendo fuggire dalla solita forza malefica che dal mio appartamento mi insegue invisibile e silenziosa, esco sul balcone e da lì mi calo giù dai piani alti appendendomi alle ringhiere e lasciandomi cadere dai fili del bucato per poi rientrare da una finestra aperta nell'appartamento di sotto.
Uscendo dalla porta d'entrata sul pianerottolo e facendo le scale, finisco di solito nelle cantine, da dove sbuco nel cortile attraversato il quale, e superando vari muretti, mi ritrovo infine nell'edificio accanto, svegliandomi sempre appena prima di essere raggiunto.

20171013

#1785

Il film parla di una mosca che nasce e cresce in una mela, ma la cui storia—imprevedibilmente lunga—s'intreccia e interferisce in modo divertente con la nostra.
In una scena, per esempio, infastidisce il pilota dell'Air Force One americano... È una specie di Forrest Gump in versione insetto.
Alla fine, grazie alla sua capacità di visione che le permette una percezione estremamente rallentata della realtà circostante—ma anche a una non meglio spiegata facoltà di premonizione e, forse, di viaggio temporale—riesce a salvare la vita di una famiglia in vacanza a bordo della loro auto, collegando il futuro incidente su un ponte lungo una strada secondaria col percorso di un camion sull'autostrada visto all'inizio del film.

20171012

#1784

Quando decisi affacciarmi dalla balconata della sala di controllo, la copertura dell'intero progetto saltò, e il professore si rivelò per quello che era davvero: si scompose allora in più piani verticali, sezioni sottili di se stesso che mi circondarono in un cerchio vorticante mentre la realtà sensibile che ci aveva accolti fino a un istante prima svanì in un grigio indistinto.
Le braccia di quello che era stato il direttore del programma di ricerca si trasformarono in lame taglienti, e prima di venire colpito io stesso riuscii a vedere il sangue dei miei colleghi schizzare fuori dai tagli orizzontali che fendevano il nulla nebuloso in cui erano rimasti avvolti scomparendo alla vista.
La mia ferita era profonda, e potei sentire la risata famelica del professore arrivare da qualche parte in mezzo a quella scena irrazionale, la base di una struttura metallica a forma di colonna rotante, il centro di tutta quella illusione.
Strisciai allora sotto al perno attorno a cui tutto girava e lo abbracciai con forza, come fosse un bambino che aveva bisogno di essere consolato dopo essere stato sgridato. E quando dopo lo sforzo inumano aprii gli occhi, mi ritrovai abbarbicato a un semplice ventilatore, le pale di plastica che rallentavano la loro corsa fino a fermarsi in un flebile sussulto d'aria.

20171011

#1783

Una biondina niente male con un abito di lana molto aderente avanza sul marciapiedi, le tette ballonzolanti in assenza di reggiseno ma non di gravità, le mutandine in rilievo sotto il tessuto rivelatore, la tessera dei mezzi pubblici portata a tracolla come unico ornamento.
Tre operai la seguono increduli da presso, parlando tra loro esaltati in una lingua che sulle prime non mi sembra nota, poi uno dice a un altro "che ridere mi hai fatto!"
All'edicola vendono la gabbia toracica 1:1 dello scheletro di un bambino, da montare col resto dei pezzi a puntate.
Un ubriaco parla tra sé ad alta voce in un idioma slavo e beve birra in lattina sui gradini dell'ospedale, lo fisso mentre gli passo accanto ma non sembra accorgersi di me, poi, quando mi volto a guardarlo, incrociamo per un attimo gli occhi.
Passa un ragazzo in bicicletta, tira su il muco nella gola rumorosamente, e lo sento poi sputare a terra qualche metro più in là.
Una ragazza aspetta la metro digitando sul suo smartphone e sembra molto bella, ma quando il treno arriva resta seduta senza nemmeno alzare lo sguardo.
Così è questa mattina in città.
E le mie dita sono come al solito imbrattate di inchiostro.

20171009

#1782

Pensare a John Cale mentre Nick Drake canta Northern Sky e scoprire in quel momento che i due hanno suonato assieme proprio in quell'album, proprio in quel pezzo.
Guardare un documentario su Lunch atop a Skyscraper (di, forse, Charles Ebbets) e ritrovarsi ad ascoltare Bob Dylan che canta I Pity the Poor Immigrant.
Sono certo coincidenze incredibili. Ma cosa fare quando Brian Turner scrive degli artificieri che corrono al British Museum per il sospetto di una bomba mentre sul sedile della metropolitana proprio qui accanto uno zainetto bello gonfio di chissà che cosa se ne sta incustodito e solitario in mezzo all'indifferenza generale?

20171003

#1781

Mangiare sgombro grigliato con le bacchette è un po' come affrontare il problema dal punto di vista di un uccello, le punte di legno come quelle di un becco che affonda nella pelle abbrustolita e nella carne scura alla ricerca del miglior modo per fare tutto a pezzi senza perderne nemmeno uno.

20171002

#1780

Di tutte le cose contenute nel capannone che avevamo requisito (ovvero l'unica struttura rimasta in piedi dopo che i nostri Apache erano passati a bombardare l'area per spianarci la strada), Boyd si attaccò morbosamente a uno pneumatico da corsa, uguale a quello che avrebbe voluto per la Ford Mustang che aveva lasciato a casa in un garage a nord di San Francisco. Lo abbracciava e ci versava sopra calde lacrime, implorandomi di poterlo tenere.
"Per quel che me ne importa," gli dissi "ma credo che sia forato."

20171001

#1779 (Elegia di Amsterdam)

Ho visto persone senza casco in motorino. Adulti, intendo. Senza casco. Sulla pista ciclabile.
Si insinuano a meno di 25 all'ora nel traffico di biciclette che qui ha la sua espressione più fluida e diversificata. L'olandese è l'anello di congiunzione tra l'attuale stadio di compimento dell'essere umano e un nuovo livello, dove il bipede diventa biciclide. O altrimenti è un essere mitologico, metà uomo e metà bicicletta.
La metà uomo è spesso una donna, bella, bionda e con gli occhi azzurro fluo, le gambe fortificate dell'esercizio fisico e tese in perfetto equilibrio con la quantità sovrumana di burro quotidianamente assunta, non è chiaro se nasce prima l'uovo o la gallina.
Ho visto le ore passare in attesa di un coffe-to-go, per non dire di una birra, la macchina organizzativa che ha fatto di questo popolo il congegno coloniale perfetto incepparsi nell'inesperienza di una nuova generazione di commercianti, hipster in camicia Arizona 2000, fermaglio texano al colletto, jeans chiari e stretti e stivali più lunghi del necessario, lo sguardo intontito sotto le sopracciglia troppo folte e l'apparecchio ai denti. O la maglietta a righe da marinaretta fuorimoda e i pantaloni a zampa da pronipote dei fiori.
Ho visto tassisti di ogni provenienza, tutti nati qui ma con le radici sprofondate in qualche cultura molto lontana, esotica ma non troppo, a portata di frusta. La stessa auto, ibrida, scura e col tettuccio trasparente sotto al cielo non sempre clemente.
Ho visto il tempo cambiare repentinamente, ed è dir niente.
Ho visto gente in t-shirt mentre l'umidità saliva dai prati al tramonto del sole, bambini attraversare la strada da soli, giocare a cricket, andare immancabilmente in bicicletta, spesso da soli, niente genitori in vista, non solo nei parchi.
Ho visto conigli venire fuori dalla notte, gli occhi pacifici un lampo improvvisamente pazzoide sotto al flash del mio smartphone incredulo.
Ho visto anatre zampettare impunemente tra le gambe dei tavoli di un ristorante, le gambe degli avventori incrociate al loro posto senza stupore.
Ho visto qualcosa che definirei un cormorano lanciarsi color cenere in una bassa planata sul canale nel buio che vige accanto ai ponti tra un lampione e l'altro.
Ho visto le piante crescere dove non dovrebbero, le case salire dove non potrebbero, le scale incunearsi tra colonne di mattoni di Delft e avventurarsi con sicurezza nordeuropea su per un'architettura contemporaneamente razionalista e ragionevole, a suo modo gotica, come la storia giustifica, ma in modo misteriosamente poco cupo, nonostante la supremazia della materia sulla preservazione del vuoto.
Ho visto strade trasformarsi in crocevia di vita, concedersi ad incontri casuali tra persone divise da molto meno di sei gradi di separazione, le coincidenze accumularsi sotto ai numeri civici e sui gradini all'esterno delle vetrine.
Ho visto vetrine esporre donne molto esposte, in tutti i sensi e al solo senso della vista, persa nell'offerta e offesa di riflesso, e luci rosse emanare bagliori poco equivoci su corpi fantastici che si muovono in cerchi poco fantasiosi e lasciano poco alla fantasia e molto da pensare a una ragione che si professa critica e poco pura e che lotta ogni giorno con la morale, con l'etica di una maturità forse troppo occidentale.
Ho visto persone vestite di rosso darsi da fare immobili come aiuto nel presunto bisogno alcolico, nella presunta caduta psicotropa, ma anche derise dagli stessi elementi destabilizzanti che cercavano di stabilizzare.
Ho visto poliziotti molto calmi in situazioni apparentemente poco calme, apparire in coppia e passeggiare come amici in linea retta sul discrimine tra normalità ed eccezionalità, tra sicurezza e pericolo, sapendone chiaramente più di me, valutando la situazione, apparentemente giudicandola di effettiva calma.
Ho visto la concreta possibilità di un mondo senza moneta contante.

20170930

#1778

Ero in svergognato ritardo.
Tutti gli altri preti erano accalcati attorno alla porta della canonica, dove il Vescovo stava tenendo un non si sa quanto improvvisato discorso. Nelle ultime file si ridacchiava, qualcuno imitava la voce del prelato facendo con lo stesso tono monocorde l'elenco degli articoli per corrispondenza e relativi prezzi disponibili nel catalogo che ci veniva spedito ogni mese dai grandi magazzini che tutti sapevano appartenere al Vescovo stesso.

20170929

#1777

Quando arrivammo e scendemmo dall'auto, la bambina era già lì che ci aspettava nel grande spiazzo fangoso, e stava elencando le numerose attrattive della zona—malgrado non ce ne fosse nemmeno una in vista—con la sicurezza e la proprietà di linguaggio di una guida turistica.

20170928

#1776

Mi sveglia toccandomi una spalla senza chiamarmi per nome.
Quando apro gli occhi vedo che sta guardano sopra la mia spalla, fissando stupita e preoccupata—rapita, direi—la luce blu intermittente che proviene da qualche spazio oscuro in fondo alla stanza.

20170927

#1775

Non mi ero nemmeno accorto che stesse facendo il suo jogging mattutino che me la ritrovai faccia a terra ai piedi della discesa dove mi ero da poco trasferito coi miei genitori.
Avvicinandomi notai per prima cosa che aveva perso il reggiseno, e per capire come stava le poggiai il palmo della mano sulla schiena nuda proprio nel punto in cui doveva essersi trovato l'aggancio fino a un attimo prima.
Era cosciente, ma continuava a non muoversi.
"È la cosa peggiore che mi sia mai capitata," stava dicendo a bassa voce tra le lacrime.
Poi ci raggiunsero anche le sue amiche, tutte ragazzine tra i quindici e i sedici, e iniziarono a sfotterla mentre s'inginocchiavano attorno a noi.
Quando cominciò a riprendersi e provò ad alzarsi, non potei fare a meno di vedere quanto fosse bello il suo seno, già ben sviluppato e con larghi capezzoli rosa pallido un po' in rilievo. Allora prese a ridere anche lei, e a sfottere di rimando.
La preoccupazione principale della banda sembrava essere quella di trovare un bel costume per la sera, dato che "non possiamo certo presentarci in questo modo", e giù altre risate mentre tutte si aprivano e chiudevano velocemente le camiciole mostrando bagliori si seni adolescenziali e capezzoli eretti a totale beneficio del pezzo di idiota in paradiso che mi sentivo.

20170920

#1774

Dopo averlo preso sotto braccio, ci incamminammo verso le scale del grande edificio istituzionale.
"È una cosa che pochi insegnanti si premurano di spiegare, e che anzi troppo spesso censurano volutamente, ma parecchi di questi ricchi signorotti del passato remoto, per non dire nobili e regnanti che hanno fatto ognuno a suo modo la storia, amavano intrattenersi con sudditi dello stesso sesso, specie se poco più che bambini. E del resto se leggi con attenzione le date, diciamo tra le righe, ti renderai facilmente conto che al momento del matrimonio la maggior parte delle neo-regine non erano nemmeno adolescenti."

20170919

#1773

Lo incontrai la prima volta in un parcheggio. Aveva lasciato una delle sue famigerate poesie, scritta su un pannello di cartone in uno stampatello molto elegante, sul lunotto posteriore della mia auto.
Nonostante me ne avessero tutti parlato come uno sciroccato bislacco e pretenzioso a me sembrò sostanzialmente un tipo a posto.
I versi erano composti in prima persona da un alieno in visita sul pianeta terra, ed erano un ironico e divertente elenco di assurdità assortite, numeri iperbolici e neologismi composti, strutturati in voli pindarici tra pianeti e costellazioni, chimica e fisica, tematiche spaziali e argomenti molto più terreni.
Un verso recitava "[...] i miei simili, intelligenti come padri in attesa delle loro figlie di fronte alla scuola, molto fieri, no, fieri è sbagliato".
E lui era lì a fissarmi... fiero, avrei detto, se non avessi avuto timore di sbagliare.

20170918

#1772

La performance prevedeva che una delle due sorelle (allegra e matronesca nella veste di colori tradizionali, l'acconciatura a treccine) mettesse delle cuffie anti rumore all'altra (più bella, con la pelle leggermente più chiara e l'enorme chioma riccia). Perfettamente sorda, i capelli tirati su a raggiera felina, gli occhi verdi e trasparenti come smeraldi, il sorriso bianco, vitale e malizioso, alla bella etiope veniva poi chiesto di portare col piede il tempo di un ritmo immaginario, di guidare l'esecuzione inaudibile coi movimenti del suo corpo, una ciabattina decorata in oro che le spuntava dallo spacco della lunga veste floreale. Veniva poi il momento di parole e melodie, un canto a cappella da brividi. A quel punto un ragazzo che fino ad allora era sembrato niente più che un clochard steso su una panchina, iniziava a suonare un accompagnamento semplice e al contempo complesso con una chitarrina dal suono sorprendentemente caldo che aveva tirato fuori da chissà dove. Grazie all'orecchio assoluto, la cantante era già perfettamente intonata con la base offerta dalla chitarra, e la sorella che aveva fatto da spalla la circondava ora col suo abbraccio, la testa sul seno, restando poi in quella posizione per tutto il resto dell'esibizione.

20170917

#1771

A quanto pare, dunque, ne prendo atto, oggi si può essere una coppia adulta senza essere mai andati nemmeno una volta al cinema assieme.

20170916

#1770

Errori commessi durante la E.O. del 09–10/09/2017:
1. Non aver controllato i video di sicurezza prima di abbandonare la stazione scientifica.
2. Aver ricoperto di carta stagnola gli elefanti deputati al trasporto della carovana verso la zona urbana per ripararli dal sole del deserto.
3. Aver scelto solo armi bianche per contrastare gli attacchi dei felini mutanti.
4. Aver sottovalutato le capacità strategiche di gruppo dei felini mutanti.

20170915

#1769

Considerare a prescindere la musica classica un valore in sé e bollare tutto il resto come un male è un'idiozia bella e buona. Anche Barocco, Romanticismo e Neoclassicismo, per dire, avevano i loro brani furbo-pop, commerciali, ammiccanti, sdolcinati, banali, derivativi, semplicemente malfatti, e come tali andrebbero giudicati anche oggi. La patina del tempo non rende necessariamente migliori le cose del passato, anzi spesso le ammanta di un'aura di falsa bellezza che, come una coltre di polvere centenaria, nasconde pecche e brutture altrimenti evidenti e che non possono essere cancellate.

20170914

#1768

A furia di scappare aveva finito per dimenticare una volta per tutte la strada di casa—che da tempo non era comunque più un luogo sicuro in cui tornare. Casa era ormai la strada percorsa, le scorciatoie prese per ingannare i suoi inseguitori, i nascondigli usati per sfuggire ai suoi persecutori.

20170913

#1767

Agli stronzi in auto che quando non si fermano sulle strisce si scusano col passante di turno senza quasi nemmeno rallentare, forse preferisco quelli che tirano impassibili diritto, almeno sono coerenti con la loro perfetta inciviltà.

20170912

#1766

They used to say
One would only meet the devil at a crossroad

But Devil is my tailor
I've seen her mending my trousers

Devil is my tailor
she's a woman and chinese, by the way

20170911

#1765

Quando uno è una testa di cazzo lo è sempre, pienamente, senza compromessi.

20170908

#1764

Attorno al piccolo lago (di origine ovviamente vulcanica) una via portava alla ragazza che si fingeva una guida dell'oasi ma che in realtà viveva da mesi in un'auto di piccola cilindrata, e un'altra alle rivelazioni, oscure ma pur sempre rivelazioni. Ma a cosa serve la verità quando si può avere un sorriso così bello, un'illusione così reale?

#1763

Era convinto che le sue regole lo aiutassero a vivere meglio, ma era piuttosto vero il contrario: infrangere quelle regole l'avrebbe fatto stare così male da non riuscire nemmeno ad ammettere di avere un problema.

20170907

#1762

She was too good to be true
Se was too nice to be wise
She was too hot to be not
Just a dream I happen'd to have

20170906

#1761 (a P.C.)

Tante, fin troppe cose da fare una volta tornati a casa, questa casa che cade a pezzi e necessiterebbe rinnovi se non l'evacuazione. Ma non c'è nulla che tenga il confronto con questa libertà, una parola troppo grande per una casa così piccola, per una famiglia ancora così poco numerosa, eppure l'unica che si addica, benché in definitiva indefinibile.

20170905

#1760

Tu sei la mia dolcezza
Io sono la tua bellezza
Ti ho scelto, mio malgrado
Mi hai voluto, malgrado me
Che farei senza di te?
Chi saresti senza di me?

20170904

#1759

Non mi stupiva la risoluzione di Marco Orso: quella mattina aveva semplicemente deciso di volere restare animale e, a differenza di tutti noi, non rientrò in città.
Olga Lupo e Gianni Alce lo guardarono sparire tra i lecci e le betulle, mentre a me lasciò un ultimo sguardo pieno di rancore.
Non lo biasimavo.

20170903

#1758

Vendevamo carta da lettera che si allungava automaticamente in base a quanto chi l'avrebbe utilizzata aveva da recriminare, da ringraziare o da ricordare. Il formato si accordava con la quantità di lacrime che sarebbero state versate.

20170902

#1756/1757

Fammi sapere com'è il vino che ti ho portato, e ti dirò se te lo sei meritato.

La vita è fatta di sfumature, tu invece sei monolitica e immutabile come un pezzo di granito.

20170831

#1755

Ci corteggiamo rasentando i muri tra la mensa e la biblioteca, incrociandoci tra i capannelli di altri studenti e ruotando su noi stessi fino a trovarci guancia a guancia, arrossendo e sorridendo come se fosse di nuovo la prima volta.

#1754

Il ricordo del sor Bruno e del suo emporio era così vivo in paese che, nonostante l'attività fosse passata di mano ormai da più di cinque anni, il nuovo droghiere aveva ritenuto opportuno tenere ancora ben in vista il cartello con su scritto “NUOVA GESTIONE”.

20170830

#1753 (to A.H.)

Your mouth stretches until your lips shine
Your teeth tear me apart like knives
Your nose and ears, they make me smile
And I can't stand those lights in your eyes

Your mouth shines, it's morning first light
Your teeth rise, they're just like shrines
Your nose and ears, clouds in the sky
And I can't climb the heights of your eyes

Your mouth grows like a tide
Your teeth glow, they blow my mind
Your nose and ears, unpredictably wise
Still I can't survive the abyss of your eyes

Your mouth hiss, it cut in the line
Your teeth clank, they break my spine
Your nose and ears, they make me blind
And I must stay deft to the siren of your eyes

Your mouth is tense like a wire
Your teeth are dense like moist air
Your nose and ears, they ooze desire
But I'm forced out the garden of your eyes

Your mouth frosts, slippery as ice
Your teeth crack, loud as angry mice
Your nose and ears, they stand up in praise
So I'm kicked out from the prize of your eyes

From the garden of your eyes
From the siren of your eyes
From the abyss of your eyes
From the heights of your eyes

'Cause I'm not supposed to relish the light of your eyes

20170828

#1752

Il papillon, che io ho messo la prima volta dieci anni fa a New York—dove, perfino lì, quasi nessuno lo portava—si è ormai così diffuso che sono davvero lieto di non averlo indossato in questa occasione: a parte i tatuaggi, sembra il dettaglio più in uso tra i numerosi e dubbiamente eleganti ospiti.

#1751

You can't keep note of everything
You can't keep everything clear
Your house is dirty, yes, ok
But you can't afford a new one, so

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

You can't keep everything in its place
Although there is a place for everything
And everything has its place
You can't hold time from keeping its pace

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

Stop trying to be so smart
Let the dust rest in peace
Let the house fall apart
And let every piece be

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

20170827

#1750

Dopo l'adduzione, convinta per vero o falso che fosse di essere oggetto di osservazione in un esperimento alieno, cominciò a disertare il consorzio sociale, evitando in spirito d'abnegazione e forse patriottismo ogni rapporto con gli altri esseri umani e rifuggendo ogni occasione di contatto col resto della comunità, in modo da non fornire alcun elemento di studio ai maledetti rapitori extraterrestri.

20170826

#1749

Ci sono città in cui
la notte non giunge mai
la luce del sole non tramonta
mentre noi
stanotte
sotto l'occhio di luce
dell'impietosa luna
le nostre imperfezioni
la nostra limitatezza illuminata
cerchiamo di dormire
mantenendo il contatto
ma distanti abbastanza
da non crearci vicendevole fastidio

20170825

#1748

Anche il Free Jazz va perfettamente a tempo almeno due volte al giorno.

20170810

#1747

Fui perciò incaricato di portar via i tesori confiscati nel grande palazzo ormai espugnato.
Ovviamente i vasti corridori erano a quel punto ancora semi-sommersi, e l'unico modo per trasportare quell'enorme quantità di ricchezze era a bordo di grosse chiatte gonfiabili. Il problema era l'instabilità,dovuta da un lato al peso delle casse e dall'altro alle rapide—se non alle vere e proprie cascate—che si creavano ovunque ci fossero dislivelli e scalinate da discendere.
Esploratori furono allora mandati in avanscoperta ad aprire gli enormi portali che dividevano le varie stanze, e che in alcuni casi funzionavano ora sostanzialmente come dighe. In questo modo il nostro passaggio fu reso più facile, ma più volte qualcosa cadeva comunque dal bastimento, e a turno ci immergevamo per le operazioni di recupero.
Il fondo era invariabilmente geometrico, come la base di una scatola da scarpe, e ricoperto con una sorta di carta da parati, decorata in pallidi colori sull'azzurro e sull'oro, come voleva lo stile di quel luogo. Restare sotto il pelo dell'acqua in quelle stanze che un tempo avevano albergato tanta bellezza, con la luce che filtrava dai finestroni e parte del mobilio ancora al suo posto, dava una sensazione di calma sovrannaturale: in seguito, più d'uno tra noi confessò di aver provato il desiderio di non tornare indietro.

20170809

#1746

Rise, e mi accorsi che aveva molari che le spuntavano da tutto il palato.

20170808

#1745

Le fotografie—tutte verticali, a colori e in grande formato—mostravano scene montane dove la natura, incisa e concreta, riempiva l'inquadratura. Solo a uno sguardo più attento emergevano gli elementi umani: una strada, un ponte, un gruppo di case, forse l'inizio di una diga. L'intervento artificiale era minimo, ma bastava a trasformare il panorama in paesaggio.

20170807

#1744

La sirena aveva suonato. Il che voleva dire che la crociera era giunta al termine.
Il nostro piano, come gli altri cento, era in ordinata mobilitazione, le file di letti che ruotavano sul loro posto tutte assieme, spostandosi contemporaneamente verso i montacarichi che ci avrebbero portato al piano terra, da dove avremmo abbandonato definitivamente il sanatorio.
Ma dei miei compagni di viaggio non c'era traccia.
Scesi allora dal letto, decidendo che potevo rimandare le operazioni di evacuazione fino a che non fossero ricomparsi, ma confesso che non avrei saputo dove cercarli, che, come all'insediarsi di una lenta ma inarginabile amnesia, quasi non ricordavo nemmeno dove fossero i bagni.
Pensai allora di chiamare Davide al telefono—almeno quelli funzionavano ancora—e chiedere dove si fossero cacciati tutti.
"Che c'è?" mi rispose assonnato e infastidito, la voce bassa e roca che si sovrapponeva ad un'altra, più alta ed allarmata ma che non riuscivo a distinguere con chiarezza. "Ma lo sai che ore sono?"
"Dove siete?" domandai.
"Dove siamo? Ma che... A casa, siamo."
"...."
"Tutto ok? Perché non torni a dormire e ci vediamo domattina come d'accordo? Manca ancora qualche ora alla partenza e vorremmo provare a dormire un altro po'..."
La voce più alta continuava a urlare cercando di superare il muro di quella più bassa ma più forte, e in un attimo mi fu chiaro che i miei compari non mi avevano affatto lasciato indietro ma che in qualche modo ero stato io (il mio corpo? la mia mente?) ad abbandonare loro, che non erano mai partiti.

20170804

#1743

In the end I guess I was right: the only way to fight IT was to read IT.

20170803

#1742

L'ingorgo sull'autostrada era già abbastanza penoso senza che quel pazzo decidesse di mettersi a camminare sbraitando con un revolver in mano tra le file di automobili ferme nell'interminabile coda interstatale.
Quando puntò lo sguardo nel nostro abitacolo alzai d'istinto le mani, vittima della televisione prima ancora che di quella follia di afa e asfalto. E quel maledetto mi sparò attraverso il parabrezza!
Il vetro andò in frantumi, e il proiettile si andò a conficcare nel sedile tra le mie gambe, ma era comunque troppo: uscii urlando e minacciandolo, chiedendo ragione di quella sparata da Real TV.
Per tutta risposta quello mi sorrise e, con tutto il candore di cui fu capace, mi spiegò che aveva fatto fuoco su di me proprio perché ero l'unico che aveva alzato le mani, il che ai suoi occhi faceva di me automaticamente qualcuno che aveva qualcosa da nascondere, comunque un colpevole (anche se di che cosa non era molto chiaro nemmeno a lui).

20170802

#1741

Parandosi davanti ai figli mi costrinse praticamente a rubare quella foto. Ma quel che è alla luce del sole, per così dire, è sempre fotografabile, anche se non sempre pubblicabile.
È questo che cercai poi di spiegarle, mentre mi intimava di cancellare quello scatto. Ma, dato che la macchina era analogica, non c'era niente da cancellare. Odio di animale feroce braccato comparve nei suoi occhi quando tentò di strapparmela dalle mani (questo sì che era illegale).
Così, quando qualche settimana dopo le mandai una stampa di quella foto—assieme a un campione di famosi ritratti dello stesso genere—la signora, di cui preferisco comunque non fare il nome, mi scrisse che ora capiva, che era un'immagine molto bella e che mi autorizzava al suo utilizzo.
"In quella foto i miei figli saranno per sempre felici," concludeva.

20170801

#1740

Qui il rischio è passare dal “non sono abbastanza maturo” al “non sono più abbastanza maturo”.

20170731

#1739

Bere più acqua, bere più acqua!

20170727

#1738

Alla fine della festa restarono nella vecchia casa solo Anton e il suo figliolo Emil, entrambi già vestiti di cappotto, cappello e sciarpa, ma in cerca delle scarpe che, la porta già aperta sulla notte innevata, non si trovavano da nessuna parte.

20170725

#1737

Aveva deciso di mangiare un morso ogni volta che Federer avesse fatto un doppio fallo e di bere un sorso ogni volta che avesse messo a segno un diritto. Il modo migliore per ubriacarsi molto in fretta.

20170724

#1736

Il nuovo boss era inflessibile: pur essendo semplici impiegati, carne da scrivania, d'ora in poi il nostro lavoro avrebbe voluto dire fare anche molto più sesso. E pazienza se le strappone che ci procurava erano sempre un po' in là con l'età e con la decenza: quando passi quattordici ore davanti a un computer un corpo è pur sempre un corpo, e il sesso è pur sempre sesso.

20170722

#1735

Le mie idee in fatto di bambini che piangono non cambieranno certo grazie a questo cinesino indemoniato, ma sta di fatto che il tipo ha una musicalità e una ritmica tutta sua: urla e strilla sulla base funk in filodiffusione lungo i reparti del supermarket, e non ha nulla da invidiare all'animalesca ma calcolatissima genialità vocale di James Brown!

20170721

#1734

Approfittando del figlio in età scolare, la furba signora dai capelli rossi usava i doppioni delle figurine per coprire le foto di mostruosità e aberrazione che decoravano i pacchetti delle sue sigarette: ora sembrava che, invece di devastazione e morte, fumare volesse dire poter diventare come Po di Kung Fu Panda, Megamind o il gatto con gli stivali...

20170720

#1733

Se le persone seguissero in senso lato alcune delle più semplici regole sociali (occupare la corsia libera più a destra, accostare quando si sente una sirena, rallentare alle strisce pedonali, lasciare scendere prima di salire, non gettare rifiuti in strada, rispettare la coda...) il mondo sarebbe un posto decisamente migliore in cui vivere.

20170719

#1732

Dopo aver visitato la chiesa, notammo il vecchio bar abbandonato, una palazzina semicircolare circondata da una sorta di colonnato colorato in rosso pompeiano, con l'insegna cadente ma ancora in parte leggibile.
"No! Fatemi sedere," disse Guido, "è bellissimo."
"Le colonne sono di cartapesta," ci spiegò non senza un certo orgoglio la nostra guida, che effettivamente aveva più l'aspetto di un muratore in pausa pranzo. "Anche la facciata della chiesa l'abbiamo fatta noi," aggiunse infatti poi.
Chiesa che, barocca, policroma e istoriata, sorgeva in cima a un anfiteatro di scalini su cui sedevano altri numerosi turisti, ma che veniva usato abitualmente dagli abitanti del paese per le loro chiacchiere e i loro commerci, e dal quale venne giù addirittura un'amazzone in groppa al suo scatenato cavallo.
Fu allora che notai tra la folla del mercato quella che aveva tutta l'aria di essere una iena: fiutava l'aria e si guardava furbescamente attorno probabilmente in cerca di una vittima che, unico ad averla notata e a temerla, non potevo che essere io. Da qui al morso il passo era troppo breve per non approfittarne.
Fu anzi un balzo, agile e silenzioso, e tra l'indifferenza più diffusa mi trovai quel mostro attaccato violentemente al braccio per i forti denti sporchi. A niente valsero le numerose ramazzate che cominciai a menargli sul cranio col mio pesante mazzo di chiavi: quello, tenace, non mollava!
A salvarmi fu una mia vecchia conoscenza, il serpente Milwaukee—dall'espressione indiana che significa "sta attento, guardati attorno"—e che, da piccolo rettile delle praterie, si era ormai trasformato in un bel pitone di grossa taglia.
Fu lui a scagliare addosso alla iena la pietra nera e perfettamente levigata che la mise finalmente in fuga, e che ora conservo come uno tra i miei beni più preziosi.

20170717

#1731

Malgrado da piccolo la cosa mi sembrasse un'esagerazione e mi facesse anche un po' ridere, ora che ho un'app che me lo fa vedere sullo schermo del mio telefono non credo più che mia madre esagerasse quando diceva: "i chilometri, oggi ho fatto letteralmente i chilometri."

20170716

#1730

È in occasioni e posti come questi che mi rendo conto dell'esistenza di persone che—al pari di quelle che, per dire, tirano in dentro la pancia da tanto di quel tempo da farlo ormai in modo praticamente inconsapevole—mantengono stampato in faccia un perenne sorriso, non solo mentre parlano con altre persone, ma anche quando non ce ne sarebbe ragione, forse per l'inconscia ma socialmente e spesso professionalmente giustificata paura che qualcun altro possa pensare che non siano persone felici, entusiaste e soddisfatte, o che, peggio, durante quell'evento non si stiano divertendo, non stiano apprezzando le parole che sentono, non si stiano sentendo in sintonia con la gente che li circonda.
Mi chiedo se sia una capacità acquisita, se la si impari in qualche corso, o se sia una dote personale.

20170715

#1729

Era davvero misterioso il caso per cui da ragazzino, sfogliando per maledetta curiosità infantile la copia di IT di Stephen King che il cugino più grande stava leggendo, fosse incappato proprio in una pagina così spaventosa. Ora che aveva finalmente deciso di affrontare i suoi fantasmi e leggerlo una volta per tutte, per le prime 400 pagine, più che un horror il libro si stava sostanzialmente rivelando un trattato di psicopatologia.

20170714

#1728

L'antica diatriba col suo compagno di scuola—che auto avrebbe avuto da grande, se una costosa sportiva o una banale autoritaria—si era risolta con un nulla di fatto, dato che a parte insane pulsioni hipster (Volvo 240, Panda 4x4), una volta adulto l'auto era davvero l'ultima cosa a cui pensava.

20170713

#1727

Maria era preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato, e mentre io piuttosto la ringraziavo per avermi permesso di entrare finalmente in contatto con i membri della "famiglia" lei continuava a scusarsi.
Ma era solo grazie a lei, che li conosceva bene e che un tempo era stata parte dell'organizzazione, che ero riuscito a parlare con le persone a cui fare le domande che avevo bisogno e al contempo temevo di fare.

20170712

#1726

La nostra terra è brulla, fatta di colline spoglie fin dove lo sguardo arriva. La conosciamo bene, palmo a palmo, ma insistiamo a cercare un posto migliore in cui fermarci.
Così, i bambini imparano ad arrampicarsi sulle rocce come capre, e ci precedono—come è ormai giusto che sia—nella nostra continua ricerca.
Di tanto in tanto incontriamo altre genti, per lo più persone solitarie, a coppie, famiglie minime o riunite in piccoli gruppi accampati suoi monti, in riva ai laghi.
Il posto in cui siamo arrivati oggi è ricco d'acqua, un sistema di canali e pozzi naturali attraverso i quali è possibile spostarsi rapidamente da un'altura all'altra. Prima che l'acqua riprendesse il suo corso doveva essere un luogo abitato, perché in fondo a una di queste cavità c'è ancora una camera che appartiene a una civiltà passata, sommersa da così poco che gli oggetti—armadi, tavoli, letti—sono tutti ancora al loro posto, disordinati, ma solo leggermente, dalla corrente.
I cadaveri di un uomo e una donna giacciono sotto le lenzuola, e solo ora comincio a pensare che essermi immerso in queste acque mi abbia fatto ammalare, e mi abbia reso pericoloso per lamia gente. Ma quelli di qui vanno avanti e indietro come se nulla fosse, vestiti come se dovessero andare ogni giorno a lavoro in ufficio.
Ci sono dunque ancora società così primitive da credere che esista ancora una possibilità per il mondo così come lo conoscevamo?

20170711

#1725

Ecco cosa odio di più, le ossessioni. Specialmente nelle loro varianti più pericolose, le dipendenze e le paranoie.
Le odio perché mi fanno orrore. E mi fanno orrore perché le temo.
Ciò non vuol dire che rifugga le abitudini, anzi.

20170710

#1724

As for the new technologies, my motto is: "The fact that you can doesn't mean that you should."

20170708

#1723

Le previsioni meteo avevano cannato di un paio d'ore (come al solito, a guardare in retrospettiva), e così mi ritrovai bloccato al supermercato mentre fuori diluviava.
Poco male dato che, oltre a un ecuadoregno con cagnolino e una sciùra attaccata con le ragnatele, c'era Stephen King seduto accanto a me, e avevo ancora mille pagine di IT da leggere.
Sarà stata la location o la gente che si accalcava accanto all'uscita imprecando in attesa che spiovesse, ma quella situazione rafforzava la mia convinzione che, almeno per le prime duecento pagine, quel libro non fosse altro che un trattato di psicopatologia.

20170707

#1722

Lo chiamavamo "il giorno del capo branco": per un giorno ogni mese il comando passava al piccolo di famiglia che, a patto di non sforare il budget di 100 euro stanziato—pasti compresi—per l'intera giornata, poteva decidere le attività da fare, tassativamente tutti assieme.
Fu così che imparò a gestire al meglio le proprie entrate e le proprie aspettative fin da bambino; ed è a quelle giornate che ripensa ancora oggi ogni volta che riceve lo stipendio.

20170705

#1721

Non si poteva mai guardare un film tutto di filato: una volta era la pipì, un'altra volta la camomilla, un'altra volta ancora una telefonata, infine l'ennesimo biscotto. Quella che per lui era un'esperienza totalizzante, l'unica a cui dedicare tutta l'attenzione per quel dato lasso di tempo, per lei era solo mero intrattenimento, una delle varie componenti della serata.

#1720

Come se la reattività di tutti fosse stata compromessa da anni e anni di serie tv in cui pericolo, dolore e morte non sono che elementi di una sceneggiatura ben oleata, come se il senso civico fosse stato anestetizzato da decenni di telegiornali, e la loro stessa umanità fosse imprigionata da una sorta di amnesia collettiva: ecco come si comportavano al suono dell'ennesima sirena, all'arrivo dell'ennesima ambulanza.
E malgrado io sia per l'entropia naturale e la necessaria estinzione del genere umano, non è questo il modo in cui una persona dovrebbe morire, non bloccata in mezzo al traffico perché una manica di stronzi patentati non capisce che quando sente la sirena di un'ambulanza deve accostare senza se e senza ma.
Non c'è pena corporale o pecuniaria adatta a emendare la gente che non si sposta, che stolida resta al comando della propria auto in mezzo alla strada come se da questo dipendesse il controllo sulla propria vita.
Non c'è punizione che basti, se non forse la morte stessa.

20170704

#1719

Capitava a volte che le due sveglie—una marcetta in 4/4 e una rapida successione di semiminime—suonassero in perfetto unisono (la chiave corrispondeva), creando un richiamo stereofonico che dava alla giornata appena iniziata un tono di euforia e serendipità molto promettente.

20170703

#1718

Perché mi guarda così male? Solo perché l'ho guardata?
Ed ecco, a pochi passi, una donna che invece pagherebbe pur di essere fissata con la stessa intensità.
Curiosa la vita, dove la stessa donna che disprezza gli uomini che la guardano, dopo qualche anno—qualche passo—odierà che nessuno la guardi più.

20170630

#1717

A causa della forte miopia, ogni volta che sedeva sulla poltrona del barbiere doveva aspettare la fine del lavoro per rimettere gli occhiali e sapere qual'era il suo nuovo volto. Era un po' come vedere una persona dopo qualche anno invece che giorno per giorno. E anche se il taglio che chiedeva era sempre lo stesso (e, per la maggior parte delle volte non cambiava nemmeno chi lo eseguiva), il risultato era sempre leggermente—a volte anche considerevolmente—diverso, e comunque una piccola sorpresa. Forse, in definitiva, a cambiare era lui, e non solamente i suoi capelli.

20170629

#1715/1716

Oblivion è un libro prezioso, perché raccoglie tutte le fotografie che documentano, volutamente o involontariamente, i soprusi dei "bianchi" nei confronti di tutte le altre popolazioni.

Il secondo libro che voglio mostrarvi è Italiano per naturalisti, un compendio enciclopedico-letterario sulla difesa del patrimonio forestale e avifaunistico del nostro paese.

20170628

#1714

Dapprima sembrava solo pulviscolo sul tavolo, caduto da una mensola. Ma sotto alla spugnetta che stavo usando per pulire il ripiano di formica, notai che aveva una consistenza inaspettata, più solida anche se non dura.
Sotto l'azione di sfregamento quel grano di sporco si rivelò allora dotato di zampe, e ad ogni passaggio di spugna l'involucro in cui era contenuto si apriva sempre di più, lasciando alla fine libera la farfalla che vi era contenuta.
Aprì le ali, umide e spiegazzate come carta pesta appena fatta, e prese a volare per la casa, veloce e placida allo stesso tempo. Era splendida, di un colore viola pallido, la cosa più bella che avessi mai visto.

20170626

#1712/1713

Quando rientro Sara chiude la porta a chiave dietro le mie spalle. Gli altri coinquilini sono tutti in cucina come se non aspettassero altro che il mio ritorno.
"È un agguato?" chiedo.
"Devi provare la colomba di Simone," dice Sara.
"La colomba mi fa cagare."
Questa poi, noto sedendomi, è piena di scorzette di arancia candita.
"E nella classifica delle cose che mi fanno cagare, i canditi vengono subito dopo."

È allora che Giulia apre la porta della sua stanza, rivelando tutta quell'area della casa—enorme, vuota e lussuosa—che ci è preclusa.
"Là in fondo dev'esserci il Paradiso o l'Inferno," dico, "dato che mi pare evidente che qui ci troviamo in Purgatorio."

20170623

#1711

Siamo alle solite: nemmeno un'ora dopo esserci rivisti, mia madre comincia a passare in rassegna la mia biancheria in cerca di buchi da rattoppare. Ma l'operazione su quel calzino—rifare tutta la cucitura verticale punto per punto rigirando i lembi di cotone verso l'interno per non lasciare il filo a vista—sa di accanimento terapeutico.
"Questo è troppo," inveisco con la mia solita veemenza fuori luogo. E ovviamente adesso sono io quello in difetto, perché con mia madre finisce sempre che mi metto a biasimarla per qualcosa come fossi isterico.
"Non basterebbe lasciare quel calzino al suo destino e passare un'ora in più con me?" imploro.
È tanto insensata, questa mia richiesta?

20170622

#1710

Il modo in cui questi bambini giocano a baseball è già abbastanza contorto senza contare le scimmiette: la palla, lanciata dal primo all'imbocco del tunnel, viene battuta dal secondo, posizionato a metà strada, e poi ancora da un terzo, che fa base nella curva a gomito che si trova quasi alla fine del percorso. Il loro scopo è colpire la grata di ferro che chiude l'uscita dalla parte dello strapiombo; ma ancora più incredibile è il comportamento delle scimmie—tipiche della zona—che, all'arrivo delle palle verso la rete, saltano per essere da queste intercettate a mezz'aria e porre così auspicabilmente fine alla propria esistenza. In assoluto una delle pratiche più bizzarre e inspiegabili che si possono osservare in natura.

20170621

#1709

Quando dico che era un lettore affamato non intendo necessariamente dire che leggeva tantissimo, ma che lo faceva con gusto e avidità, e che durante quella sua attività niente poteva disturbarlo. Leggeva in ognuno dei rari momenti lasciati liberi dalle incombenze della vita quotidiana, che erano tante e asfissianti: non solo la sera a letto, quando tutto era fermo e silenzioso, ma anche la mattina in bagno o mentre, a tavola, beveva tè nero o caffè americano, o al bar, se era lì che faceva colazione, o camminando da casa alla metropolitana, e ovviamente sulla metro stessa—seduto o in piedi che fosse, anche quando era pressato dalla folla—e lungo il percorso—sia che prendesse le scale mobili o che facesse quelle a piedi—dalla stazione al lavoro, e a volte pure a lavoro, tra un impegno e l'altro, se non anche a mensa, in caso pranzasse da solo. Non era una questione di pagine lette, quanto di devozione all'atto della lettura.

20170613

#1708

Baciarlo la mattina prima di uscire di casa per andare a lavoro era come fare una seconda colazione.

20170612

#1707

Viveva ogni giorno come fosse il primo.

20170611

#1706

Non devo preoccuparmi dell'età, dice lei, perché sono così curioso di tutto e questa curiosità sarà la mia salvezza.
Ma la curiosità uccise il gatto, dico io.
Sì, ma tu non sei un gatto, dice lei.

20170610

#1705

Cosa succede se si monta un materasso a molle insacchettate a sette zone di portanza su una struttura pensata per un consumatore medio svedese?
Che si rischia di cadere dal letto durante i propri sogni.

20170609

#1704

Ma il peggio deve ancora venire, e uno stupido caso privato si scatena in tutte le sue più inaspettate conseguenze: quando i due bambini vengono picchiati dal padre di famiglia accanto alla sua auto giù in strada (mentre moglie e figlie restano atterrite nell'abitacolo) penso immediatamente a un caso di violenza contro minori—volano minacce e schiaffi pesanti—scendo di casa e riprendo tutto al cellulare, ma facendomi anche notare, in modo che l'uomo si senta minacciato e la smetta.
Quando però i bambini ne approfittano per allontanarsi vedo che ridacchiano, e che forse si sono pure portati via quello a cui puntavano.
Una volta risalito a casa guardo il resto dal balcone: i due sono tornati imprevedibilmente all'attacco, forse subito dopo che me ne sono andato, ma il padre di famiglia stavolta picchia davvero duro e urlando li sbatte sull'asfalto uno dopo l'altro. Poi entra in auto e ne viene fuori con un fucile a pompa e spara un paio di colpi in aria, di cui uno rischia proprio di colpire mia sorella, che intanto è venuta ad affacciarsi incuriosita dal baccano.
A quel punto urlo anch'io e prendo il fucile per difendermi. Ma in un attimo siamo raggiunti dall'esercito che, arrampicandosi—o calandosi?—sul nostro palazzo, ci punta ora i laser contro. A nulla serve gettare l'arma e gridare che siamo italiani: il ragazzino che ci tiene sotto tiro col mitra è uno straniero dagli occhi di ghiaccio che sghignazza mentre dice beffardo e con accento slavo: "Ah, italiani, eh?"
Poi prende a sparare all'impazzata contro le orde di mediorientali affamati che si sono intanto improvvisamente avvicinati all'edificio e cercano ora di scalare l'ultima ringhiera, colpendo tutti, civili e milizie, e facendo una strage.

20170607

#1703

La notte è iniziata con una fine del mondo o due, un asteroide in rotta di collisione cin la Terra o qualche altro evento particolarmente traumatico che ha a che vedere con gente in fuga e corpi bruciati.

#1702

A sentir lei, con quella facevano due in un giorno, cioè fin troppo per i loro ritmi. Ma secondo i calcoli di lui erano in realtà due in un mese, il che era decisamente poco per chiunque.

20170606

#1701

Amato dai migliori, odiato dai peggiori—quindi praticamente da tutti—e molto incompreso. Così si sentiva Libero Alessi, superiore ai più ma senza necessità di dimostrarlo, per paura di scoprire che tale non era. E così trascinava le sue giornate, preferendo il tormento che abita nell'incapacità di confrontarsi col resto del mondo alla liberatoria durezza della verità.

20170605

#1700

La mia missione—fare sempre meno cose che prevedono l'uso della vista e di un device tecnologico—ha subito l'ennesimo arresto. La tara dell'occidente pesa su di me come sempre, nonostante le mie ottime intenzioni e i miei migliori propositi.

20170602

#1699

Dopo un po' di tempo nella vasca, sospeso nell'acqua calda a mezza altezza dal fondo, era in grado di visualizzare il flusso d'aria che entrava e usciva dal suo stomaco e, su per la gola e il naso, fuori e dentro di sé, e contemporaneamente di ascoltare il merlo fuori dalla finestra, pensare alla cena da preparare la sera, ragionare sul progetto a cui avrebbe collaborato quell'estate nonché, in questo complesso ordine mentale che nulla aveva a che vedere con la meditazione, perfino anticipare con la mente il momento esatto dell'arrivo di ogni goccia, a circa sette minuti l'una dall'altra, che gli sarebbe finita sul piede colando dal rubinetto.

20170601

#1698

Che pena vedere il grande orso bruno gironzolare per l'intrattenimento del pubblico pagante su un monociclo, travestito da torre medioevale capovolta (il numero del circo prevedeva che, per mostrarla nel verso giusto, al culmine dello spettacolo l'orso si mettesse a testa in giù).
A tenerlo sotto controllo c'erano alcuni grossi cani da slitta, abnormi, e cacciatori provati. Ma il deterrente che lo spaventava di più era un origami arancione volante, controllato a distanza come un drone.
Eludendo la guardia degli spaventosi mastini, sfilai allora tra il pubblico e raggiunsi un'altura, dalla quale mi riuscì di prendere e disarticolare il drone, che ora era solo in grado di zoppicare al suolo, per la gioia un po' folle del mio futuro amico.

20170530

#1697

La taverna sotterranea era inspiegabilmente luminosa. Mentre una famigliola indistinta pranzava dietro al minuscolo divisorio (tirato su dalla stessa terra compattata di cui erano fatti il pavimento e le pareti), un enorme cinghiale riposava su un divano sfatto, solo per essere un attimo dopo ucciso e squartato senza che praticamente quasi nemmeno ce ne accorgessimo. Una gigantesca scrofa si aggirava intanto sotto ai tavoli placidamente, tanto che sembrava un ospite abituale della locanda, così come il matto che, scese le sale, venne a sedersi accanto al camino a osservare l'andirivieni dei clienti coi suoi occhi acquosi persi tra brufoli e pelle secca e arrossata. Ma era proprio lui che, di lì a poco, ci avrebbe fatto la più grande rivelazione—poi tristemente confermata dai fatti—su quel posto così strano.

#1696

L'ultima canzone che aveva ascoltato era la prima che gli tornava in mente e che poi gli restava in testa per un po'. Ma dopo qualche ora era quasi sempre un'altra quella che emergeva, quella che aveva intanto lavorato in sottofondo, per restare poi al suo posto anche per giorni interi.

20170529

#1695

Quando insegue una palla, un bambino non capisce che deve aspettarla nel punto in cui prevede che quella arriverà, e non in quello in cui si trova effettivamente in ogni istante. Ecco perché fa sempre tanto fatica ad raggiungerla e, quando questo accade, nel momento in cui si china ad agguantarla quella è già scappata ancora via.
"È nello stesso modo," stava dicendo il Pastore, "che Dio raggiunge noi, prevedendo dove andremo, e dove sarà più facile prenderci."

20170528

#1694

Di lui conoscevo soltanto il nome. Ora ho visto anche il suo volto, tra qualche anno, il suo piccolo corpo nudo nella vasca di casa nostra, io inginocchiato e nudo anch'io di fronte a lui che canta una canzoncina divertente di cui conosce soltanto poche parole, tu nuda anche tu che sorridi orgogliosa seduta su uno sgabello accanto a noi. Spero sarai contenta di sapere che assomiglierà molto a me.

20170527

#1693

Somiglia tanto a un rito di purificazione e fertilità del folklore precristiano e, per quanto mi diverta e mi senta utile come non mai, mi chiedo cosa davvero ci facciamo qui in campagna oggi a spargere la nostra urina in questo campo di patate.

20170525

#1693

Dormirono in vetrina, sul letto che avevano scelto di comprare, e sognarono non solo del nuovo letto, ma anche di una nuova casa, forse di una famiglia, in ogni caso del futuro.

20170524

#1692

Il suo inglese, perfetto nella pronuncia, si basava sulle poesie e soprattutto sulle canzoni in cui si imbatteva, cose che recitava e canticchiava spesso a mezza voce come un mantra. È per questo che la gente non lo capiva, perché parlava per frasi fatte, spesso in rima baciata, ma anche con parole che nessun comune mortale avrebbe mai usato in nessuna comune conversazione. Parole migliori, quindi poco adatte al mondo reale.

20170523

#1691

È difficile rispondere alla sua domanda.
"Che genere suoni?", mi chiede, ma devo trovare qualcosa di chiaro e distinto, anche se quel che faccio in sé non è né chiaro né distinto.
" Bob Dylan," rispondo alla fine, per dare un'idea del campo d'azione.
Il fatto che lei dica immediatamente di capire a che genere mi riferisco—di che Dylan stia parlando—mi fa capire che non ha capito niente.

20170522

#1690

I muraglioni del vecchio castello ormai abbandonato non sono solo pericolanti ma anche altissimi. Camminarci sopra vuol dire farli ondeggiare come denti marci, lunghissimi e fissati male. Ma non posso fare a meno di saltare da merlo a merlo, sporgendomi dall'orlo fin quasi a cadere, e affacciandomi sul baratro, che si affaccia su di me.

20170521

#1689

Davvero non capisco perché mia madre continui a provocare la strega che vive nel buco di quella parete di casa mia. Devo tenerla a freno mentre l'essere immondo, fatto di stracci e corde, mette la testa fuori e ringhia tra i denti sporchi e sputa.
Ma niente, più quella si sporge dal suo covo più mia madre le urla contro, la deride, la schernisce, la sfotte finché la strega non è praticamente tutta dentro al mio salotto, col pericolo che non vada mai più via.
Mi ci vogliono due o tre colpi di ciabatta ben assestati sul cranio, come recitano le istruzioni, per rimandarla lì da dove è venuta. Mia madre invece mandarla via non posso, me la devo tenere così com'è.

20170520

#1688

Continua da anni ad affannarsi e correre verso quella che considera la meta della sua vita. Ma non si è mai fermata un attimo a chiedersi se per caso non sia già arrivata? Se non sia questo, ora, il posto in cui dovrebbe essere, almeno per il momento? Se l'abbia addirittura superato senza accorgersene e stia ora vagando nel nulla più assoluto? E quale sarebbe poi questa meta, esattamente? Con precisione non lo sa  nemmeno lei.

20170519

#1687

Il sequel dell'horror con le cimici protagoniste esce in sala a meno di un anno dopo il primo film, e in qualche modo è ancora più agghiacciante.
Ora i mostri sono quasi tutti morti, e giacciono stecchiti sui pavimenti della vecchia casa di campagna; ma alcuni esemplari più coriacei hanno acquisito la capacità di mimetizzarsi con l'ambiente, e vengono fuori all'improvviso in attacchi di furia cieca e selvaggia, per quanto scoordinata.
Una notte di suspense passata praticamente in bianco dai due unici spettatori, a sudare sotto le coperte in attesa del prossimo assalto.

20170517

#1686

Infanti torturati e altre entità non adulte—o quantomeno non ancora mature—gemono sotto l'impiantito di legno ad ogni mio passo.

#1685

È frustrante questa impossibilità di fermare le cose. Tutto procede secondo i piani di nessuno ma inesorabilmente verso un cambiamento, quasi sempre in peggio.
Impossibile fermare i capelli che crescono—per non parlare della barba—, impossibile fermare un momento nella sua perfezione, impossibile bloccare il tempo sul più bello.
Questi orologi? Vanno ricaricati ogni sera o, in altri casi, avranno bisogno di una pila nuova (a meno che non li si voglia sempre fermi, che è un altro modo per dire quel che intendevo dire).

20170516

#1684

Ragazza contrariata scende le scale della clinica spiegando alla madre zoppicante la differenza tra Caso e Destino.
"Destino è un parola grossa, mamma," dice aiutandola a scendere.
Come se Caso non lo fosse.

20170515

#1683

Salire col proprio bambino sulla nuova metropolitana senza conduttore, essere abbastanza fortunato da trovare posto sui sedili frontali, appoggiare le mani al vetro e fargli credere che a guidare sia il suo amato papà, con la forza del pensiero, un'energia sprigionata dal corpo, quel che è…
E quando l'illusione è totale, proporgli di guidare, solo per pochi secondi, ce la puoi fare, hai gli stessi poteri di papà etc.
I posti davanti sono i più ambiti dai genitori in cerca di diversivi per i loro figli irrequieti, annoiati o apatici; ma sono anche i più pericolosi, quelli in cui, se dovesse arrivare in senso di marcia opposto, la morte di mostrerebbe in tutta la sua feroce ironia.

20170513

#1682

E se i morti non fossero davvero morti per come li intende la scienza oggi, ma fossero solo incapaci di muoversi e comunicare? Se la mancanza di attività cerebrale fosse solo un abbaglio, uno stato di simil vita che non è ancora possible accertare? Se la decomposizione fosse solo una questione di chimica e la mente continuasse invece a ragionare nella prigione eterna di un corpo inerme? A quante Antologie di Spoon River i medici non sono mai riusciti a dar voce?

20170512

#1681

A qualcuno capita, a volte, di avere durante il giorno dei momenti di obnubilamento, come d'incoscienza improvvisa e avvolgente. Be', a me capita l'esatto contrario: nel bel mezzo della notte mi sveglio di colpo, preda di istantanei stati di veglia perfetta. Li chiamo “buchi lumionosi”.

20170511

#1682

Quanto è divertente tentare di infilarmi un verme nelle mutande, eh, quanto? Specie se poi quella bestia immonda cerca di sodomizzarmi e devo tirarmelo via dal culo manco fosse una fila di anal beads...

20170509

#1681

E anche quest'anno siamo sopravvissuti al fuorisalone.
Forse.

20170508

#1680 (iQ#43)

Aprile
lucertole sul tram
e puzza di cipollotto

#1679

Il nostro futuro non sarà fotografabile

20170507

#1678

I am what I don't share

20170506

#1676

Dovette giungere alla soglia degli ottant'anni per scoprire l'esistenza di Leonard Cohen. Gli ci volle così tanto tempo per capire che una voce può essere calda anche se non è bassa. Quella voce, poco modulata eppure così espressiva, lo calmava. Paragonandola a quella del suo amato Dean Martin scoprì tutto d'un colpo la differenza che passa tra la vera arte e la gigioneria.

20170504

#1675

Solo quando mia madre se ne fu andata mi ricordai di essermi dimenticato di attuare il proposito che mi ero proposto fin dal momento in cui era arrivata e il suo telefono aveva squillato al primo messaggio ricevuto: in tutti i giorni che avevo avuto a disposizione non ero riuscito a cambiare quella maledettisisma suoneria fischiettante che va tanto e inspiegabilmente di moda, il suono del nazionalpopolare come sempre alla riscossa.

20170503

#1674

Non so bene come ma alla fine il prescelto ero io, e quindi eccomi sulla lunga pedana piena di dolci che portava direttamente alla bocca della Dea, che enorme aspettava il mio sacrificio. Bella era bella, bionda e tenue come un'amica; ma amicizia non poteva essercene, essendo io umano e lei divina, solo timore e tremore. Ma quando mi chinai per prendere il mio pegno non mi ero reso conto che lei era lì, a pochi centimetri, in attesa di un mio bacio.

20170501

#1673

Sarà pure vecchia e cadente e piccola e stracolma e soprattutto in affitto, ma tutto sommato in questa casa abbiamo cucinato e mangiato e fermentato e lievitato e miscelato e bevuto e festeggiato e pulito e lavato e stirato e riordinato e buttato e conservato e dormito e amato e suonato e cantato e ballato e ascoltato e scritto e letto e detto e fatto.

20170429

#1672

E quanto ci voleva a capire che là, nella piazzetta di Pescarenico, davanti alla cappella del convento di Fra Cristoforo, assieme ai nostri genitori e alla presenza dei parenti più prossimi, eravamo proprio io e te quei maledetti sposi promessi?

20170428

#1671

Quando un uomo con lo skate incontra una donna in bici, l'uomo con lo skate è un uomo morto.

20170427

#1670

I problemi relativi all'inserimento didattico nel nuovo istituto scolastico non sono stati nulla a confronto di quelli sentimentali.
Elena mi è piaciuta molto fin dal primo giorno, la sua aria ironica e il fisico svelto, ma è Beatrice che ho subito desiderato, i movimenti da felino, i capelli ondosi e quello sguardo silvestre. Quando mi sono accorto che la mia vicinanza ad Elena la ingelosiva sono diventato più schivo, meno sfrontato, e più di una volta mi sono ritrovato a proteggermi dai suoi occhi nascondendomi dietro la schiena di Elena come un animale ferito, o come un bambino che si vergogna dell'interesse che suscita.
Inutile dire che questo atteggiamento l'ha intrigata ancora di più.
Ma quanto più mi appigliano a Elena in questo gioco delle parti, tanto più era proprio a lei, che un po' partecipava e un po' mi compativa, che mi stavo affezionando. Il contatto prolungato tra la sua testa e le sue gambe, tra le sue mani e i miei capelli, la visione della sporgenza dei suoi seni da un'angolatura privilegiata, i suoi ricci rossicci, i suoi occhi verdi e divertiti, le sue battute, il suo fare amichevole ma mai completamente disinteressato mi facevano sempre più attaccare a lei, che sembrava ricambiare in ogni modo, per lo stupore e lo sdegno di Beatrice.

20170421

#1696

Jeff Tweedy mi ha detto di aver scritto una lettera di protesta al sindaco di [...] per aver detto che [...] è la città più brutta del mondo. Quando gli ho chiesto cosa ci trovi invece lui, di tanto bello, "Niente," mi ha risposto, "è il luogo col più alto tasso di cementificazione che abbia mai visto: i palazzi sono collegati l'uno all'altro da corridoi sospesi e scale volanti, e tra strade ed edifici non c'è soluzione di continuità, non una striscia di verde, non un angolo di vuoto. Tutto lo spazio è sfruttato al centimetro quadrato, e la luce del sole fa fatica ad arrivare al suolo. Ma è lì che sono nato, e non si scelgono i luoghi che amiamo."

20170420

#1695

Mostrare per la prima volta Google Street View a mia madre ci sta, ma introdurre mio padre a Nick Drake è una cosa che non ha prezzo.

20170419

#1694

A 70 metri sul tetto della città roboante ci sarebbe un perfetto silenzio se non fosse per Santana e i Pink Floyd che ammorbano la piazza sottostante. Non invidio i santi martiri chiusi tra le loro sbarre di marmo quassù tra guglie e contraffirti da centinaia di anni, costretti ad ascoltare questo strazio ogni giorno.

20170417

#1692/1693

Avete mai visto un'onda dal basso? Se dormite dove dormo io, ovvero al limite tra questo mondo e quello accanto, vi succederà di certo, basta restare addossati al muro a secco che divide la spiaggia dal mare e aspettare: l'onda vi passerà sopra la testa abbastanza in alto da permettervi di vederne la parete d'acqua quasi orizzontale che le fa da fondo, e poi andrà a infrangersi più in là. Al suo interno, come attraverso una parete di vetro rifrangente, vedrete tutti gli esseri che abitano il mondo contiguo, presenze che non è possibile vedere se non si ha la fortuna—o la sventura—di dormire nelle condizioni in cui dormo io.


Quel che resta nell'acqua bassa sulla battigia è impressionante: scatole di medicinali, bambole, rocchetti di scotch, siringhe, soprattutto siringhe, dalle quali conviene non farsi pungere, la pena essendo diventare una creatura marina e non appartenere più a questo mondo.

20170414

#1691

Era stregata dal suono della sveglia, che nel torpore sinestetico del primo mattino prendeva una consistenza tridimensionale, uno spazio liquido e vuoto tra il suo sonno e il mondo concreto delle cose a venire.

20170413

#1690

Non credeva che si sarebbe mai rifiutata di scioperare, nella vita.
Ma quando i sindacati che si dovrebbero fare portavoce delle sue istanze non solo agiscono senza verificare effettivamente il suo parere ma si muovono in distratto ritardo e poi con colpevole testardaggine non rimandano un'agitazione ormai fuori tempo massimo e per questo inutile, irragionevole e perfino controproducente, allora non si sente più rappresentata, e dovendo agire secondo coscienza e non secondo i dettami del sindacato (né quelli dell'azienda, se è per questo) allora, e a costo di subirne le conseguenze, non c'è che una scelta possibile, indubbia anche se molto sofferta.

20170412

#1689

Sì, certo, il dubbio che per gli inquilini del piano di sotto fosse un fastidio mi era venuto più volte, ma mai avrei immaginato che al piacere che provavo a passare l'aspirapolvere in casa corrispondesse da parte loro un vero e proprio odio ossessivo, da manicomio.

20170411

#1688

Alla fine di ogni performance, che prevedeva che il corpo di ballo danzasse completamente nudo in una specie di lotta orientale molto realistica, i membri della compagnia, ancora nudi e sudati, si mettevano  l'uno sull'altro, come in posa, in una complicata costruzione, tenendosi nel saldo equilibrio che risultava dalla tensione dei loro muscoli e dalla presa dei loro arti. Al centro, unica a fronteggiare il pubblico e a guardare diritto verso il fondo della sala, delicatamente vestita di colori pastello, la piccola coreografa ostentava una fisicità pressoché assente.

20170410

#1687

Lo sapevate che da alcuni agrumi particolarmente gialli possono venire fuori enormi cicale, gialle anch'esse, a rovinarvi la giornata? Be', adesso lo sapete.

#1686

Pensiero laterale, pensiero laterale e immediato! Perché questo maledetto cane smetta di mordermi la caviglia non serve a nulla persuaderlo con le buone, né trattarlo con le cattive: basta sfilarsi pantaloni e scarpe, poi correre in auto e chiudersi dentro. Malgrado il dolore, la manovra per uscire dal parcheggio è veloce e sicura.

20170407

#1685 (Le ultime mosche #165)


CALAIS–CALLOUS

R aveva tre macchine per scrivere, una per ogni libro che stava scrivendo.

#1684

La mostra consisteva in una serie di mediocri opere appese ai muri, e in un imprecisato numero di oggetti sparsi in modo più o meno casuale lungo le sale della galleria. Al pubblico veniva chiesto di cercarli, come in una caccia al tesoro, e raccoglierli (a me capitarono alcuni mozziconi di sigaretta, il cappuccio di uno spazzolino, e i frammenti di una tazza decorata, il tipico assortimento di varie inutilità sul labile confine tra arte e spazzatura) e portarli nell'ultima stanza. Qui si veniva accolti dall'artista in persona, che prendeva tutto in consegna ringraziando sentitamente per la partecipazione. Sopra di lui campeggiava un enorme striscione di stoffa: "Thank you for helping me fighting against the lack of curiosity."

20170406

#1683 (Le ultime mosche #164)


LES AMIES CONFUSES

L'aria piena di sabbia veniva da sotto i piedi, calda e pesante. La città era gialla, i tuoni sembravano bombe sganciate dal temporale, a lenti passi la fine del mondo, signori, stava arrivando in 3D, e quando iniziò a piovere nessuno fu più capace di capire la differenza fra un lampo viola e l'esplosione di una bomba H, tra l'acqua scrosciante di una doccia e la terribile pioggia radioattiva.

#1682

Ogni volta che sento dei grandi conflitti che avviliscono il mondo, come degli insignificanti scontri quotidiani tra gli uomini di poca volontà, mi torna in mente quella scena a cui mi capitò di assistere in un ristorante (una di quelle che, in realtà molto comuni, è possibile vedere a patto di avere ancora qualche curiosità per quel che ci circonda): due aragoste che, le chele legate con grossi elastici verdi, lottavano tra loro con lentezza e stolidità per il predominio nell'acquario in cui erano rinchiuse, inconsapevolmente destinate a finire nel piatto di un cliente per nulla interessato alla loro condizione. Quell'acquario era il loro mondo, la lotta il loro inutile affanno, e la pena che avevo per loro era la stessa che ho per il mondo.

20170405

#1681 (Le ultime mosche #163)


NUDE/PURE

"È una promessa di lenzuola pulite e candele, triste principessa," giurò il samurai malgrado la sua casta non glielo consentisse, "e di acque sorgive, e di danze alla luna, e di piedi nudi, e di tele luminose, e di magie di carta, e di baci scritti con l'inchiostro nero sulla pelle bianca. Sposatemi."

20170404

#1680

Sarà che per gli orientali il 4 è il numero della morte, ma premere il tasto del quarto piano in ascensore e ritrovarsi in cantina non è comunque un'esperienza piacevole. Specie se riprovandoci accade invece di scendere ancora di più, e sempre più velocemente, verso un vano scavato in profondità e completamente murato da dove, lo capii subito, sarebbe stato impossibile venir fuori. La morte mi avrebbe raggiunto là in fondo, già sotto terra, e se non mi calmavo immediatamente e non mi facevo passare quel fiatone, l'avrebbe fatto anche prima. Ora, la prima cosa da fare era vedere se il tasto dell'allarme funzionava...

#1679 (Le ultime mosche #162)


SUNSET BASTIANO

C'era allora un altro Parsifal, al di là da lui, che contemplava sostando estatico le file di castelli immaginari.

#1678

Tutto il casino che veniva fuori da quello stereo le stava mandando in pappa il cervello, per cui urlò di inutile rabbia, e la band passò immediatamente dall'electro–noise che la caratterizzava a una versione acustica decisamente più godibile.

20170403

#1677 (Le ultime mosche #161)


FULL OF SUSPECT

Man mano che il tempo passava ogni volta che ci incontravamo il nostro ultimo bacio si allungava sempre più, sempre più lungo, sempre un po' di più.
"Quasi quasi ti sposo davvero per sempre," mi disse alla fine, "qua in mezzo sei l'unico ad essere dotato di un'anima."

#1676

L'inquadratura zenitale racchiude tutto il cimitero, grande quanto un quartiere e tecnologico come un istituto di ricerca. Poi, con un lento e fluido movimento curvo, si sposta e scende verso l'ala più antica, una struttura brutalista simile a un vecchio centro commerciale con tanto di vetrine, e affonda in una sala che affaccia sull'esterno, entrando a scrutarne i segreti: quelle pedane rotanti su cui le urne degli animali defunti vengono tenute in costante rotazione, in modo che i loro padroni possano vederli sempre ma risolvendo così al contempo anche il problema di spazio che ha sempre afflitto questa sezione.
"È questa," dice la nonnina quando la pedana arriva a mostrare una statuina curiosa, che rappresenta una balenottera azzurra sul cui dorso, incurante delle proporzioni, c'è un airone cinerino.

20170402

#1675 (Le ultime mosche #160)


CAMPI DI FILADELFIA

Il vecchio era immobile, bianco di retromarcia, rosso di stop, e fissava l'interno dell'auto, senza accusarmi della tragedia per poco scampata. Guardava dentro la macchina, e mi pareva avesse il potere di vedermi addirittura fin dentro le ossa, e scoprirmi fin nel midollo. Sensazione orribile, specie se provata di notte, in auto, da soli.

#1674

Una costruzione alquanto rudimentale, tutta legno e alluminio pressato, ma anche molto ingegnosa: il pianale su cui vengono fatti salire i turisti si alza mediante un sistema a montacarichi, mentre le pareti a fisarmonica vengono allungate e poi piegate fino a formare un gomito. Sostanzialmente una stanza il cui soffitto diventa poi una delle pareti, e il cui perimetro aderisce a perfezione con quello della scala che attende i visitatori venti metri più in alto. È da qui che la cima del monte, di per sé non raggiungibile per i motivi che ben conoscete, diventa finalmente visibile.

20170401

#1673 (Le ultime mosche #159)


POLLOCK–POLOK–MOLOK

Dei due uomini, l'uno con lo scuro in bocca, l'altro negli occhi, il primo era più basso e sorrideva come una minaccia. Quello alto invece non faceva che fissarmi, come un incubo, per cercare di strapparmi la confessione del reato che non credevo di aver commesso.
"Cosa ha fatto ieri?" chiese ancora quello basso, e quello alto continuò a fissarmi per tutta la durata dell'interrogatorio, perfettamente conscio che l'unica cosa di cui mi era possibile parlare era un altro ieri.


20170331

#1672

Ogni volta che faceve stretching e cercava di toccarsi le punta dei piedi con quella delle dita delle mani pensava a Eugene Tooms, e si convinceva che poteva farcela, che era tutta una questione di volontà, e che sarebbe riuscito ad allungare il suo corpo quel tanto che bastava a raggiungere il suo obbiettivo. Ed era davvero l'unico modo per averla vinta sulla sua mancanza di elasticità.

#1671 (Le ultime mosche #158)


PLAYGUARD LOVE

E dopo avermi baciato per la prima volta, mi salutò dicendo: "Questo è solo un assaggio," disse, "giusto un anticipo."

#1670

Quando l'ospite fu fatto accomodare nel salone, io e mia sorella lo osservammo per un po' nascosti dalle tende delle porte vetrate che davano sullo studio.
Era la prima persona di colore che vedevamo e, a differenza dei racconti che si facevano sulle genti dell'Africa, costui era perfettamente vestito, con un tabarro di plaid che copriva un impeccabile completo in tweed, e un cappello a tesa larghissima. Sebbene i denti fossero alquanto gialli e malandati e i capelli ricci sembrassero quasi infeltriti e avessero folte sfumature grigie, mentre misurava la stanza a grandi passi decisi e aspettava di farsi annunciare il suo aspetto era dei più eleganti.
Comprendevo l'eccitazione negli occhi di mia sorella, ma la mia non era da meno. Quando mi fu presentato e lo introdussi nello studio, notò subito l'ordine sbagliato di alcuni oggetti sui tavoli che avevo fatto preparare espressamente per il suo arrivo, il bicchiere inclinato nel verso sbagliato, la piuma nel portapenne di peltro, la roccia rivolta a ovest... tutti esami superati in modo brillante, in modo da poter passare senza altro indugio al tavolo su cui stavo lavorando al momento, quello più importante, per aiutrarmi col quale il nostro ospite era stato convocato da mio padre.
Ma è con mia sorella che lo straniero sembrò instaurare il rapporto più significativo: quella birbante continuava non solo a chiamarlo per nome—cosa che a lui pareva far piacere—ma anche, contro ogni logica sia dell'onomastica che della buona creanza, a pronunciare la doppia elle alla spagnola—cosa che, come fosse uno scherzo tra amici di lunga data, sembrava piacergli ancora di più.

20170330

#1669 (Le ultime mosche #157)


MAMMA TUTTA PANNA

I tre piatti erano perfettamente vuoti e abbandonati, non fosse che per una zucchina lasciata su un bordo. Mentre un odore di cera riempiva la stanza, la donna sul letto forse dormiva, forse moriva. Peter Greenaway cercava di mettere ordine, di catalogare in capitoli ciò che era avvenuto. Che ne era stato del terzo uomo? Forse non era mai esistito, una proiezione, come un'ombra cinese sul muro. Alla luce di candela tutto cambia aspetto, si sa: le cose buone acquistano un fascino per noi ignoto, e quelle cattive hanno tenebra per nascondere le loro impurità. Tutto sta a non abusarne, perché il lume in fiamme, se ridondante, perde tutta la sua magia.

#1668

Vi siete mai sentiti l'elemento di una mappa? È questo che ho provato stamattina, la straniante sensazione di essere una freccia tridimensionale che indica un punto unidimensionale su un piano bidimensionale.

20170329

#1667 (Le ultime mosche #153)


SEXERCISE

I neri fumi dell'olio offuscano i fasti della vecchia dimora, che nessun amplesso di Conte, nessun gemito di dama, nessun nudo adolescenziale potrà rinverdire mai. Come vampiri, i vecchi dignitari strisciano sulla carta da parati a fiori verde impero, col timore della luce, del fuoco, del sangue, del loro sangue. Sono stati belli, un tempo, e ora si abbrutiscono nell'oscurità di cenere e dimenticanza, rettili ancora vivi ma decapitati dalla rivoluzione che serpeggiava già attraverso i loro lauti banchetti.

#1666

Vorrei che fosse uno di quei film a colori che si vedono adesso al cinematografo, dove il marito torna a casa e dice cose del tipo "amore, sono a casa" e lei è in cucina a preparare una torta o cose del genere. E invece è la nostra vita, e la casa è una vecchia chiesa sconsacrata che usiamo come rifugio contro i bombardamenti, e i colori sono quelli che filtrano dalle vetrate istoriate assieme alla polvere delle rovine che è diventata la nostra città. E anche se sono ancora vestito da ufficio a lavoro non ci vado più, e il cappello lo uso solo per i trucchi di magia che ho imparato in tutto il tempo che abbiamo a disposizione, e peccato che quello delle due bombette mi sia venuto a perfezione soltanto ora che sono tornato per avvertire mia moglie che dobbiamo scappare un'altra volta.

20170328

#1665 (Le ultime mosche #152)


SÌ, ACQUA

E se ne stette così, a guardare la rugiada (o la brina che fosse) scorrere fuori da quella rosa che sembrava essere stata tinta col sangue. Aveva ballato tutta la sera, e la notte ancora. Quel regalo intimo e anonimo le risvegliò sogni inconsci che da troppo tempo usava riporre nei suoi cassetti più irraggiungibili.

#1664

Anche il Capitano era d'accordo: non potevamo lasciare lì quei civili. E dato che anche se non masticavano marce militari erano pur sempre una banda musicale, acconsentimmo a lasciarli suonare lungo la strada in mezzo alla città. La nostra partenza, che già aveva tutta l'aria di una parata, venne dunque accompagnata da motivi tutt'altro che canonici e, quel che fu più inaspettato, da ritmi molto poco militareschi. Tanto che le ragazze che erano accorse a salutarci più non resistettero: vennero a rapirci e ci coinvolsero in un'allegra balera di piazza. Che divertimento, quella notte. Anche i superiori dovettero ammetterlo, concedendo di rimandare la partenza all'indomani, e alla fine delle danze salutarono le ragazze con una pacca sulla schiena e anche un po' più in giù, dato che molte lo meritavano.

20170327

#1663 (Le ultime mosche #151)


LA PROSSIMA METÀ

Spesi l'intera giornata a cercare di ricordarmi perché avessi tanto sonno. Ma alla fine mi addormentai davanti al fiore del mio segreto.

#1662

Perché ci siamo infilati nella casa in costruzione?
Avremmo potuto aggirarla, la strada costiera poco oltre, quella viuzza breve per arrivarci... Saranno stati i lavori in corso ad attirarci?
All'interno (certo, c'è la vista sul mare, ma è tutto davvero molto piccolo: praticamente due stanze una sopra all'altra) un muratore è intento alle sue impalcature e due ragazze che arrivano di sicuro dalla città—due ragazze, dico! E chi le ha viste mai, da queste parti? Una è pure francese—fanno delle riprese con telecamera e treppiedi, e truci sono i loro sguardi al pur minimo spostamento dell'attrezzatura. Che sia una cosa artistica? La casa alla fine della collina? Il mare in lontananza dalla finestra?
Facciamo dietrofront, usciamo da quel teatro di mattoni e ce ne torniamo per la strada che abbiamo fatto per arrivare fin qui.

20170326

#1661 (Le ultime mosche #150)


LA RAGAZZA DEL RAGAZZO

Se ne stava lì, sotto la pioggia, con la sua lettera stropicciata tra le mani che piangevano inchiostro, e tu passasti, gli passasti davanti senza affidargli un solo ricordo dei tuoi occhi.
Finì che pensò di strappare la lettera e dimenticarti, chissà se sarebbe stato un bene o un male.
Quel che è certo è che prese un secchio d'acqua e contò goccia a goccia tutti i motivi per cui non valeva la pena ammazzarsi.

#1660

Il giorno dopo, al mio risveglio, la piscina accanto a casa mia è stata terminata, e c'è già qualche nuotatore che si allena. Il problema è che l'hanno costruita esattamente accanto alla mia finestra, tanto che se allungo la mano posso immergerla nell'acqua.
Certo, posso vedere le belle altete che si cambiano nel retro dei camion che per ora usano come spogliatoi, ma potrei anche ritrovarmi qualcuno in casa con estrema facilità.
"Gli inglesi lo faranno di certo," mi dice una signora del pubblico, seduta sul bordopiscina che è diventato il mio davanzale.
Anzi, alcune donne dell'organizzazione hanno già iniziato a usare la mia stanza come passaggio preferenziale per la struttura sportiva, e portano fiori avanti e indietro, già pronte per le premiazioni di stasera.

20170325

#1659 (Le ultime mosche #149)


FU

Quell'anno io e lei vivemmo un periodo ipotetico.

#1658

Sì, la mia ex ha messo su una band, tutta al femminile, tutte ragazze curiosamente bassine, suonano un po' come le Elastica, ma più incazzate.
Il concerto si tiene a casa del suo ormai "storico" attuale fidanzato, un'enorme villa in legno e mattoni fuori città dove sono certo che lei viva molto meglio che nel nostro bilocale stipato sebbene in centro, e che stasera è pieno di gente in ogni angolo, seduta su ogni superficie disponibile.
La prima volta che sono andato a sentirla, in un locale di provincia, non mi sono fatto vedere, ho preferito restare tra il pubblico a godermi lo spettacolo, come se non facessi parte, come se non avessi mai fatto parte della sua vita.
Ma stavolta sono venuto fuori e mi sono fatto riconoscere; così abbiamo parlato un po', e lei mi ha presentato le altre della band, e io le ho detto che il concerto mi era piaciuto molto, e insomma è stata una bella cosa, e sono contento per lei, eccetera.