20150130

#494 (Le mosche #127)


SANDWITCHES

Rivangando tra i nostri ricordi con la pala della franchezza si ricavano mucchi di terra. Non è terra buona (non ci si possono coltivare speranze). È terra fangosa in cui si affonda. Affogo nei ricordi di noi.

20150129

#493

È che alla vergogna non sono stati mai educati, è per questo che continuano a vivere. Se così non fosse, se dovessero cioé provare vergogna per quel che hanno, fanno e in definitiva sono, allora gli sarebbe impossibile aprire bocca, muovere un passo, scendere dal letto la mattina e perfino chiudere occhio la sera.

20150128

#491/492 (Le mosche #125/126)


MR WAY CUP

Negli alti finestroni della casa vecchia e in centro profumo di fuori, tra lenzuoli appena lavati e tende calate come sipari sull'alba che scende, Mr Nox si lascia andare come un vecchio aristocratico alla fine della sua aristocrazia, quando rimangono solo il battito cardiaco e le mura scorticate ad ascoltarlo. E quando moriamo la musica ci accompagna.


MR, WAKE UP

L'uomo (una quarantina ben vestita) si affaccia nella mia cabina con il volto delle circostanze: mi mancano milleottocento lire per il biglietto, dice. Maledetti i miei soliti preconcetti subcoscienti, gli diedi seicento lire. Ringrazia da signore e va alla cabina successiva. Mi mancano 1800 lire per il biglietto, lo sento ripetere.

#490

Si sveglia con la bocca asciutta e la faccia bagnata. Ha sognato la sua morte? Quasi. Forse peggio: ha avuto un assaggio della sua vecchiaia. E quel he ha visto non gli è piaciuto per niente: solitudine, malattia, dolore, freddo e smarrimento.
Spera sia la vecchiaia di qualcun altro, ma data la china che sta prendendo nella vita reale potrebbe essere benissimo la sua.
E appena sveglio si rende conto che per farla finita prima che sia finita ci vorrà un coraggio enorme, che lui non ha, ma che per tirare avanti fino a che sia naturalmente finita ci vorrà un coraggio ancora maggiore.
Come si contrasta questa epifania della vita futura? Quali sono le soluzioni a questo male in divenire? Vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, in una spirale di edonismo ed egoismo? O piuttosto circondarsi di persone fidate e fedeli, con cui condividere i momenti buoni cone quelli cattivi? Il futuro sarà piano di giorni belli o di giorni cattivi? E come emanciparsi da questa reincarnazione quotidiana?
Nel tempo che ci vuole tra aprire gli occhi e mettere i piedi a terra decide, come quasi tutti, di non pensarci più.

20150127

#489 (Le mosche #124)


LA FAMOSA FRASE DI PICASSO

La sera, prima di andare a letto, compiva i suoi soliti riti lunari: si torglieva l'elastico per i capelli, poi l'orecchino che sul cuscino gli faceva male, e infine gli occhiali di alluminio. In pratica ogni volta era sempre un altro quello che andava a dormire al suo posto.

#488

Cercava il suo volto, o almeno il suo corpo, tra quelle migliaia di ragazze, ma senza fortuna.

20150122

#487 (Le mosche #123)


MISTERY TRAIN

Che valore poteva avere la fotografia per un cieco? La necessità di rappresentarsi attraverso uno strumento visivo, l'unico non fruibile da un non vendente, era probabilmente inconsiderabile, non perché scandalosa o impossibile, ma semplicemente perché inutile.
Eppure le foto di Stoijl dimostravano il contrario: non che l'arte della fotografia fosse non fosse inutile, ma che anche un cieco, con una macchina fotografica, poteva mostrare quel che vedeva.

20150121

#486

"Sei triste?"
"No, ho solo qualcosa tra i denti."

20150119

#485 (Le mosche #122)


NEMA PROBLEMA

I capelli caduti nel lavandino si trasformavano in lunghi serpenti liquidi che scivolavano verso lo scarico slittando neri ed acquatici. O forse era soltanto l'effetto delle droghe? Il lavoro andava terminato comunque: una piccola nuova identità stava nascendo.

20150118

#484

Il fiore si spinge oltre il giardino
pende alto attraverso la grata
cerca l'attenzione del passante
chiede muto aiuto, mosso dal
vento in un inchino di preghiera.
Non capisce che l'unico modo
per aiutarlo a evadere sarebbe
reciderlo.

20150117

#483 (Le mosche #121)


L' ESAME

Che bello: i cessi erano della stessa marca di quelli di casa mia. Ma in un Autogrill tutto è diverso: il disegno sul muro di fronte a me mi ritrae schematizzato in posizione di attesa contemplativa dello sciacquone (sguardo rivolto verso il basso a un immaginario quanto prevedibilmente altrettanto stilizzato water, o a un pene che la suddetta stilizzazione ha escluso dallo schema) o piuttosto congelato nel gesto dello stiracchiamento sacrale.
Accanto all'illustrazione c'è la cellula fotoelettrica, la vera chicca, che mi permetterà di eliminare
le mie scorie senza premere nessun pulsante, senza dover nemmeno interagire col sistema se non attraverso la mia semplice presenza e conseguente assenza: è la tecnologia sociale, che fa di tutto per non farci sentire responsabili dei nostri escrementi né tantomeno farci preoccupare della loro eliminazione (problemi molto sconvenienti per un membro di una società così evoluta).

20150115

#482

Pensava di avere un problema col violino e il pianoforte, e invece ce l'aveva solo con il maledetto romanticismo.

20150114

#481 (Le mosche #120)


CIECHI MA BUONI

Chi era vivo inciampava nei corpi di chi era morto. La valle fiammeggiava di cadaveri bolliti di follia, carbonizzati dagli eventi, folgorati dall'avvento della morte. Braccia alzate e fumanti, volti obliqui e lamenti di capra, lance come capelli ritti sulla terra in cui erano piantate. I morti spuntavano dal suolo e lo coprivano col loro ricordo annerito e putrefatto.
Dalle cime, il condottiero straniero troveggiava sul cimitero con la battaglia perfetta ancora nella testa, e una testa infilata sulla punta della lancia.
Chi era vivo, semplicemente non era ancora morto.

20150113

#480

Come le particelle in sospensione in un liquido quando si cerca di acchiapparle tra le dita: così, sfruttando le correnti d'aria che il gesto stesso crea, sfuggono le zanzare quando si prova a schiacciarle fra le mani.

20150111

#479 (Le mosche #119)


LA RICERCA

"Signora, mi spiace, quella grossa macchia bianca che vede attorno allo sterno, quello è un tumore, ormai è enorme."
"Dottore, non sia idiota, quello è il cuore."
"Impossibile, signora, lei non ha cuore."

20150110

#478

Il livello dell'acqua nel bricco diminuiva a vista d'occhio nel brevissimo spazio tra il lavello e i fuochi della cucina. Una maledizione per il crepuscolare Marko Haavisto, che da molti giorni ormai non riusciva più a prepararsi il té della sera.

20150108

#477 (Le mosche #118)


MESECINA

Dormire sopra di te questa notte mi rende un uomo felice. Voglio che tu sappia che la mia ammirazione per te sfiora la cieca adorazione ma non lo sarà mai, perché non voglio scontrarmi con la verità dei tuoi sentimenti. Mi accontenterò di questo letto a castello che è il mio amore. Grazie di avermi ospitato.

20150107

#476

Pare che gli esseri umani continuino a sognare anche dopo essere morti. L'ho sognato proprio stanotte.

#475 (Le mosche #117)


A DIRTY STORY

Così ero automaticamente escluso dalla lista dei sospettati. Potete immaginare come fosse sollevato un uomo come me (con moglie e figli, per giunta) la cui innocenza venga provata oltre ogni ragionevole dubbio dopo che aveva rischiato di beccarsi trent'anni per rapina a mano armata e omicidio. Perciò qualcuno fu incastrato al posto mio e io me la sto spassando in quest'isola del Pacifico col bottino, mia moglie e i miei figli.