20170731

#1739

Bere più acqua, bere più acqua!

20170727

#1738

Alla fine della festa restarono nella vecchia casa solo Anton e il suo figliolo Emil, entrambi già vestiti di cappotto, cappello e sciarpa, ma in cerca delle scarpe che, la porta già aperta sulla notte innevata, non si trovavano da nessuna parte.

20170725

#1737

Aveva deciso di mangiare un morso ogni volta che Federer avesse fatto un doppio fallo e di bere un sorso ogni volta che avesse messo a segno un diritto. Il modo migliore per ubriacarsi molto in fretta.

20170724

#1736

Il nuovo boss era inflessibile: pur essendo semplici impiegati, carne da scrivania, d'ora in poi il nostro lavoro avrebbe voluto dire fare anche molto più sesso. E pazienza se le strappone che ci procurava erano sempre un po' in là con l'età e con la decenza: quando passi quattordici ore davanti a un computer un corpo è pur sempre un corpo, e il sesso è pur sempre sesso.

20170722

#1735

Le mie idee in fatto di bambini che piangono non cambieranno certo grazie a questo cinesino indemoniato, ma sta di fatto che il tipo ha una musicalità e una ritmica tutta sua: urla e strilla sulla base funk in filodiffusione lungo i reparti del supermarket, e non ha nulla da invidiare all'animalesca ma calcolatissima genialità vocale di James Brown!

20170721

#1734

Approfittando del figlio in età scolare, la furba signora dai capelli rossi usava i doppioni delle figurine per coprire le foto di mostruosità e aberrazione che decoravano i pacchetti delle sue sigarette: ora sembrava che, invece di devastazione e morte, fumare volesse dire poter diventare come Po di Kung Fu Panda, Megamind o il gatto con gli stivali...

20170720

#1733

Se le persone seguissero in senso lato alcune delle più semplici regole sociali (occupare la corsia libera più a destra, accostare quando si sente una sirena, rallentare alle strisce pedonali, lasciare scendere prima di salire, non gettare rifiuti in strada, rispettare la coda...) il mondo sarebbe un posto decisamente migliore in cui vivere.

20170719

#1732

Dopo aver visitato la chiesa, notammo il vecchio bar abbandonato, una palazzina semicircolare circondata da una sorta di colonnato colorato in rosso pompeiano, con l'insegna cadente ma ancora in parte leggibile.
"No! Fatemi sedere," disse Guido, "è bellissimo."
"Le colonne sono di cartapesta," ci spiegò non senza un certo orgoglio la nostra guida, che effettivamente aveva più l'aspetto di un muratore in pausa pranzo. "Anche la facciata della chiesa l'abbiamo fatta noi," aggiunse infatti poi.
Chiesa che, barocca, policroma e istoriata, sorgeva in cima a un anfiteatro di scalini su cui sedevano altri numerosi turisti, ma che veniva usato abitualmente dagli abitanti del paese per le loro chiacchiere e i loro commerci, e dal quale venne giù addirittura un'amazzone in groppa al suo scatenato cavallo.
Fu allora che notai tra la folla del mercato quella che aveva tutta l'aria di essere una iena: fiutava l'aria e si guardava furbescamente attorno probabilmente in cerca di una vittima che, unico ad averla notata e a temerla, non potevo che essere io. Da qui al morso il passo era troppo breve per non approfittarne.
Fu anzi un balzo, agile e silenzioso, e tra l'indifferenza più diffusa mi trovai quel mostro attaccato violentemente al braccio per i forti denti sporchi. A niente valsero le numerose ramazzate che cominciai a menargli sul cranio col mio pesante mazzo di chiavi: quello, tenace, non mollava!
A salvarmi fu una mia vecchia conoscenza, il serpente Milwaukee—dall'espressione indiana che significa "sta attento, guardati attorno"—e che, da piccolo rettile delle praterie, si era ormai trasformato in un bel pitone di grossa taglia.
Fu lui a scagliare addosso alla iena la pietra nera e perfettamente levigata che la mise finalmente in fuga, e che ora conservo come uno tra i miei beni più preziosi.

20170717

#1731

Malgrado da piccolo la cosa mi sembrasse un'esagerazione e mi facesse anche un po' ridere, ora che ho un'app che me lo fa vedere sullo schermo del mio telefono non credo più che mia madre esagerasse quando diceva: "i chilometri, oggi ho fatto letteralmente i chilometri."

20170716

#1730

È in occasioni e posti come questi che mi rendo conto dell'esistenza di persone che—al pari di quelle che, per dire, tirano in dentro la pancia da tanto di quel tempo da farlo ormai in modo praticamente inconsapevole—mantengono stampato in faccia un perenne sorriso, non solo mentre parlano con altre persone, ma anche quando non ce ne sarebbe ragione, forse per l'inconscia ma socialmente e spesso professionalmente giustificata paura che qualcun altro possa pensare che non siano persone felici, entusiaste e soddisfatte, o che, peggio, durante quell'evento non si stiano divertendo, non stiano apprezzando le parole che sentono, non si stiano sentendo in sintonia con la gente che li circonda.
Mi chiedo se sia una capacità acquisita, se la si impari in qualche corso, o se sia una dote personale.

20170715

#1729

Era davvero misterioso il caso per cui da ragazzino, sfogliando per maledetta curiosità infantile la copia di IT di Stephen King che il cugino più grande stava leggendo, fosse incappato proprio in una pagina così spaventosa. Ora che aveva finalmente deciso di affrontare i suoi fantasmi e leggerlo una volta per tutte, per le prime 400 pagine, più che un horror il libro si stava sostanzialmente rivelando un trattato di psicopatologia.

20170714

#1728

L'antica diatriba col suo compagno di scuola—che auto avrebbe avuto da grande, se una costosa sportiva o una banale autoritaria—si era risolta con un nulla di fatto, dato che a parte insane pulsioni hipster (Volvo 240, Panda 4x4), una volta adulto l'auto era davvero l'ultima cosa a cui pensava.

20170713

#1727

Maria era preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato, e mentre io piuttosto la ringraziavo per avermi permesso di entrare finalmente in contatto con i membri della "famiglia" lei continuava a scusarsi.
Ma era solo grazie a lei, che li conosceva bene e che un tempo era stata parte dell'organizzazione, che ero riuscito a parlare con le persone a cui fare le domande che avevo bisogno e al contempo temevo di fare.

20170712

#1726

La nostra terra è brulla, fatta di colline spoglie fin dove lo sguardo arriva. La conosciamo bene, palmo a palmo, ma insistiamo a cercare un posto migliore in cui fermarci.
Così, i bambini imparano ad arrampicarsi sulle rocce come capre, e ci precedono—come è ormai giusto che sia—nella nostra continua ricerca.
Di tanto in tanto incontriamo altre genti, per lo più persone solitarie, a coppie, famiglie minime o riunite in piccoli gruppi accampati suoi monti, in riva ai laghi.
Il posto in cui siamo arrivati oggi è ricco d'acqua, un sistema di canali e pozzi naturali attraverso i quali è possibile spostarsi rapidamente da un'altura all'altra. Prima che l'acqua riprendesse il suo corso doveva essere un luogo abitato, perché in fondo a una di queste cavità c'è ancora una camera che appartiene a una civiltà passata, sommersa da così poco che gli oggetti—armadi, tavoli, letti—sono tutti ancora al loro posto, disordinati, ma solo leggermente, dalla corrente.
I cadaveri di un uomo e una donna giacciono sotto le lenzuola, e solo ora comincio a pensare che essermi immerso in queste acque mi abbia fatto ammalare, e mi abbia reso pericoloso per lamia gente. Ma quelli di qui vanno avanti e indietro come se nulla fosse, vestiti come se dovessero andare ogni giorno a lavoro in ufficio.
Ci sono dunque ancora società così primitive da credere che esista ancora una possibilità per il mondo così come lo conoscevamo?

20170711

#1725

Ecco cosa odio di più, le ossessioni. Specialmente nelle loro varianti più pericolose, le dipendenze e le paranoie.
Le odio perché mi fanno orrore. E mi fanno orrore perché le temo.
Ciò non vuol dire che rifugga le abitudini, anzi.

20170710

#1724

As for the new technologies, my motto is: "The fact that you can doesn't mean that you should."

20170708

#1723

Le previsioni meteo avevano cannato di un paio d'ore (come al solito, a guardare in retrospettiva), e così mi ritrovai bloccato al supermercato mentre fuori diluviava.
Poco male dato che, oltre a un ecuadoregno con cagnolino e una sciùra attaccata con le ragnatele, c'era Stephen King seduto accanto a me, e avevo ancora mille pagine di IT da leggere.
Sarà stata la location o la gente che si accalcava accanto all'uscita imprecando in attesa che spiovesse, ma quella situazione rafforzava la mia convinzione che, almeno per le prime duecento pagine, quel libro non fosse altro che un trattato di psicopatologia.

20170707

#1722

Lo chiamavamo "il giorno del capo branco": per un giorno ogni mese il comando passava al piccolo di famiglia che, a patto di non sforare il budget di 100 euro stanziato—pasti compresi—per l'intera giornata, poteva decidere le attività da fare, tassativamente tutti assieme.
Fu così che imparò a gestire al meglio le proprie entrate e le proprie aspettative fin da bambino; ed è a quelle giornate che ripensa ancora oggi ogni volta che riceve lo stipendio.

20170705

#1721

Non si poteva mai guardare un film tutto di filato: una volta era la pipì, un'altra volta la camomilla, un'altra volta ancora una telefonata, infine l'ennesimo biscotto. Quella che per lui era un'esperienza totalizzante, l'unica a cui dedicare tutta l'attenzione per quel dato lasso di tempo, per lei era solo mero intrattenimento, una delle varie componenti della serata.

#1720

Come se la reattività di tutti fosse stata compromessa da anni e anni di serie tv in cui pericolo, dolore e morte non sono che elementi di una sceneggiatura ben oleata, come se il senso civico fosse stato anestetizzato da decenni di telegiornali, e la loro stessa umanità fosse imprigionata da una sorta di amnesia collettiva: ecco come si comportavano al suono dell'ennesima sirena, all'arrivo dell'ennesima ambulanza.
E malgrado io sia per l'entropia naturale e la necessaria estinzione del genere umano, non è questo il modo in cui una persona dovrebbe morire, non bloccata in mezzo al traffico perché una manica di stronzi patentati non capisce che quando sente la sirena di un'ambulanza deve accostare senza se e senza ma.
Non c'è pena corporale o pecuniaria adatta a emendare la gente che non si sposta, che stolida resta al comando della propria auto in mezzo alla strada come se da questo dipendesse il controllo sulla propria vita.
Non c'è punizione che basti, se non forse la morte stessa.

20170704

#1719

Capitava a volte che le due sveglie—una marcetta in 4/4 e una rapida successione di semiminime—suonassero in perfetto unisono (la chiave corrispondeva), creando un richiamo stereofonico che dava alla giornata appena iniziata un tono di euforia e serendipità molto promettente.

20170703

#1718

Perché mi guarda così male? Solo perché l'ho guardata?
Ed ecco, a pochi passi, una donna che invece pagherebbe pur di essere fissata con la stessa intensità.
Curiosa la vita, dove la stessa donna che disprezza gli uomini che la guardano, dopo qualche anno—qualche passo—odierà che nessuno la guardi più.