20170630

#1717

A causa della forte miopia, ogni volta che sedeva sulla poltrona del barbiere doveva aspettare la fine del lavoro per rimettere gli occhiali e sapere qual'era il suo nuovo volto. Era un po' come vedere una persona dopo qualche anno invece che giorno per giorno. E anche se il taglio che chiedeva era sempre lo stesso (e, per la maggior parte delle volte non cambiava nemmeno chi lo eseguiva), il risultato era sempre leggermente—a volte anche considerevolmente—diverso, e comunque una piccola sorpresa. Forse, in definitiva, a cambiare era lui, e non solamente i suoi capelli.

20170629

#1715/1716

Oblivion è un libro prezioso, perché raccoglie tutte le fotografie che documentano, volutamente o involontariamente, i soprusi dei "bianchi" nei confronti di tutte le altre popolazioni.

Il secondo libro che voglio mostrarvi è Italiano per naturalisti, un compendio enciclopedico-letterario sulla difesa del patrimonio forestale e avifaunistico del nostro paese.

20170628

#1714

Dapprima sembrava solo pulviscolo sul tavolo, caduto da una mensola. Ma sotto alla spugnetta che stavo usando per pulire il ripiano di formica, notai che aveva una consistenza inaspettata, più solida anche se non dura.
Sotto l'azione di sfregamento quel grano di sporco si rivelò allora dotato di zampe, e ad ogni passaggio di spugna l'involucro in cui era contenuto si apriva sempre di più, lasciando alla fine libera la farfalla che vi era contenuta.
Aprì le ali, umide e spiegazzate come carta pesta appena fatta, e prese a volare per la casa, veloce e placida allo stesso tempo. Era splendida, di un colore viola pallido, la cosa più bella che avessi mai visto.

20170626

#1712/1713

Quando rientro Sara chiude la porta a chiave dietro le mie spalle. Gli altri coinquilini sono tutti in cucina come se non aspettassero altro che il mio ritorno.
"È un agguato?" chiedo.
"Devi provare la colomba di Simone," dice Sara.
"La colomba mi fa cagare."
Questa poi, noto sedendomi, è piena di scorzette di arancia candita.
"E nella classifica delle cose che mi fanno cagare, i canditi vengono subito dopo."

È allora che Giulia apre la porta della sua stanza, rivelando tutta quell'area della casa—enorme, vuota e lussuosa—che ci è preclusa.
"Là in fondo dev'esserci il Paradiso o l'Inferno," dico, "dato che mi pare evidente che qui ci troviamo in Purgatorio."

20170623

#1711

Siamo alle solite: nemmeno un'ora dopo esserci rivisti, mia madre comincia a passare in rassegna la mia biancheria in cerca di buchi da rattoppare. Ma l'operazione su quel calzino—rifare tutta la cucitura verticale punto per punto rigirando i lembi di cotone verso l'interno per non lasciare il filo a vista—sa di accanimento terapeutico.
"Questo è troppo," inveisco con la mia solita veemenza fuori luogo. E ovviamente adesso sono io quello in difetto, perché con mia madre finisce sempre che mi metto a biasimarla per qualcosa come fossi isterico.
"Non basterebbe lasciare quel calzino al suo destino e passare un'ora in più con me?" imploro.
È tanto insensata, questa mia richiesta?

20170622

#1710

Il modo in cui questi bambini giocano a baseball è già abbastanza contorto senza contare le scimmiette: la palla, lanciata dal primo all'imbocco del tunnel, viene battuta dal secondo, posizionato a metà strada, e poi ancora da un terzo, che fa base nella curva a gomito che si trova quasi alla fine del percorso. Il loro scopo è colpire la grata di ferro che chiude l'uscita dalla parte dello strapiombo; ma ancora più incredibile è il comportamento delle scimmie—tipiche della zona—che, all'arrivo delle palle verso la rete, saltano per essere da queste intercettate a mezz'aria e porre così auspicabilmente fine alla propria esistenza. In assoluto una delle pratiche più bizzarre e inspiegabili che si possono osservare in natura.

20170621

#1709

Quando dico che era un lettore affamato non intendo necessariamente dire che leggeva tantissimo, ma che lo faceva con gusto e avidità, e che durante quella sua attività niente poteva disturbarlo. Leggeva in ognuno dei rari momenti lasciati liberi dalle incombenze della vita quotidiana, che erano tante e asfissianti: non solo la sera a letto, quando tutto era fermo e silenzioso, ma anche la mattina in bagno o mentre, a tavola, beveva tè nero o caffè americano, o al bar, se era lì che faceva colazione, o camminando da casa alla metropolitana, e ovviamente sulla metro stessa—seduto o in piedi che fosse, anche quando era pressato dalla folla—e lungo il percorso—sia che prendesse le scale mobili o che facesse quelle a piedi—dalla stazione al lavoro, e a volte pure a lavoro, tra un impegno e l'altro, se non anche a mensa, in caso pranzasse da solo. Non era una questione di pagine lette, quanto di devozione all'atto della lettura.

20170613

#1708

Baciarlo la mattina prima di uscire di casa per andare a lavoro era come fare una seconda colazione.

20170612

#1707

Viveva ogni giorno come fosse il primo.

20170611

#1706

Non devo preoccuparmi dell'età, dice lei, perché sono così curioso di tutto e questa curiosità sarà la mia salvezza.
Ma la curiosità uccise il gatto, dico io.
Sì, ma tu non sei un gatto, dice lei.

20170610

#1705

Cosa succede se si monta un materasso a molle insacchettate a sette zone di portanza su una struttura pensata per un consumatore medio svedese?
Che si rischia di cadere dal letto durante i propri sogni.

20170609

#1704

Ma il peggio deve ancora venire, e uno stupido caso privato si scatena in tutte le sue più inaspettate conseguenze: quando i due bambini vengono picchiati dal padre di famiglia accanto alla sua auto giù in strada (mentre moglie e figlie restano atterrite nell'abitacolo) penso immediatamente a un caso di violenza contro minori—volano minacce e schiaffi pesanti—scendo di casa e riprendo tutto al cellulare, ma facendomi anche notare, in modo che l'uomo si senta minacciato e la smetta.
Quando però i bambini ne approfittano per allontanarsi vedo che ridacchiano, e che forse si sono pure portati via quello a cui puntavano.
Una volta risalito a casa guardo il resto dal balcone: i due sono tornati imprevedibilmente all'attacco, forse subito dopo che me ne sono andato, ma il padre di famiglia stavolta picchia davvero duro e urlando li sbatte sull'asfalto uno dopo l'altro. Poi entra in auto e ne viene fuori con un fucile a pompa e spara un paio di colpi in aria, di cui uno rischia proprio di colpire mia sorella, che intanto è venuta ad affacciarsi incuriosita dal baccano.
A quel punto urlo anch'io e prendo il fucile per difendermi. Ma in un attimo siamo raggiunti dall'esercito che, arrampicandosi—o calandosi?—sul nostro palazzo, ci punta ora i laser contro. A nulla serve gettare l'arma e gridare che siamo italiani: il ragazzino che ci tiene sotto tiro col mitra è uno straniero dagli occhi di ghiaccio che sghignazza mentre dice beffardo e con accento slavo: "Ah, italiani, eh?"
Poi prende a sparare all'impazzata contro le orde di mediorientali affamati che si sono intanto improvvisamente avvicinati all'edificio e cercano ora di scalare l'ultima ringhiera, colpendo tutti, civili e milizie, e facendo una strage.

20170607

#1703

La notte è iniziata con una fine del mondo o due, un asteroide in rotta di collisione cin la Terra o qualche altro evento particolarmente traumatico che ha a che vedere con gente in fuga e corpi bruciati.

#1702

A sentir lei, con quella facevano due in un giorno, cioè fin troppo per i loro ritmi. Ma secondo i calcoli di lui erano in realtà due in un mese, il che era decisamente poco per chiunque.

20170606

#1701

Amato dai migliori, odiato dai peggiori—quindi praticamente da tutti—e molto incompreso. Così si sentiva Libero Alessi, superiore ai più ma senza necessità di dimostrarlo, per paura di scoprire che tale non era. E così trascinava le sue giornate, preferendo il tormento che abita nell'incapacità di confrontarsi col resto del mondo alla liberatoria durezza della verità.

20170605

#1700

La mia missione—fare sempre meno cose che prevedono l'uso della vista e di un device tecnologico—ha subito l'ennesimo arresto. La tara dell'occidente pesa su di me come sempre, nonostante le mie ottime intenzioni e i miei migliori propositi.

20170602

#1699

Dopo un po' di tempo nella vasca, sospeso nell'acqua calda a mezza altezza dal fondo, era in grado di visualizzare il flusso d'aria che entrava e usciva dal suo stomaco e, su per la gola e il naso, fuori e dentro di sé, e contemporaneamente di ascoltare il merlo fuori dalla finestra, pensare alla cena da preparare la sera, ragionare sul progetto a cui avrebbe collaborato quell'estate nonché, in questo complesso ordine mentale che nulla aveva a che vedere con la meditazione, perfino anticipare con la mente il momento esatto dell'arrivo di ogni goccia, a circa sette minuti l'una dall'altra, che gli sarebbe finita sul piede colando dal rubinetto.

20170601

#1698

Che pena vedere il grande orso bruno gironzolare per l'intrattenimento del pubblico pagante su un monociclo, travestito da torre medioevale capovolta (il numero del circo prevedeva che, per mostrarla nel verso giusto, al culmine dello spettacolo l'orso si mettesse a testa in giù).
A tenerlo sotto controllo c'erano alcuni grossi cani da slitta, abnormi, e cacciatori provati. Ma il deterrente che lo spaventava di più era un origami arancione volante, controllato a distanza come un drone.
Eludendo la guardia degli spaventosi mastini, sfilai allora tra il pubblico e raggiunsi un'altura, dalla quale mi riuscì di prendere e disarticolare il drone, che ora era solo in grado di zoppicare al suolo, per la gioia un po' folle del mio futuro amico.