20170609

#1704

Ma il peggio deve ancora venire, e uno stupido caso privato si scatena in tutte le sue più inaspettate conseguenze: quando i due bambini vengono picchiati dal padre di famiglia accanto alla sua auto giù in strada (mentre moglie e figlie restano atterrite nell'abitacolo) penso immediatamente a un caso di violenza contro minori—volano minacce e schiaffi pesanti—scendo di casa e riprendo tutto al cellulare, ma facendomi anche notare, in modo che l'uomo si senta minacciato e la smetta.
Quando però i bambini ne approfittano per allontanarsi vedo che ridacchiano, e che forse si sono pure portati via quello a cui puntavano.
Una volta risalito a casa guardo il resto dal balcone: i due sono tornati imprevedibilmente all'attacco, forse subito dopo che me ne sono andato, ma il padre di famiglia stavolta picchia davvero duro e urlando li sbatte sull'asfalto uno dopo l'altro. Poi entra in auto e ne viene fuori con un fucile a pompa e spara un paio di colpi in aria, di cui uno rischia proprio di colpire mia sorella, che intanto è venuta ad affacciarsi incuriosita dal baccano.
A quel punto urlo anch'io e prendo il fucile per difendermi. Ma in un attimo siamo raggiunti dall'esercito che, arrampicandosi—o calandosi?—sul nostro palazzo, ci punta ora i laser contro. A nulla serve gettare l'arma e gridare che siamo italiani: il ragazzino che ci tiene sotto tiro col mitra è uno straniero dagli occhi di ghiaccio che sghignazza mentre dice beffardo e con accento slavo: "Ah, italiani, eh?"
Poi prende a sparare all'impazzata contro le orde di mediorientali affamati che si sono intanto improvvisamente avvicinati all'edificio e cercano ora di scalare l'ultima ringhiera, colpendo tutti, civili e milizie, e facendo una strage.

No comments: