20140829

#390

Una piccola casa vecchia e dimessa piena di libri e oggetti di recupero, un grande loft quasi vuoto dotato dei più moderni comfort in cui ascoltare musica classica, in cui ascoltare musica elettronica, dove poter suonare rockabilly, dove poter suonare folk acustico e rinchiudersi in una solitudine quasi ascetica ma anche serena, da cui uscire per partecipare alla confusione inebriante della mondanità, da dividere con una donna semplice e dolce, con una vamp festaiola e disinibita, in cui accogliere un gatto mammone, da cui partire con un cane impavido, con una bici claudicante ma dal disegno classico, una bici all'ultima moda minimale e leggerissima, un motorino utilitario, una moto d'epoca, un'auto imparcheggiabile, i mezzi pubblici, il treno, i piedi. Anonimato e dandismo, fedeltà e libertinaggio, amore e libertà, salutismo ed entropia, pieno e vuoto, accumulazione ed estinzione, ozio e dinamismo, evoluzione e regressione, pensiero e azione. Tra tutti questi ed altri estremi di teneva in bilico la vita di Sandor Kozma.

#389 (Le mosche #73)


SMOOKY

Negli anni '40 Hanson & Patterson non vendevano semplicemente scarpe. Loro ti vendevano un sogno. Ben confezionato e lussuoso, quindi a caro prezzo. Stava a te decidere qunto spendere per smettere di sognare.

20140827

#388

L'estremo piacere che provo quando esercito lentamente il mio diritto alla precedenza pedonale e in questo modo costringo un'automobilista a scalare in prima.

#386/387 (Le mosche #71/72)


THE TRAIN

Teneva tanto alla sua vita che non mancava, ogni notte, di chiudersi in una cassaforte di cui solo lui e il suo cane conoscevano la combinazione. Lo fece per l'ultima volta la notte che il suo cane morì (senza latrati), e da quella cassaforte non è ancora uscito.


THE ARTIST

Temeva tanto la sua vita che non mancava, ogni notte, di chiuderla in una cassaforte di cui solo lui e il suo cane conoscevano la combinazione. Lo fece per l'ultima volta la notte che il suo cane l'aprì (senza cigolii), e da quella cassaforte la vita per sempre è uscita.

20140826

#385

Molto difficile, quasi impossibile, per Mathurin Ti-Bouch, salvarsi dalla tradizione popolare che voleva tutti tatuati. Anni prima aveva dovuto cedere, troppo piccolo per opporsi, alla foratura dei lobi, ma ora avrebbe dovuto combattere anche con i denti per impedire che la sua carne venisse ancora violata.

20140825

#384 (Le mosche #70)


HO FATTO LA COSA GIUSTA

Se sputassi per beccarti in un occhio
sta pur certo che c'azzeccherei.
Se cadessi per baciarti in un occhio
sta pur certo che ti mancherei.

#383

Tu mi fai girar,
tu mi fai girar,
come fossi una trottola.

20140823

#382 (Le mosche #69)


MONDADORI SELECTION

Sul marciapiedi le scarpe ticchettando
come un orologio. Le sue bambe scandivano
il mio tempo, che la seguivo rubato.

20140822

#381

Più capelli hai meglio è, pensa il givane Takashi mentre sfoltisce il suo ennesimo cliente: più capelli da tagliare più tempo per concentrarsi sui capelli, ovvero più tempo per occupare il tempo.

20140821

#380 (Le mosche #68)


MR. BHO!

Mr. Norton, professione antivirus, col famelico
culto dei baci perduti, aspettava le vacanze;
un viaggio a Lisbona, un incontro casuale,
gestacci dal finestrino, sbornie con gli amici
e auto spinte fino allo spasimo, per poi riposarsi
sul ciglio della strada e ridere dei giorni andati.

20140813

#379

"Quei miserabili," disse, "trovano fantastico godersi i piccoli piaceri quotidiani solo perché non possono permettersi quelli più grandi."

#378 (Le mosche #67)


LE FESTE DEGLI ALTRI

Facendo segni astratti come scie di api su fogli trovati in giro, capì non solo il valore del supplizio, ma anche quali sono le penne migliori. Le più fedeli, sicure, liscie e nere sono quelle vecchie, recuperate in strada, rubate a qualcuno, mai conosciute prima.

20140812

#377

La riunione di redazione è un conciliabolo di camicie bianche e azzurre, come a un funerale di buone notizie. E mentre si decide la prima pagina di domani, oltre i vetri e giù in strada un carnevale di vecchi claudicanti, tra cui spicca il vecchio negro in scarpe da ginnastica, che cammina rimbalzando e fa gli scalini tre a tre. Sono zombie o cosa? Mi sa che la rivolta è iniziata.

20140811

#376 (Le mosche #65)


THANK YOU GIRL

"Ho un po' di piatti da lavare," pensò Robert Frank, filosofo dell'improvvisazione, poetà della casualità, "ma stanotte piove e si dormirà bene."

20140808

#375

Si leggeva una volta nei fondi di caffé che il Vulcano avrebbe eruttato il Dio Calamaro (o lo spirito del, non era ben chiaro), e seduti ai tavolini di ferro battuto e marmo del bar ancora oggi aspettiamo, un occhio al bicchiere colmo di rum agricolo, zucchero e lime, e un altro alla vetta del monte, perché non c'è verità qui sull'Isola che non sia prima passata per una tazzina incrostata.

#374 (Le mosche #64)


9 (NOVE)

Stesa e Raggomitolata
come Luna Bianca avvolta dal Buio
di Sera, se dura
mi fissa con Occhi di Luce
lasciandomi Sveglio per Sempre.

20140807

#373

Inimicatosi già da tempo le alte sfere della polizia a causa delle sue indagini sulla connivenza tra istituzioni e malvivenza, e indurito dall'abitudine a ritorsioni e ricatti d'ogni ordine e grado, con quest'ultimo passo falso il commissario Carapace aveva pestato una merda troppo grossa perfino per lui. La pena da scontare fu il degrado a ispettore e l'esilio in una piccola isola senza conto. Ma è proprio da laggiù che la provvidenza gli diede in sorte l'occasione di sferrare il suo attacco più deflagrante.

20140805

#372 (Le mosche #63)


PLASTILINA CONNECTION

È una donna che usa mezze ore
nel bagno per lavarsi i denti
con la carica sensuale
di un gioco cinese, semplice
ma continuamente da scoprire.

20140801

#371

Quella mattina in hotel finirono quasi per caso a fare colazione allo stesso tavolo. Scoprirono così di avere molto in comune, non da ultime alcune piccole manie (come quella di mangiare per primi i biscotti rotti, ad esempio). Espletati i convenevoli di rito, decisero di visitare assieme la città e dopo un po', apparentemente senza nemmeno accorgersene, si ritrovarono a tenersi per mano.

#370 (Le mosche #62)


11:40

E così il mio compare prese ada attaccare post-it per la casa, sugli oggetti e sui muri, sopra ogni mobile e in ogni posto dando a ciascuna cosa il suo nome perché, diceva "bisogna stare attenti a non scordarsi come si chiamano, né scabiarle per altre cose. A ogni cosa il suo nome perché è dimenticandosi di fare questo che rischiamo, per esempio, di chiamare amici quelli che non lo sono, e amore quel che amore non è."