20170831

#1755

Ci corteggiamo rasentando i muri tra la mensa e la biblioteca, incrociandoci tra i capannelli di altri studenti e ruotando su noi stessi fino a trovarci guancia a guancia, arrossendo e sorridendo come se fosse di nuovo la prima volta.

#1754

Il ricordo del sor Bruno e del suo emporio era così vivo in paese che, nonostante l'attività fosse passata di mano ormai da più di cinque anni, il nuovo droghiere aveva ritenuto opportuno tenere ancora ben in vista il cartello con su scritto “NUOVA GESTIONE”.

20170830

#1753 (to A.H.)

Your mouth stretches until your lips shine
Your teeth tear me apart like knives
Your nose and ears, they make me smile
And I can't stand those lights in your eyes

Your mouth shines, it's morning first light
Your teeth rise, they're just like shrines
Your nose and ears, clouds in the sky
And I can't climb the heights of your eyes

Your mouth grows like a tide
Your teeth glow, they blow my mind
Your nose and ears, unpredictably wise
Still I can't survive the abyss of your eyes

Your mouth hiss, it cut in the line
Your teeth clank, they break my spine
Your nose and ears, they make me blind
And I must stay deft to the siren of your eyes

Your mouth is tense like a wire
Your teeth are dense like moist air
Your nose and ears, they ooze desire
But I'm forced out the garden of your eyes

Your mouth frosts, slippery as ice
Your teeth crack, loud as angry mice
Your nose and ears, they stand up in praise
So I'm kicked out from the prize of your eyes

From the garden of your eyes
From the siren of your eyes
From the abyss of your eyes
From the heights of your eyes

'Cause I'm not supposed to relish the light of your eyes

20170828

#1752

Il papillon, che io ho messo la prima volta dieci anni fa a New York—dove, perfino lì, quasi nessuno lo portava—si è ormai così diffuso che sono davvero lieto di non averlo indossato in questa occasione: a parte i tatuaggi, sembra il dettaglio più in uso tra i numerosi e dubbiamente eleganti ospiti.

#1751

You can't keep note of everything
You can't keep everything clear
Your house is dirty, yes, ok
But you can't afford a new one, so

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

You can't keep everything in its place
Although there is a place for everything
And everything has its place
You can't hold time from keeping its pace

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

Stop trying to be so smart
Let the dust rest in peace
Let the house fall apart
And let every piece be

Just let it go
Just let it be
Unless you want to be a control freak
Just let it go
Just let it be
If you really want to be control free

20170827

#1750

Dopo l'adduzione, convinta per vero o falso che fosse di essere oggetto di osservazione in un esperimento alieno, cominciò a disertare il consorzio sociale, evitando in spirito d'abnegazione e forse patriottismo ogni rapporto con gli altri esseri umani e rifuggendo ogni occasione di contatto col resto della comunità, in modo da non fornire alcun elemento di studio ai maledetti rapitori extraterrestri.

20170826

#1749

Ci sono città in cui
la notte non giunge mai
la luce del sole non tramonta
mentre noi
stanotte
sotto l'occhio di luce
dell'impietosa luna
le nostre imperfezioni
la nostra limitatezza illuminata
cerchiamo di dormire
mantenendo il contatto
ma distanti abbastanza
da non crearci vicendevole fastidio

20170825

#1748

Anche il Free Jazz va perfettamente a tempo almeno due volte al giorno.

20170810

#1747

Fui perciò incaricato di portar via i tesori confiscati nel grande palazzo ormai espugnato.
Ovviamente i vasti corridori erano a quel punto ancora semi-sommersi, e l'unico modo per trasportare quell'enorme quantità di ricchezze era a bordo di grosse chiatte gonfiabili. Il problema era l'instabilità,dovuta da un lato al peso delle casse e dall'altro alle rapide—se non alle vere e proprie cascate—che si creavano ovunque ci fossero dislivelli e scalinate da discendere.
Esploratori furono allora mandati in avanscoperta ad aprire gli enormi portali che dividevano le varie stanze, e che in alcuni casi funzionavano ora sostanzialmente come dighe. In questo modo il nostro passaggio fu reso più facile, ma più volte qualcosa cadeva comunque dal bastimento, e a turno ci immergevamo per le operazioni di recupero.
Il fondo era invariabilmente geometrico, come la base di una scatola da scarpe, e ricoperto con una sorta di carta da parati, decorata in pallidi colori sull'azzurro e sull'oro, come voleva lo stile di quel luogo. Restare sotto il pelo dell'acqua in quelle stanze che un tempo avevano albergato tanta bellezza, con la luce che filtrava dai finestroni e parte del mobilio ancora al suo posto, dava una sensazione di calma sovrannaturale: in seguito, più d'uno tra noi confessò di aver provato il desiderio di non tornare indietro.

20170809

#1746

Rise, e mi accorsi che aveva molari che le spuntavano da tutto il palato.

20170808

#1745

Le fotografie—tutte verticali, a colori e in grande formato—mostravano scene montane dove la natura, incisa e concreta, riempiva l'inquadratura. Solo a uno sguardo più attento emergevano gli elementi umani: una strada, un ponte, un gruppo di case, forse l'inizio di una diga. L'intervento artificiale era minimo, ma bastava a trasformare il panorama in paesaggio.

20170807

#1744

La sirena aveva suonato. Il che voleva dire che la crociera era giunta al termine.
Il nostro piano, come gli altri cento, era in ordinata mobilitazione, le file di letti che ruotavano sul loro posto tutte assieme, spostandosi contemporaneamente verso i montacarichi che ci avrebbero portato al piano terra, da dove avremmo abbandonato definitivamente il sanatorio.
Ma dei miei compagni di viaggio non c'era traccia.
Scesi allora dal letto, decidendo che potevo rimandare le operazioni di evacuazione fino a che non fossero ricomparsi, ma confesso che non avrei saputo dove cercarli, che, come all'insediarsi di una lenta ma inarginabile amnesia, quasi non ricordavo nemmeno dove fossero i bagni.
Pensai allora di chiamare Davide al telefono—almeno quelli funzionavano ancora—e chiedere dove si fossero cacciati tutti.
"Che c'è?" mi rispose assonnato e infastidito, la voce bassa e roca che si sovrapponeva ad un'altra, più alta ed allarmata ma che non riuscivo a distinguere con chiarezza. "Ma lo sai che ore sono?"
"Dove siete?" domandai.
"Dove siamo? Ma che... A casa, siamo."
"...."
"Tutto ok? Perché non torni a dormire e ci vediamo domattina come d'accordo? Manca ancora qualche ora alla partenza e vorremmo provare a dormire un altro po'..."
La voce più alta continuava a urlare cercando di superare il muro di quella più bassa ma più forte, e in un attimo mi fu chiaro che i miei compari non mi avevano affatto lasciato indietro ma che in qualche modo ero stato io (il mio corpo? la mia mente?) ad abbandonare loro, che non erano mai partiti.

20170804

#1743

In the end I guess I was right: the only way to fight IT was to read IT.

20170803

#1742

L'ingorgo sull'autostrada era già abbastanza penoso senza che quel pazzo decidesse di mettersi a camminare sbraitando con un revolver in mano tra le file di automobili ferme nell'interminabile coda interstatale.
Quando puntò lo sguardo nel nostro abitacolo alzai d'istinto le mani, vittima della televisione prima ancora che di quella follia di afa e asfalto. E quel maledetto mi sparò attraverso il parabrezza!
Il vetro andò in frantumi, e il proiettile si andò a conficcare nel sedile tra le mie gambe, ma era comunque troppo: uscii urlando e minacciandolo, chiedendo ragione di quella sparata da Real TV.
Per tutta risposta quello mi sorrise e, con tutto il candore di cui fu capace, mi spiegò che aveva fatto fuoco su di me proprio perché ero l'unico che aveva alzato le mani, il che ai suoi occhi faceva di me automaticamente qualcuno che aveva qualcosa da nascondere, comunque un colpevole (anche se di che cosa non era molto chiaro nemmeno a lui).

20170802

#1741

Parandosi davanti ai figli mi costrinse praticamente a rubare quella foto. Ma quel che è alla luce del sole, per così dire, è sempre fotografabile, anche se non sempre pubblicabile.
È questo che cercai poi di spiegarle, mentre mi intimava di cancellare quello scatto. Ma, dato che la macchina era analogica, non c'era niente da cancellare. Odio di animale feroce braccato comparve nei suoi occhi quando tentò di strapparmela dalle mani (questo sì che era illegale).
Così, quando qualche settimana dopo le mandai una stampa di quella foto—assieme a un campione di famosi ritratti dello stesso genere—la signora, di cui preferisco comunque non fare il nome, mi scrisse che ora capiva, che era un'immagine molto bella e che mi autorizzava al suo utilizzo.
"In quella foto i miei figli saranno per sempre felici," concludeva.

20170801

#1740

Qui il rischio è passare dal “non sono abbastanza maturo” al “non sono più abbastanza maturo”.