20080529

#14

Il sapore burroso del suo rossetto sulla bocca dopo l'utimo bacio, e poi nient'altro che l'odore dell'asfalto fresco coperto di pioggia.

#13

Tu non eri ancora nata quando è successo, ma io me lo ricordo come fosse ieri, il Giorno dell'Insediamento. Dopo solo quattro anni il Colonnello N. era di nuovo al comando del nostro distretto e ci aveva riuniti per quello che lui aveva definito 'un discorso di ringraziamento'. Tutti ci aspettavamo una sonora ritorsione verbale verso coloro che avevano prima fatto in modo che fosse allontanato, e successivamente ostacolato i suoi tentativi di riavvicinamento. E invece, con somma sorpresa di quasi tutti i presenti, i suoi toni furono da subito conciliatori, permeati di buonismo e di positività. Invece di comportarsi da quel pessimo politicante che era sempre stato, adesso auspicava la collaborazione tra le parti, il dialogo, la pace.
Mi fu immediatamente chiaro quale fosse il suo vero scopo, una macchinazione degna invece del peggior politico: dopo quel discorso chiunque avesse rinnovato gli antichi rancori e ricordato tutti i provvedimenti illegali che il Colonnello aveva deliberato e tutte le decisioni infauste che aveva preso a suo totale e indubbio favore e contro l'interesse e spesso il volere stesso del distretto, sarebbe stato accusato di voler rovinare il clima di distensione che il Colonnello era appena riuscito così faticosamente a restaurare, e sarebbe stato tacciato di vittimismo e disfattismo. Che senso aveva rivangare gli antici dissapori ora che lo stesso Colonnello, mettendo da parte il suo celebre orgoglio, aveva seppellito l'ascia di guerra? Il passato era passato, adesso bisognava collaborare per un futuro migliore, e chiunque si fosse opposto sarebbe stato guardato alla stregua di un traditore.
Tutti i nostri occhi erano ovviamente puntati sul Colonnello F., che era stato il principale oppositore di N. nella corsa al comando; ma lui niente, zitto e addirittura sorridente, quasi compiaciuto. Non potevamo credere che fosse davvero tanto ingenuo da cadere nella trappola del vecchio antagonista. Anche se ci ripugnava pensarlo, l'unica spiegazione è che fosse connivente.
Mentre la parola 'collaborazionista' cominciava a serpeggiare tra le file, e un sentimento di impotenza e rassegnazione s'insinuava nella truppa, il nostro diretto superiore, il Capitano D., si alzò in piedi e senza nemmeno aspettare che gli fosse concessa la parola si rivolse al suo nuovo comandante.
"Ricorda cosa ci hanno insegnato?" disse con voce chiara e priva di ripensamento. "Non si tratta con i terroristi."
In quindici scoppiammo istintivamente ad applaudirlo, senza preoccuparci delle conseguenze. Sapevamo che almeno lui non ci avrebbe delusi.

#12

Il terrore lo prende di notte mentre la casa è in silenzio. Accanto a lui sul grande letto matrimoniale sente distintamente la presenza fisica di qualcuno, è dietro alle sue spalle. Non sa nemmeno lui con quale forza e quale coraggio ma si scopre a girarsi dall'altra parte. Anche nel buio può vedere perfettamente che non c'è nessuno.
"Chi sei?" si azzarda a chiedere.
"Chi sei tu?" gli viene risposto in tono di rimprovero.

#11

Da mia madre ho ereditato le gambe storte, il setto nasale deviato, la rinite allergica e tutta la mia rettitudine. Mio padre mi ha passato mani grandi, muscoli forti, uno sguardo deciso e la completa incapacità di stare al mondo. Hanno fallito entrambi, in un modo o nell'altro; di mio padre mi mancano il menefreghismo e le capacità manuali, di mia madre il pragmatismo e la fede in qualcos'altro.

#10

Lo spirito aziendale questi due coglioni. E' come essere tornati al liceo, si dice, dannazione! Le ragazze in tiro che se la menano come dive e non lo degnano di uno sguardo e non gliene fanno sentire nemmeno l'odore. I gruppi dei potenti, figli di papà col doppiopetto al posto del bomber imbottito e lo sguardo raggelante del nulla assoluto nella mente. E l'equilibrio degli incontri in ascensore, l'economia delle parole in corridoio, le tattiche della pausa caffè. L'ipocrisia. Le paranoie.
Se ci pensa gli viene il vomito, lo stesso mondo, le stesse dinamiche. Perfino le stesse facce. Solo, dieci anni dopo.
Ma non gliela darà, questa soddisfazione, non soccomberà alle loro aggressioni. Sta per metterlo nel culo a tutti quanti.

#9

Piaceva a tutta la compagnia perchè non assegnava le parti. Lui le deduceva. Guardandoci muovere, ascoltandoci parlare. Poi si bruciò tutta la nostra fiducia quando scoprimmo che deduceva anche i costi comuni come spese professionali.

20080516

#8

L'intersecarsi di oggetti alti e stretti con lo stipite della porta del bagno sul limitare del suo campo visivo ad ogni suo spostamento mentre si lavava i denti facendo su e giù da e verso il lavandino (oggetti come una scopa rimasta in sala dall'ultimo tentativo - diverse settimane prima - di porre fine al dominio altrimenti incontrastato della polvere in casa sua, o l'attaccapanni di design spoglio come un albero in inverno a causa dell'ormai così lunga da sembrare congenita assenza di ospiti) gli dava l'agghiacciante sensazione che ci fosse qualcuno in casa, fuori dal bagno, una presenza fisica eppure evanescente, di sicuro ultraterrena e malintenzionata.
Finì di lavarsi i denti in fretta e furia e si precipitò al telefono per comporre uno dei tre numeri che conosceva ormai a memoria.
Da quando sua moglie lo aveva lasciato (all'improvviso, a suo dire, più di due anni prima, per un magnate della carne in scatola che avrebbe potuto essere il nonno di suo nonno) passava al telefono una quantità di tempo letteralmente spaventosa. Anche quando non era in casa e non era in ufficio, andava in giro col cellulare in una mano - leggermente e mollemente protesa in avanti - e l'auricolare infilato in un orecchio, parlando a bassa voce e fissando qualcosa che poteva essere un aereo che non c'era, il che dava a tutti e a buon diritto la non così errata impressione che fosse in contatto costante col suo analista.

20080515

#7

Odio i sandali alla schiava e odio il colore dell'oro. Odio definitivamente i tuoi sandali d'oro.

20080513

#6

"Non è una cazzo di carie," dice allora lei. "Non puoi pensarci tra un mese."
La madre le dà le spalle, sta lavando i piatti.
"Possiamo aspettare fino a giugno."
"Possiamo aspettare un cazzo!"
"Ma all'ospeda—"
"Non me ne fotte un cazzo di quello che ti hanno detto all'ospedale. Non possono prima di giugno? Bene, andiamo da un'altra parte, paghiamo il triplo, e ci facciamo dire cosa cazzo è stavolta."
La madre è ancora girata di spalle, i piatti sono puliti da un bel pezzo.
"Vedrai che non è niente."
"Io non ci passo un'altra volta, cazzo."
"Vedrai che non è niente."
"Non ci passo un'altra volta, mamma. Non è una cazzo di carie."

20080510

#5

I miei begl'occhi sono l'unica cosa che Dio m'ha dato. Il resto c'è tutto, solo che le tette sono troppo piccole, e i fianchi troppo larghi. Ho quello che sulle riviste per adolescenti viene definito 'un corpo a pera'.
Però gli occhi ce li ho belli davvero, azzurro profondo, bordati di grigio. Per cui me li trucco con esattezza, praticamente è l'unico vezzo che mi concedo. Che ci posso fare se a volte bastano un paio di begl'occhi per far girare la testa a un uomo?
Come al solito gli faccio un pompino in un parcheggio un po'isolato della città verso cui abbiamo deviato con finta inconsapevolezza il nostro giro in auto.

#4

Dai balconi dei palazzi affacciati sul cortile comune le cameriere indiane si parlano urlando nel loro penetrante melodico idioma di scale assolutamente non pentatoniche, certe di non esser comprese da altra anima viva che non sia indiana.

#3

Il mio insegnante di scuola guida ha ancora sulla fronte il taglio che s'è fatto sbattendo la testa sul parabrezza quando durante l'ultima lezione e mentre m'infilava come al solito le dita negli strappi del jeans io ho accelerato e poi ho improvvisamente frenato e ho fermato l'auto in mezzo alla strada per dirgli con innocenza "si allacci la cintura, per favore."

#2

Sua sorella è una ragazza strana che dice di aver paura degli insetti e degli animali morti molto più che se fossero vivi. Mi dico che se si fosse trattato di esseri umani avrei trovato la cosa del tutto normale, per cui lascio perdere e me ne dimentico.

20080509

#1

Il nostro amore è così fragile che si taglia con un grissino.