20150731

#690

Le pareti di ogni edificio venivano fatte letteralmente a pezzi, e mentre i ladri ne approfittavano introducendosi nelle case a racimolare il possibile prima che queste crollassero, noi avevamo già caricato lo stretto necessario sulla slitta che da tempo a questo scopo avevo messo assieme con pezzi di risulta raccolti nelle zone della città già smembrate, e a bordo della quale adesso scivolavamo giù per le intricate discese che attraverso le zone più colorate e popolari della città nuova dalla collina si riunivano verso ovest al porto vecchio, là dove tra le basse piante acquatiche e il fondale spugnoso in riva all'oceano l'urbanizzazione del secolo passato aveva lasciato un nucleo isolato e abbandonato ma perfettamente funzionante. Arrivammo appena in tempo per vedere il tramonto, sullo sfondo della Grande Devastazione.

20150730

#688/689 (Le nuove mosche #60/61)


HAITI CHIC

Fu condannato a tre anni di congiuntivite senza collirio, che per lui era una tortura peggiore che se lo avessero lasciato solo in un deserto con un ratto nei pantaloni e lo stillicidio perpetuo del suo fallimento in testa.


URBINO CHIC

Sembrava che questa casa, insomma, galleggiasse nel fiume liquido della notte, più che sottostare alle leggi eterne e insormontabili della pioggia.

20150729

#687

La parentesi di dominazione austrica a Napoli non dura ormai più dei cinquanta minuti che ci vogliono ad arrivare in treno dalla città al paese, a questo possono ridursi ventisette anni di storia.

20150728

#686 (Le nuove mosche #59)


I CONIUGI IMPROVVISI

Certo che batto ancora a macchina.
È un essere feroce, sanguinario, più simile a un carrarmato, adatto ai commissariati. Del resto non sono abituato al silenzio del computer nella notte, e se aspettavo te e la tua macchina elettrica... Sì, io batto all'antica: sono uno pterodattilografo.

#685

Otto verticale: nel film del 1927 con [...] e [...] i personaggi non mantengono lo stesso dualismo del romanzo. Ricordava perfettamente molte scene della pellicola a cui si riferiva il cruciverba: i protagonisti che scendono dall'auto e prendono un avveniristico mezzo su monorotaia (con su scritto Surreal), la discesa nel mondo di sotto (denominato Nimbeus), l'attraversamento di un vasto territorio bombardato e pieno di cadaveri in cui si muovevano figure di giganti dall'incerto effetto di sovrapposizione. Ma nonostante non mancassero che due lettere non riusciva assolutamente a ricordarne il titolo.

20150727

#683/684 (Le nuove mosche #57/58)


I GABBIANI ASSAGGIANO

Ma la realtà non assomigliava neanche lontanamente a quello che si vedeva nelle sue fotogfrafie. Così si disperava, senza comprendere che sarebbe stato più importante imparare a vedere meglio e saper approfittare della verità prima che del ricordo


I GABBIANI ATTACCANO

Lei non mi guarda neanche, enorme, distillato di argento ed epidermide, fatta d'inchiostro e colla di pesce. La sua classe la rende distante, più profonda del malessere più profondo, oscura come la malattia che non mi permette di distogliere lo sguardo.


#682

Il tempo della seconda patria è racchiuso in quello della prima. Il luogo della terza è, ancora, nei pressi di quello della prima. La mia vita è una continua fuga e, in questa, un eterno ritorno.

20150724

#680/681 (Le nuove mosche #55/56)


IL NASO DI PANDORA

Le mie occhiaie mi precedono di un quarto d'ora ovunque io vada—Paul Auster si guardò allo specchio costernato e anche un po' costipato—devo smetterla cone le mie seghe del cazzo e trovarmi una donna con un bel culo rotondo.


IL VASO DI PANDORO

Lei mi sostenne, mi lusingò e mi dette più denaro di quanto avessi potuto sognare. Poi si spogliò e io—vernice sulla sua pelle nuda—rimasi incantato da quell'immenso e sfolgorante Gennaio, grande come il Polo sud.

20150723

#679

La chiamerò via del fumo, o strada dei fumatori, non so, ho ancora nelle narici il puzzo di sigaretta, negli occhi la nuvola – che non è azzurrognola, come è scritto nei romanzi – attraversata dai raggi del sole che si affaccia tramontando dall'angolo in fondo al bivio, e non uno, non due, non tre bensì quattro persone con in bocca uno di quei maledetti aggeggi della morte, tutti come me in attesa del bus che non arriva mai, un extracomunitario che è la sagoma di se stesso, un ciccione maleodorante nell'afa serale, poi un vecchio, già, un maledetto vecchio troppo vestito e sì, perfino una mamma con passeggino, tanto che c'è quasi da scommettere che stia fumando pure l'orribile creatura ivi depositata.

20150722

#678 (Le nuove mosche #54)


FRUIT JOYCE

Stava sotto al suo enorme cappello texano, dentro l'ombra che tutto mangia solo dove il neon verde del Vulture's Mama non arriva, mentre un dobro man armonizzava tranquillamente il suo country-western ricordandosi dei suoi antenati e lasciando che il folk scorresse i suoi sonagli come un serpente luminescente nelle sue vene piene di Lone Star, come in quella vecchia pubblicità del rev. Lovejoy.

#677

L'aveva fatto di nuovo, aveva lasciato scapparsi dalle mani l'ennesima occasione, e il locale adesso sembrava nient'altro che una stanza vuota. Ma stavolta, sul tavolo accanto, l'oggetto dei suoi sguardi aveva lasciato sotto al boccale di birra vuoto un biglietto con un numero di telefono.

20150721

#676 (Le nuove mosche #53)


TRUE STORIES

Le tue pantofole sono sacre, come i tuoi passi.
Cercatene un paio comode, semplici, dotate di sintesi tanto da sfiorare l'ideale.
Non dovranno essere solo pantofole, ma pure un concetto irreprensibile.
Poi mettile sotto al letto, siediti sulle lenzuola e, senza fare altro, aspetta che da sola la tua vita prenda la via delle perfezione.

20150720

#675

E sul tavolo in fondo alla grande sala blu risplendeva il bambino che il Marchese ci aveva riservato per cena: quattro ossa con un po' di carne attorno, massimo a questo si spingeva ormai il potere della casa nobiliare.

#674 (Le nuove mosche #52)


SURE FIRE

La mia messe preziosa, si disse Samuel il contadino osservando dal portico i suoi quattordici figli disseminati per il campo a giocare con la vita.

20150717

#673

Mi teneva il muso perché non avevo accettato di sacrificarmi per la comunità e diventare il nuovo Automato della cava.

20150716

#671/672 (Le nuove mosche #50/51)


TEACH YOURSELF LA MER

"Lei ha l'aria di uno che sta cercando qualcosa," disse l'arabo, che pareva saperla lunga.
"Sì," risposte l'altro, il francese, grattandosi la piccola ferita sullo zigomo. "Il mio cappello."
"E quando l'ha visto l'ultima volta?"
"Oh, ma io non l'ho ancora mai incontrato," e restarono sul molo così, aspettando ognuno che si compisse il proprio giorno.


TEACH YOURSELF LA MORT

E al sabato sera la RAI poteva star certa, qualunque fosse il grado di merda contenuto nei suoi programmi, di poter contare su almeno un televisore acceso: stanca della vita vera, la nonna rideva ormai solo alle battute di Fabrizio Frizzi.

#670

Il minuto bangladese è alle prese con la pulizia della porta automatica di una farmacia, che lustra e asciuga con cura nei pochi secondi che passano tra l'entrata e l'uscita dei clienti, a cui il farmacista apre dall'interno premendo un pulsante sul bacone. Ogni volta che la porta torna a chiudersi il vetro è di nuovo rigato, un alone di imprecisata caligine si è formato sui suoi bordi. Spugna e strofinaccio, ancora una volta, il mito di Sisifo oggi a Milano.

20150715

#669 (Le nuove mosche #49)


HELEN ERA ENTRATA NEL CAOS

Allegrissima, salutava tutti coi soliti modi affabili. La vita le scorreva sotto la pelle e le gonfiava il vestito e il petto come se un vero uragano di buonumore l'avesse presa da dentro.
Ballò tutta la notte — concedendo i suoi passi a chi li chiedesse (la maggior parte degli invitati, in verità) — e lo fece senza posa, in modo che parte della sua gioia si trasmettesse anche a loro.
Poi, esausta e soddisfatta, si lasciò cadere a terra affondando nel suo largo vestito giallo. Un cavaliere le volò intorno in cerca di un ultimo ballo, ma quel che vide lo sconvolse: aveva cambiato totalmente espressione e ora, rattristata di colpo e pallida come se si fosse ammalata, restava sul pavimento della sala da ballo, muta e angosciata.
Restò in queste condizioni per diversi anni, senza che nessuno ne riuscisse a spiegare le ragioni.

#668

Ogni mattina, finito il corpifuoco, era possibile assistere alla meravigliosa scena degli edifici di New London che riemervebano dal sottosuolo: agglomerati di appartamenti si rialzavano di vari piani, intere chiese venivano fuori dal terreno come costruzioni pop-up, palazzi si elevavano di molteplici metri sopra al livello stradale, strutture di servizio si riaffacciavano dal piano di calpestio e torbnavano a proiettare le loro ombre verso l'orizzonte ormai invisibile. La città rissumeva il suo aspetto quotidiano, almeno per un altro giorno.

20150714

#667 (Le nuove mosche #48)


COSTUI ERA UN CAVALLO

Trenta gocce di Guttalax erano state spremute in ogni pasticcino, e in cucina qualcuno s'era preso la briga di urinare nello champagne.
Drew se ne stava quietamente seduto a tavola, assaporando il gusto unico e irresistibile di conversare con i suoi ospiti mentre questi gustavano le prelibatezze che erano state preparate per loro.

#666

E lo so che a furia di augurare la morte a tutti (volontariamente malvagi, irrimediabilmente incivili o semplicemente ottusi che siano) la conseguenza rischia d'essere che a morire sarò io. Ma cosa posso farci? Odio questa umanità infima e meschina, mi fa ribrezzo, disprezzo le sue regole violate, le convenzioni imposte, le paure superstiziose e gli affanni ambiziosi, e aspetto l'inarrestabile sfacelo, e spero che tutto si risolva in una completa dissoluzione. E non rappresenterebbe forse la mia fine anche la sua?

20150713

#665 (Le nuove mosche #47)


SETTIMINO TRIO

Sono insomam una specie di puttana. Dunque per me "il cliente ha sempre ragione" è un detto che vale sempre, in qualsiasi caso della vita.

#664

Lui cercava di tenerlo dentro nonostante la posizione scomoda, e lei continuava a parlare di questa guerra combattuta dall'altra parte del mondo, e mentre lui riteneva che non li riguardasse e la sua arma preferita perdeva velocemente colpi, lei insisteva più o meno inamovibile che la cosa li riguardava eccome.

20150710

#663 (Le nuove mosche #46)


KUNDALINI JAZZ

A un tratto mi accorsi che, per andare in libreria, facevo sempre la stessa strada, percorrevo comunque lo stesso marciapiedi. Allora attraversai, verso il lato in cui c'era più sole. Non lo sapevo, ma la mia vita era totalmente cambiata.

#662

I giorni le sembravano tutti irrimedibilmente uguali gli uni agli altri. E tanto doveva sperare, che così restassero il più a lungo possibile invece che, come al solito, irrimediabilmente peggiorare.

20150709

#661 (Le nuove mosche #45)


GYMNOPEDIE N°1, VAR. 1

François era bellissimo, ma a Véronique non piaceva come le stava addosso: stringeva sulle spalle e sulla vita, e si decise a cambiarlo per un modello più comodo.

#660

Non avrei mai pensato di essere costretto a dire una cosa del genere, ma ti devo un rotolo di carta igienica.

20150708

#659 (Le nuove mosche #44)


UN INVERNO PICCOLO PICCOLO

"Credo di aver trovato la donna della tua vita," disse mia sorella appena tornata a casa. Me la descrisse e io fibrillai tutta, per poi sentirmi più calma e più bella.

#658

La casa era stata costruita proprio sopra uno dei binari. Simile a un container nelle intenzioni, vi si accedeva da uno dei lati corti, sempre aperto, salendo un gradino per superare il dislivello con le rotaie, e il resto della luce arrivava dall'altro lato, da cui si sbucava in un giardino e poi all'orto. Erano anni che non vedevo il mio amico, ma la sua generosità non mi stupiva per niente. Quella era la casa che si era tirato su da sé, in cui viveva ormai da sempre, era molto fiero di mostrarmela, di potermi ospitare. La cura dei particolari e la stratificazione delle ristrutturazioni lasciavano intravedere quanto tempo fosse trascorso dal passaggio dell'ultimo treno su quella linea.

20150707

#657 (Le nuove mosche #43)


URLANDO FURIOSO

Ti prego non amarmi. La tua cultura mi fa paura. È un pozzo senza fine quello in cui mi stai richiamando. Affrontando la tua idea dell'amore io morirò, è questa l'unica certezza, oltre quella che t'amo.

#656

La nonna di Alessandra siede accanto al fuoco, è quasi cieca ma perfettamente cosciente di tutto quel che accade nella grande stanza.
"E lei" chiede ad Ale "va a messa?"
La quale lei, a cui si era già riferita come la tua amica speciale, ero poi io...

20150706

#655 (Le nuove mosche #42)


UN VEPONE CHIAMATO DESIDERIO

Il cinema ci istiga a una falsa concezione dei rapporti umani — si disse Jerome, sicuro di aver ragione: io la incontro, e nella scena suvccessiva ci stiamo già spogliando in una bellissima casa. Premesso che questa cas anon esiste, la mia seconda scena è esattamente uguale alla prima: io la fisso ed entrambi non parliamo.

#654

Con buona pace di Cartesio, il grafico che meglio rappresenta la scissione interna dell'uomo non è bidimensionale ma si estende almeno in tre dimensioni: all'aspirazione all'amore (x) da un lato e alla libertà (y) dall'altro si oppone infatti in pari misura anche quella al potere (z), ognuna con un'inclinazione di 90° rispetto alle altre.

20150705

#652/653 (Le nuove mosche 40/41)


UN DRAMMA A MAURO

Capii quella mattina che il vero artista non poteva radicarsi nel suo letto fino alla mezza, non poteva fare colazione con fette biscottate e burro e marmellata e cappuccino e non poteva guardare troppa TV. Mi alzai, mi vestii, presi un caffè e uscii in strada ad ammalarmi di città.


U' TRAMM' A MAUR'

Scopavano tutti, quella sera in TV, dalle reti nazionali alle piccole emittenti private, squallidi fornicatori e succulente scorpacciate di sesso bianco e profumato. Said uscì di casa urlando, nero di rancore per la donna che non aveva e per la vita che non faceva. Poi ci si lamentava della delinquenza giovanile...

20150704

#651

Quel grosso brontosauro di plastica usato come fermaporta sconfessava la sua decisione di mettersi in casa modellini che riproducessero esclusivamente animali che aveva visto dal vivo e in libertà.

#650 (Le nuove mosche #39)


QUESTO, NON PIÙ DI QUESTO

Non erano mica muratori normali: mi chiesero se avevo uno stereo e, nel caso, se potevano mettere su un po' di musica. Iniziarono i lavori con l'overtoure del Tannhäuser e li terminarono urlando in perfetta sincronia con la fine dell'opera.

#649

Si era sempre considerato un osservatore, e non amava essere osservato mentre faceva cose. Per questo quesi tutte le sue fotografie mostrano persone di spalle, perché in un ritratto — sempre che sia regalato e non rubato — chi scatta non è mai il solo ad osservare.

20150703

#647/648 (Le nuove mosche #37/38)


BANDA AL NEON

Per esempio quando nonno, nella 128 azzurra che chiamavamo pipò, simile a un super-abuleo cubano, faceva le sue magie accendendo e spegnendo i fari dell'auto che ci stava davanti. Mi faceva dare il via, e i catarifrangenti si illuminavano come per incanto, preda dei fari della pipò in un meccanismo che non mi era ancora dato di conoscere.


BANDONEON

La chiamavo Vergine Bianca, come se fosse una dama del '400; io la fissavo, cavaliere imbambolato, e lei si faceva largo tra la gente in perfetto silenzio, avanzando lenta con le mani nelle tasche del cappotto, guardando attraverso i ricchissimi capelli ricci, come se avesse un tappeto d'onore steso sotto i piedi.

#646

È importante non perdere le buone abitudini. Ma Victor Rosamonte non voleva rinunciare nemmeno alle cattive, così da evitare l'imbarazzo di doverle distinguere.

20150702

#645 (Le nuove mosche #36)


SFERA

Il poeta, intrappolato nel corpo di un ingegnere, cercava di farsi spiegare il problema filosofico dello zero, e perché dieci diviso tre faccia tre virgola tre periodico ma tre virgola tre periodico per tre non faccia dieci. Il tutto leggendo un trattato sulle mine.
"Puoi leggere e capire contemporaneamente?" gli chiesi.
"Sì," rispose lui, "sono bipede."
"Come Napoleone."
"Buona parte."

#644

La banda era raccolta, come al solito prima di una Grande Effrazione, elegantemente abbigliata e contegnosamente disposta davanti al cancello da far saltare. Come un'orchestra, eseguivano il loro preventivo Requiem per un lucchetto.

20150701

#643 (Le nuove mosche #35)


POETA ASSASSINO

Non è un vigile, è un cow-boy, a cavallo della linea d'emergenza attende in atto di sfida le auto fuorilegge e con la mano, come se fossero vacche da portare al ranch, fa segno di rientrare nella giusta carreggiata, spingendole sulla retta via come farebbe padre M'Coy, pastore protestante sordo da un orecchio.

#642

La lotta si svolgeva su un enorme pietra di marmo dalla forma di piatto, in bilico sul crinale. I contendenti dovevano spingersi l'un l'altro verso il precipizio, mantenendo però la pietra in equilibrio per evitare di cadere giù entrambi. Al tempo che passava tra una caduta e l'altra diedero il nome di Europa.