20080811

#38

Mezz'ora dopo è ancora sul balcone a fissare il contenuto del piatto che ha davanti, considerando la somiglianza degli scuri semi d'anguria a neri scarafaggi bagnati ed immobili, mentre dai tetti vicini le tortore cantano Dadaumpa fuori sincronia, e dai capelli lungo la fronte fin negli angoli degli occhi il sudore scende a bruciargli la vista, e le mosche aggirano nervose il suo cranio, e il temporale sta ormai per arrivare.

20080809

#37

Scelgo le mie vittime già sul vagone del metrò. Lo faccio senza una cura particolare. Certo è importante che siano carine, ma a volte non si può andare tanto per il sottile, come lei può ben immaginare i tempi sono stretti e capita di dover sparare un po'a caso nel mucchio, se mi concede la metafora. Altrimenti decido direttamente sulle scale: sa, bisogna sempre calcolare anche la gente che esce dagli altri vagoni, è possibile che ci sia una ragazza più carina; e poi non è detto che quella su cui ho già messo gli occhi scenda alla mia stessa fermata. Comunque, una volta individuata la donna giusta la seguo a distanza ravvicinata, contando sulla folla che ci circonda perchè non si accorga di me. E poi, una volta che prende il tornello d'uscita, m'infilo dietro di lei in modo da utilizzare la spinta già impressa per far meno fatica ad attraversarlo io stesso. E' necessario però stare molto attenti ad assecondare il movimento coi tempi giusti, altrimenti si rischia di avercelo contro, e la fatica raddoppia. Ora non deve pensare che faccia tutto ciò per pura pigrizia... vuole mettere la soddisfazione di essere servito da belle ragazze sconosciute? Tanto poi, passato il tornello, generalmente mi disinteresso per sempre di loro, e dopo una rapida occhiata le lascio andare per la propria strada.

#36

Signora, che vuole che le dica? Io son stata fortunata. Il mio Piero era un bambino tanto difficile, mai un amichetto, mai una fidanzatina, sempre solo in cameretta coi suoi modellini. Aeroplani, trenini, macchinine e carrarmati, solo a questo pensava. Grazie a Dio adesso coi giocattoli ci lavora. Dovrebbe vederlo, nel suo negozietto... un tesoro. Pensi che ogni giorno arriva mezz'ora prima dell'apertura e prende a pulire tutto, il pavimento, le mensole, perfino la maniglia della porta e l'insegna. Io, per me, gli dò una mano come posso, sto in negozio a far la maglia o a badare all'attività quando lui è fuori per incontrare un fornitore. In fondo è sempre il mio Piero. Pensi che mette ancora le stesse maglie a righe bianche e blu, e i jeans corti, e le espadrillas di tela blu di quando era piccolo.

20080805

#35

Mettiamola così: qualsiasi attività umana, dalla formulazione di un pensiero alla produzione di una scorreggia, allorquando viene da qualcuno che non sia io stesso, mi sembra cosa ridicola e volgare. Quel che a me pare giusto e naturale, appena detto o fatto da qualcun altro diventa di una stupidità inaudita, di una banalità insensata. E questa sensazione è tanto più forte quanto più le cose in questione sono simili a quelle che io stesso faccio e dico.

#34

"Devi gestire la situazione, non puoi metterti a piangere ogni volta! Tu devi ascoltarmi, perchè non sono io ad essere cattivo, sei tu che non mi ascolti. Io non voglio arrabbiarmi, a me non piace arrabbiarmi, ma tu devi capirmi quando parlo. Capiscimi, perdio! E' l'unico modo di far funzionare le cose. Te lo dico io, te lo dice tua madre, te lo dice perfino tua nonna. Te lo dicono tutti. Per favore. E non te lo chiedo per favore perchè devi fare un favore a me, ma perchè vorrei che tu capissi che è l'unico modo di fare le cose. Hai due anni e mezzo, ormai. Quasi tre."