20141220

#474

È sensato salutare qualcuno che incrociamo tutti i giorni ma che in realtà non conosciamo e che vediamo più spesso di alcuni tra i nostri più cari amici ma con cui in realtà non scambiamo né forse scambieremmo mai nemmeno una parola?

20141219

#473 (Le mosche #116)


CRISIS

Chiusi nel loro Istituto di Igiene Mentale preparavano il macabro rito (disdicevole e scandaloso) dei complimenti reciroci, dovuti, inconsciamente richiesti ma poi non goduti, grossa percentuale di falsità, breve compassione, sottile complesso di superiorità, latente disprezzo, altruismo di benefattori scavati, longilinei, sfumati, fraudolenti, corrosi, corrotti, colpevoli, drammatici malati, subdoli come sotterranei riportati improvvisamente alla luce.

20141218

#472

Come ho sconfitto i tre acerrimi nemici del suonatore di ukulele? Il canzoniere scrivendo canzoni mie, il ritmo avendocelo nel sangue, il cambio di accordi non cambiando mai accordo.

20141216

#471 (Le mosche #115)


JULIUS

"Voglio diventare grasso e con le occhiaie, come Kubrick, capelli lunghi, barba e manie nevrotiche".
E lo diventerai, sembrava dire il mio commensale facendo presa su tutte le mie più inaspettate paure.

20141212

#470 (iQ#37)

Più di cento
feedback positivi
vale il negativo

20141211

#469 (Le mosche #114)


CI

La bambina nacque alle 1722h del 30 gennaio. Tutti gli inquilini dello stabile si presentarono con dei regali, come fossero stati incitati da ingiunzioni di sfratto.
Bella era bella.
Io e i miei due compari ci sentivamo come i tre Magi: dopo aver seguito una conduttura dell'acqua cometa, eravamo finalmente giunti a vedere la figlia di Nostro Signore l'Amministratore.

20141210

#468

Come dare torto a Beethoven? Non è forse l'udito anche per me il senso più caro? Come potrei separarmene? E come, se ciò avvenisse, potrei conservare un animo benevolente? Della vista, ormai, potrei anche fare a meno, ho guardato a lungo il mondo e sono pronto a dichiarare che non v'è null'altro da vedere se non squallore e violenza. Anzi dirò di più, dei cinque sensi quello che attiene agli occhi è il primo che perderei, se dovessi essere costretto a scegliere. Ma di ciò di cui possono ancora fare esperienza le mie orecchie, di questo non potrei mai privarmi. Se non lo si potesse distinguere dal resto, perfino il magnifico e assoluto silenzio non si potrebbe definire tale.

20141209

#467 (Le mosche #113)


KOLME KILL

Dopamine Kraus era ormai abituata a perdere cose. Le dimenticava ovunque, le cadevano, le cose sparivano. Anche Belleville era abituato, ormai. Tutto il quartiere pareva a servizio di Dopamine Kraus, ognuno impiegato a resituirle sciarpe, cappellini di lana e guanti colorati trovati per la strada, a casa propria, sugli autobus o nei negozietti arabi. Per lei Belleville si trasformava in un immenso ufficio oggetti smarriti.

#466

"Oro," aveva detto Babbo Natale mentre se ne tornava tutto indaffarato alla sua slitta, "quella casa è completamente piena d'oro, dalle fondamenta al tetto."
Mia figlia non era mai rimasta tanto delusa, tutta quella strada per del vile oro. Ma al mio socio erano venute le lacrime agli occhi: "Lo sapevo," continuava a ripetere, impalato nel bel mezzo dei nostri bagagli.
Così piantammo ancora una volta le tende al Villaggio, e ci preparammo a scrivere una nuova storia (per la quale non avremmo mai ottenuto la collaborazione di mia figlia, ci pareva alquanto chiaro). Era per questo che conoscere Babbo Natale era così bello, lui sapeva sempre un sacco di storie che la maggior parte della gente nemmeno si sognava. E per la nostra piccola attività letteraria a noi bastava conoscerle.
Ora però bisognava tornare nel mondo a cercare qualcuno disposto a crederci, a quella storia, qualcuno capace di passare la sua intera esistenza a cercare quell'oro.

20141204

#465 (Le mosche #112)


VERTIGO

Sul treno delle 1659h il giovane seminarista rincontra la bella cantante d'oratorio che non l'amava e che fu il motivo della sua vocazione. La gentile giapponese errante chiede il nome della prossima stazione a un serbo-croato che la comprende appena e che poi le domanda se è sposata, se ha figli. Il calvo accanto a me dorme ritto a sedere, ha una valigia piena di lenti a contatto per donare invisibili sogni di contrabbando.

20141202

#464

L'oste se ne viene con un bel bambino appena lessato, un succulento pezzo di mediorientale o magrebino, a giudicare dal colore, e lo sbatte sul tavolaccio senza neanche metterci un piatto sotto.
Quando chiediamo le posate ci guarda come se non avesse capito la domanda, poi stacca un braccio e ce lo propone da spolpare.
"Il bollito è l'ideale," spiega. "Al forno o fritta la pelle diventa troppo dura".

20141201

#463 (Le mosche #111)


IL PREDICATO DEL SOGGETTO

La signorina Querelle, preceduta e preannunciata ovunque dal proprio nome, elargiva crisi imminenti di coscienza e titanici scontri generazionali, rivolgendo la parola al mondo come fosse un profeta scavato nel corpo di bianca donna in fiore.

#462

Nonostante il titolo della collettiva parli chiaro in questa mostra vedo una sola opera d'arte, sei tu il corpo del reato, l'unico per cui una persona ordinaria sarebbe disposto a mettere tutto in discussione e commettere finalmente un crimine.