20160831

#1294

Paco Rota si era appena innamorato per la prima volta. Peccato dovesse sposarsi il giorno stesso con un'altra.

#1293 (Le altre mosche #132)


MOTORINOLARINGOIATRA

Sei bellissima, mentre servi al tavolo la mia dose di baccanza quotidiana.
Ti porterei via, te, i tuoi occhi e la tua voce, ma non ho nemmeno una lira.

#1292

Al signor Anders Weberg diciamo che, malgrado una certa dose di sperimentalismo sia sempre stata ben vista da questa commissione – composta per altro da autori che non hanno disdegnato, nella fase più giovane della loro stessa carriera, la pratica dello scandalo e della sorpresa – il paragone col nostro vecchio e rimpianto amico Ingmar Bergman ci appare eccessivo e in qualche modo perfino blasfemo, perché stiamo parlando di un regista così grande ed estremo da ottenere in sole tre ore di pellicola lo stesso devastante effetto che questo suo sedicente epigono ha raggiunto – e con scopi non altrettanto nobili – col suo film di trenta giorni.

#1291 (Le altre mosche #131)


LE ULTIME 4000 LIRE

Entrare in ritiro spirituale è una cosa che di solitosi decide.
Io, invece, capii quel giorno che senza aver nemmeno deciso di entrarci ne ero appena uscito, dopo più di due anni.

20160829

#1290

Il meccanismo che si erano fatti impiantare nel mignolo destro era totalmente organico e per questo, al momento di passare il metal detector superarono brillantemente il test senza doversi nemmeno servire del trucco dell'anello.
La festa era al suo apice, e tutti gli obbiettivi erano letteralmente a portata di mano. Non era il momento di chiedersi chi fossero i cattivi, tra gli altri e loro stessi. Premendo forte col pollice sul polpastrello del mignolo fecero scattare la molla dell'impianto, e una sezione molto affilata dell'unghia venne fuori come uno stiletto, arma bianca ma letale, l'unica che fosse possibile far entrare lì dentro.
Nessuna giugulare era più al sicuro.

#1289 (Le altre mosche #130)


È TEMPO DI PIANGERE

Ne ordinammo una e poi aspettammo un sovvenzionatore, un mecenate che ce ne pagasse un'altra, perché a ben vedere bere è un'arte.

20160828

#1288

L'intera Gran Partita e solo otto camicie stirate? Mozart non è amico del perfetto domestico.

#1287 (Le altre mosche #129)


ALWAYS CRASHING THE SAME GLASS

Rosa Rossa era il suo nome, che di rosa odorava ma rosa non era, né rossa naturale eppure l'adoravo, eppure l'odoravo.

20160827

#1286

L'uomo sulla copertina di quella rivista gli assomigliava in maniera impressionante, tanto che se l'avesse incontrato dal vero, così, voltato di tre quarti, la barba, gli occhiali, il cappellino, avrebbe rischiato di scambiarlo per un quadro di Magritte.
Un solo particolare li distingueva: la bambina che il suo sosia portava in braccio, e che adesso lo fissava sorridendo da sopra la spalla del papà. Era certo di non averla mai vista prima, ma forse semplicemente non l'aveva ancora vista.

20160826

#1285 (Le altre mosche #128)


BOTTIGLIE DI BLUES

Il vento s'è alzato, le lattine rotolano e il cielo cade, non trattarmi male non trattarmi come un cane.
I gatti scompaiono, gli alberi s'inchinano, le signore volano, non trattarmi come tutti gli altri, dimmi che sono speciale.

#1284

Avevo cominciato a leggere Tempo di uccidere proprio il giorno in cui ero andato ad ascoltare la condanna defnitiva dal mio dentista. Come per il protagonista di Flaiano anch'io ero entrato in un turbine di errori che generavano altri errori e da cui, ne ero ormai convinto, non sarei riuscito a venir fuori se non cominciando a uccidere.

#1283 (Le altre mosche #127)


TAV. 9 LUNGO

I vostri sguardi angelicati, onesti, pare, mi lasciano nell'indifferenza più totale, donzelle, mentre fluido scorre il jaas come un sorso di Cynar.

20160813

#1282

Spero sinceramente che ce l'abbiano davvero una casa in montagna, remota, difficile da raggiungere, al di là di innumerevoli e insormontabili ostacoli. Così almeno sarebbe ancora più giusticabile l'odio che già provo nei loro confronti per il fatto che posseggono un Defender.

#1281 (Le altre mosche #126)


3 PASSING A 3

Danilo, dove c'è un bambino.

#1280

Una giornata che non poteva cominciare in modo migliore: alla testa di una lunga fila di tram vuoti che riempivano la strada, un'ambulanza in attesa; gli inermieri sul primo tram, e una corpulenta anziana signora sulla loro barella, solo troppo immobile per essere semplicemente svenuta.
Certo, così come le morti naturali sono fuori dalla mia giurisdizione quelle accidentali sono fuori dalla mia portata, posso solo dare qualche spintarella qui e lì per accelerare un potenziale scontro, per acuire qualche odio latente, per peggiorare eventi già votati al peggio.
Ma che i defunti siano tutti destinati a ingrossare le mie fila è scritto nei loro geni, l'innocenza non essendo di questo mondo.
Piuttosto comincia a sussistere un problema di sovraffollamento, trovare un posto è quello che si potrebbe senza quasi ironia definire un calvario. Che sia questo il vero significato del nome che hanno affibbiato al mio distretto? Mentre ai piani alti, come nella migliore bolla edilizia, c'è spazio letteralmente all'infinito e nessuno a riempirlo. Contenti loro.

20160812

#1279 (Le altre mosche #125)


LA MANOVRA DI HAMELIN

Le bambine che sfiorano il pericolo, spudorate, sbattendo gli occhi che intanto si inumidiscono e luccicano. Guardano atterrite ed eccitatissime il gioco che gli donerà la morte.

20160811

#1278

L'immenso Sud davanti ai suoi occhi, oltre l'orizzonte dietro di lui nient'altro che Nord. Non aveva mai viaggiato tanto a lungo senza cambiare fuso orario.

20160810

#1277 (Le altre mosche #124)


LA FAMIGLIA

La signorina metallica con la voce nell'altoparlante della fiera era convinta e categorica: "All'intermo della fiera è severamente vietato," disse. E basta. E nessuno ebbe il coraggio di smentirla.

#1276

I piedi lunghi di un centurione romano, le gambe corte di un contadino sannita, le mani larghe di un macellaio catalano, il naso storto di un monaco bizantino, la bocca capace di un oste francese, i capelli scuri di un mercante saraceno, gli occhi castani e limpidi di un marinaio greco, nella barba tracce bionde e rosse di longobardi e normanni, mescolanze di generazioni nel mio sangue che implora di non essere versato oggi.

20160809

#1275 (Le altre mosche #123)


MAGIC WORLD

E il primo bicchiere se n'è andato. Come al solito si inizia così, mentre la gente fa baccano e io scrivo, e sono come al solito convinto di essere l'unico che si ubriacherà.
Qui nessuno sa che sono Henry Miller.

#1274

Quello che voleva ora era iniziare una relazione con lei, possibilmente non di solo sesso, poi tradirla con quelal sua amica tanto carina, rovinare la sua storia, la loro amicizia, rovinare tutto, poi ancora mandare tutto a puttane e andarsene a quel paese, un altro paese, trovarsi un'altra ragazza, una come si deve, di cui innamorarsi e da cui essere corrisposto, e sistemarsi fino alla vecchiaia, per morire tra le braccia di qualcuno a cui teneva davvero.

20160808

#1273 (Le altre mosche #121)


RAPSATIE

Nel 1967 interpretò il Riccardo III. Finita la rappresentazione restò subdolo, crudele e storpio per più di un anno, quando divenne Romeo. Fu allora che sposò sua moglie. Si dilettava a comporre sonetti rimantici. Questo fino al '73, quando vestì i panni di Amleto. Lasciato il teatro, rimase cinque anni in profondo stato di crisi, corroso da dubbi atroci e, vittima di pessimismo assoluto, rasentando la pazzia. Si salvò solo quando il suo vecchio agente gli trovò una parte da Estragone in Beckett. Dissipò quegli anni in nonsense assurdi, assillando amici e conoscenti, essendo effettivamente Estragone e nessun altro. L'ultima interpretazione è stata Iago. Nell'ambiente, temiamo attualmente tutti la sua presenza e il suo malsano interessamento alle nostre vite private.

#1272

Ora è a letto, e non riesce più a trovare gli occhi aperti.

20160805

#1271 (Le altre mosche #120)


PLANET 'O

Il bambino fu categorico: voleva un porcellino. E nero.

#1270

Com'è possibile, insomma, che tutti questi oggetti, questi vestiti di qualità, questi mobili solidi, attrezzi fedeli, mezzi di trasporto antiquati ma perfettamente funzionanti, siano arrivati attraverso la storia delle nostre famiglie fin nelle mani della nostra generazione solo per essere usati senza ritegno e in alcuni casi non dico volontariamente ma colposamente disfatti, distrutti, per finire nell'inesorabile disuso?

20160804

#1269 (Le altre mosche #119)


SENTI

Lui aveva i capelli carnivori. Sua sorella, invece, li aveva vegetariani, e così li sottoponeva ad una rigida dieta di camomilla e pappa reale.

#1268

Uno dei dieci gialli da leggere prima di essere uccisi.

20160803

#1267 (Le altre mosche #118)


L'ULTIMO DEI RUSSI ONESTI

Il clown, tra Calvino e Andrea Paz, lo potevano scambiare per un travestito, davanti allo specchio, rossetto, frontino, e occhi stratruccati era la puttana della situazione, bretelle e calze a rete ,fatto di penthiotal e definitivamente triste.

20160802

#1266

È chiusa in una prigione di concetti, la via sbarrata da pensieri continui. Niente la persuade che, benché abbiano conseguenze, anche le parole appartengano alla realtà. Il mondo ideale si confonde con quello della fantasia, solo la materia esiste davvero. La frattura tra parola e azione e insanabile, e dove c'è l'una l'altra svanisce. Nonostante l'evidente paradosso, pensa – anzi è profondamente convinta – che le parole non vogliano dire nulla.

#1265 (Le altre mosche #117)


CARAMEL

Nella settimana tra il 28 febbraio e il 5 marzo si verificarono dunque i seguenti tragici eventi:

1. La trattoria dei quattro soci, chiamata "El Carabinero" fallì miseramente come se polvere fosse stata gettata controvento. Nell'affare prese grossa parte Doña Michelina, madre di Don Danilo de Amelio, uno dei soci.

2. A Golia, gatto maschio di Doña Francisca, fu proibito per ordine della famiglia di Don Roberto de Amelio, di accoppiarsi con la micia di loro proprietà, essendogli stato in via definitiva preferito un persiano di una vecchia commerciante in gatti di razza. Anche Golia, a quanto raccontano le cronache, era un persiano di razza.

3. Doña Francisca smise di scrivere a Don Victor, socio della trattoria al pari di Don Danilo, fratello di quel Don Roberto di cui si è già detto. Che i fatti fossero correlati? O fu solo l'ultima lettera di Don Victor a turbare l'animo della buona Doña Francisca?

#1264

"Dimmi che andrà tutto per il meglio."
"Sta già andando tutto per il meglio."

20160801

#1263 (Le altre mosche #116)


VADEMECUM, SATANA

Aspettando il Giorno dell'Ulcera.
Squadra che vince non si cambia, dicevamo, ma non si può andare avanti così.
Questo è l'ultimo, lo giuro, l'ultimo romanzo sul vino, l'ultimo bicchiere di vino.

#1261/1262 (Due sceneggiature)

1.
Quattro famiglie rovinate da un incidente. Due coppie di genitori e una madre e un padre single, riuniti nella sala d'attesa del commissariato, infreddoliti nella notte, lividi dal dolore, in attesa di ulteriori notizie, aspettando di essere guidati all'obitorio per riconoscere i figli. Chi un po' se l'aspettava, chi non poteva che andare a finire così, chi è tutta colpa di quel disgraziato. Volano gli insulti, si rischia lo scontro fisico. Ma qualcuno non ci sta, bisogna ragionare, qualcosa non quadra, i conti non tornano. Si torna a casa pieni di dubbi, per non dormire. Nei giorni che seguono, passo dopo passo, comincia un'indagine parallela, quella della polizia chiusa con leggerezza, sulle note del cd che i ragazzi stavano ascoltando nel momento dell'incidente: è musica elettronica, forte, incomprensibile, e accompagna i genitori fin nelle viscere dell'inferno più inaspettato.

2.
Una madre e quattro figlie, sbaraccate dalla guerra, in cerca di pace, di una casa, degli amati. Arrivano in treno nella grande città del Nord occupata dalle truppe nemiche. La cosa più importante è trovare un cappotto che tenga calda la madre nella notte che le aspetta, è inverno profondo e qui al Nord si rischia di gelare. Ma nessuno le aiuta, c'è chi non capisce, soldati che ai suoi genti di spiegazione addirittura la deridono: "Vuol farsi suora?" si dicono nella loro lingua. "Sarebbe un gran peccato." Un sergente le cede il suo paltò, c'è un momento di calore umano, ma quando il suo superiore scopre il fatto lo costringe a riprendersi il cappotto. Il giorno avanza, le ricerche continuano, negli ospedali cadenti, nei cimiteri improvvisati per la strada. Tutto in un giorno, e la notte si avvicina.