20100322

#80

Il ritardo,
come il sonno perduto,
non si può recuperare,
bensì solo accumulare.

#79

Academy Awards: Zimmerman ne combina un'altra delle sue

REGALO L'OSCAR A OBAMA SE LUI RESTITUISCE IL NOBEL

Allan Zimmerman ci ha ormai abituati alle sue dichiarazioni politically uncorrect, e già in occasione della nomination come
miglior attore aveva commentato: "Assurdo! E' come candidare Ratzinger al Nobel per la pace."
Il popolare regista e attore attacca ora nientemeno che Barack Obama, e lo fa durante la serata di premiazione, dopo aver ricevuto l'ultimo dei tre Oscar per il suo Oedipus Redux (che ha strappato anche i premi come miglior film e miglior regia).
"Voglio regalare questa statuetta al presidente degli Stati Uniti d'America" ha detto a sorpresa il 42enne showman newyorkese, subito dopo aver finito di leggere il suo discorso di ringraziamento. "Certo anch'io sono bello e carismatico, ma come attore è molto più bravo lui." Poi, tra fischi e qualche applauso, Zimmerman ha proseguito: "Ma in cambio vorrei che Obama restituisse il suo Nobel per la pace ai leggittimi proprietari," e ha citato i nomi di Piedad Cordoba, Sima Samar, Wei Jingsheng, Malalai Joya, Denis Mukwege, Gazi Bin Muhammad e Greg Mortenson. La Universus, che ha distribuito gli ultimi sette film di Zimmerman, si è detta sconcertata dalle sue parole, e ha preso drasticamente le distanze: un portavoce ha fatto sapere che il contratto, che prevederebbe altri tre lungometraggi, è ora da considerarsi in discussione.

20100312

#78

Torna a casa a piedi, come al solito da qualche giorno ad oggi. Non sa perchè lo fa (salutismo non è, le polveri sottili non permettendo), ma sa che è stata una decisione, che non sta semplicemente capitando.
Si ferma al Delicatessen (pane di segale con semi di lino e succo di mela non filtrato) e sulla strada decide di fermarsi da Lo's.
Mentre aspetta di scottarsi le dita con i toast di gamberetti fritti lungo il resto della strada, legge l'introduzione ad un saggio di mitologia greca, e contemporaneamente osserva i gesti precisi di Lo (come fa ad esser sempre così sorridente?) e lo stile impeccabile del suo discepolo ed unico possibile erede (il figlio? un nipote spedito in Italia dalla Cina per ravvedersi di una vita dissoluta?). E' comunque certo che se avesse una qualsiasi attività economica da mandare avanti, sarebbe a lei e a lui che affiderebbe la gestione delle sue finanze.
Poi paga e se ne va con l'acquolina in bocca. Forse è per stupidi piccoli apparentemente insignificanti motivi come questo che lo fa: per un pezzetto di felicità al costo di appena due euro e venti.

20100310

#77

È mia. Contro tutte le previsioni avverse. Contro tutti quelli che mi dicevano "sei un illuso". Contro il fragoroso ritardo con cui l'ho cercata (certo come tutti di non trovarla), è mia. E' andata così.
Per un buon quarto d'ora indeciso tra Daria e Natalia, ma cercando in realtà lei (in una sfida suicida alla logica e al buon senso), mi volto ormai rassegnato e Kate è lì, dietro di me, in fondo alla grande sala zeppa di riviste e clienti, lei è lì. E' sui tacchi alti, come tutte le altre, e come tutte le altre è praticamente nuda, altissima e bellissima. Precede l'amore di un passo, come, mi dico, è logico che sia.
La guardo dal basso in alto, come un servo, o forse come un bambino. E' allora che mi rendo conto di aver sempre saputo quanto l'altezza sarebbe stata un problema tra noi, l'insormontabile ostacolo che mi avrebbe impedito di averla.
Valuto quindi l'idea di mettermi a saltare, di rendermi ridicolo di fronte a tutti per lei. Alla fine mi abbasso a chiedere aiuto ad un commesso, abbastanza alto per raggiungerla ma troppo stupido per vederla.
"Ce n'erano altre sette quaggiù," mormora contrariato. "Perchè vuole proprio questa?" E poi, verificandone con mano tecnica lo stato davanti e dietro, senza alcuna lascivia: "E' integra." (Senza comprendere che l'avrei presa comunque, anche se rovinata, anche se corrotta).
La stringo al petto, cerco di nasconderla agli sguardi degli altri, certo che tutti me l'avrebbero voluta togliere, che tutti l'avrebbero voluta per sé. Ma io solo l'ho vista, tra tutte io l'ho voluta, e per questo io solo tra tutti l'ho avuta.
Pago per poterla portar via, e il prezzo mi pare irrisorio. Poi, nuda sotto la fine pioggia municipale, la conduco finalmente a casa.

20100304

#76

Certo che ricordo tutto, come potrei dimenticare? Carla era davvero molto carina, ma era a Roberta che io puntavo, anche se era di un paio d'anni più grande sia di me che della sorella. Quel giorno come al solito io e Carla tornammo da scuola insieme, ma quando arrivammo davanti casa mia lei si sedette sul muretto che divide la strada dal giardino ed io la baciai. Mi si avvinghiò addosso stringendomi le gambe attorno ai fianchi, e danzammo per un po' così, goffamente, continuando a baciarci e a ridere. Una decina di minuti dopo passò Roberta, che come ogni giorno tornava in auto dal lavoro. Accostò e ci fece salire, io davanti e Carla dietro. Si accese uno spinello e lo fece girare. Ricordo perfettamente quando fummo superati da un'auto della polizia e allora scivolammo tutti e tre sui sedili tentando di nasconderci; quando riemergemmo la volante stava facendo inversione - ma solo per seguire, chissà perchè, un carrattrezzi che veniva in senso contrario. Sghignazzammo per un po'. Allora presi il coraggio a due mani e le invitai su da me, dato che i miei non sarebbero tornati prima di sera. La cosa odorava di trasgressione, così iniziammo a ridere di quella risata ebete e senza fine che accompagna sempre i momenti come quelli, e Carla e Roberta restarono in auto mentre salivo ad assicurarmi che il campo fosse libero. Un'auto sportiva arancione con i finestrini oscurati percorse molto lentamente la strada mentre attraversavo il giardino.
Contro ogni previsione mia madre era rientrata più presto ed era già a casa, così mi ci volle un po' prima di poter scendere con una scusa ad avvertire Carla e Roberta (non esistevano ancora i telefoni cellulari). A quel punto erano state già ammazzate. Roberta era seduta al suo posto, la testa riversa sul sedile, il volto sporco di sangue ed un grande foro nero al centro della fronte. Carla invece aveva provato a scappare, ed era stesa a terra sulla schiena in una posizione scomposta ma elegante, lo sportello aperto, una gamba ancora nell'abitacolo, il vestito bianco appiccicato addosso per via del sangue, che la ricopriva interamente come un lungo lenzuolo rosso.