20111005

#118

Se si eccettuano le api, e forse le formiche, la mia vita potrebbe essere accuratamente descritta come un'unica, ininterrotta, imperterrita, dannatissima lotta contro gli insetti.

20111004

#117

Non sono discorsi calcolati, non sono pensieri premeditati. Mi vengono così, al momento, da dentro, li creo quando mi sembra che ce ne sia bisogno, li pronuncio quando sento di doverlo fare.
È per questo che non si assomigliano mai, e soprattutto che sono tutti veri. Ed è per questo che ne avrai sempre di nuovi, se vuoi, espressamente formulati per te.
Posso pensare all'infinito.

20110901

#116

La prua solcava le onde è una metonimia.

20110831

#115

Non è solo che non voglio figli perché penso sarebbe immorale metterne al mondo oggi, proprio in questo postaccio che è diventato il nostro mondo.
Non è tanto che voglio vivere la mia unica vita proprio come fosse l'unica, senza preoccuparmi di dover lasciare una traccia o una qualsiasi forma di eredità.
E non è nemmeno che ritengo inutile lavorare oggi per potermi permettere un futuro che invece è già qui, e che sta anzi scivolando via fin troppo velocemente.
No. È piuttosto che vorrei proprio che il genere umano si estinguesse, che lasciasse la terra per sempre, che liberasse questo pianeta dalla propria ingombrante e molesta presenza.
Vorrei decisamente contribuire alla nostra estinzione molto più che al nostro progresso, e a volte penso che prima di sparire per sempre nel beato Nulla, mi piacerebbe portare con me la maggior parte possibile di miei simili.

20110825

#114

Stavano l'uno accanto all'altra, sdraiati nudi nella canicola, avvolti dall'afa come in due sudari, incapaci perfino di vedersi, perché guardarsi, per non dire toccarsi, avrebbe significato troppo sforzo.
Eppure là fuori, sul pianeta terra, c'era in corso dell'attività umana, e dai camion della nettezza urbana in lontananza fino ai motorini sotto alle finestre, tutto si confondeva con il ronzio delle zanzare.
Se solo avessero avuto una coscienza di classe, se solo avessero avuto una memoria storica, le zanzare si sarebbero ormai evolute in insetti superiori. Silenziosi. E ognuno, quella notte, avrebbe avuto quel che desiderava. Eppure, anche senza l'evoluzione dalla loro, erano indiscutibilmente al vertice della catena alimentare, e continuavano a piombare sui loro corpi come meteoriti su pianeti alla deriva. Quella notte l'universo era un posto incredibilmente caldo.

20110722

#113

Pensava fosse un ritorno di fiamma, e invece fu fiamma di ritorno.

20110704

#112

Valutata la situazione, e interrompendo di conseguenza con fermezza quel che stava facendo, "con la tenerezza si va molto lontano, amore mio" disse dolcemente, "ma non si arriva da nessuna parte."

20110429

#111

Riassumeva nella sua persona le caratteristiche peggiori del fotografo e dello scrittore, queste essendo la capacità di osservare e mostrare senza partecipare, e di giudicare e narrare senza conoscere.

20110406

#110

Il piccolo indio odora di pasta fresca, legna e sudore, come un pizzaiolo. Attacca a parlarmi anche se non ho evidentemente nessuna voglia di fare conversazione. Avrà sì e no trent'anni, ma ne dimostra una decina in più.
"Non riesco a dormire," dice cercando il mio sguardo. "Sono a pezzi."
Valuto per qualche istante se rispondere o restar zitto. Il suo berrettino è giallo, con una scritta rossa sulla visiera.
"Come mai?"
Si punta un dito alla testa.
"I pensieri," sussurra. Poi mi mostra la busta coi medicinali, anch'essa gialla. "Questi non mi fanno niente."
"Non dovresti provare a risolvere il problema del sonno," mi sento consigliare, "ma quello che ti causa il problema."
"Impossibile," dice.
"Impossibile," ripeto.
Gli altri pazienti si sventolano o si stiracchiano sulle poltroncine scomodamente profonde della sala d'attesa, mentre noi restiamo a considerare il senso di quel che ci siamo detti, che intanto si è cristallizzato nello spazio tra noi.
"Il tempo guarisce ogni cosa," dico dopo un po'.
"Impossibile," ripete lui, "è finita."
"C'è sempre tempo per essere felici."
"Sì, ma la felicità dipende dagli altri."

20110404

#109

Gli uccelli sono sempre i primi a svegliarsi; mentre tutti gli abitanti delle case affacciate sul cortile ancora dormono, e i camion della nettezza urbana non sono ancora passati, e i tram non sono ancora usciti dai loro depositi, e nessuna auto s'è ancora avventurata per le strade, passeri, merli e fringuelli si scambiano effusioni e comunicazioni di servizio in quel loro gergo melodioso tutte scale e controtempi. Ecco, se potessero evitare di essere così solerti, quei piccoli stronzetti...

20110402

#108

"Oggi un ragazzino sul tram mi ha chiamato 'signore' e mi ha dato del lei."
"Hai trent'anni, sei vecchio, ormai."
"Ma lui avrà avuto sì e no qundici anni, cazzo! È stato un vero colpo."
"Ti ci devi abituare, nessun quindicenne ti darà mai più del tu."
"E ci mancherebbe! Doveva solo provarci..."

20110308

#107

Riconosco la loro lingua immediatamente, è inconfondibile come lo è il suono del ferro battuto. Sono bellissimi, una coppia perfettamente assortita, i lineamenti scolpiti nel legno, orecchini e vestiti che qui già a trent'anni si farebbe fatica a mettere, e loro vanno sicuramente già per i quaranta. Il sorriso dei Finlandesi è diverso da tutti gli altri. È un sorriso di riconoscimento. Non c'è compiacenza, nessuna presunzione, solo la schiettezza di riconoscere che siamo fatti nello stesso modo, che condividiamo gli stessi elementi, che apparteniamo alla stessa famiglia. Il loro sguardo gentile non prevede nulla in cambio, e nulla sottintende. Quando si spostano per farmi scendere dal tram li ringrazio nella loro lingua. Kiitos, dico, e loro allargano lo sguardo e fanno un leggero inchino.

20110305

#106

Ogni volta che riavvolgeva il cavo nero attorno al manico bianco del fohn gli tornavano in mente gli anni a Gush Katif, quando tutti i giorni, tra un pattugliamento e un raid, si stringeva sette volte la shel yad al braccio destro durante la preghiera del mattino. Tra il fatto che era mancino e quello di avvolgere la tefilláh dal bicipite verso l'avambraccio pur non essendo chassidim, si era procurato chissà perché non poche antipatie.
Oggi, quando gli chiedevano cosa ancora avesse in comune con i suoi commilitoni, rispondeva con le parole di un altro ebreo inquieto: "Non ho niente in comune nemmeno con me stesso."

20110122

#105

Si rinnova anche quest'anno l'ormai consolidata tradizione del Calendario delle Malattie Autoimmuni. Ancora una volta le Miss e i Mister delle più diffuse patologie hanno posato sotto l'occhio clinico ma raffinato del fotografo, e hanno mostrato i loro corpi con una spontaneità e un coraggio che solo la sofferenza può insegnare. "Quando la causa è così nobile la vergogna viene messa da parte," ha commentato Fabio L., Mister Miastenia Gravis. "Sentivo di doverlo fare," ha invece singhiozzato ai nostri microfoni Laura C., Miss Sclerosi Multipla, non riuscendo a nascondere la sua emozione. L'autore degli scatti, il tedesco Sjögren Werlhof (affetto da Sindrome di Goodpaste), si è detto onoratissimo di essere stato scelto per rappresentare i dodici mesi. "È stata un'esperienza molto intensa," ha dichiarato ieri sera durante la presentazione del calendario al Grand Hotel Bel Astoria, "ma è davvero meraviglioso poter dare il proprio aiuto a chi davvero ne ha bisogno facendo qualcosa che, in fin dei conti, a noi non costa molto." Come sempre i proventi delle vendite saranno destinati all'A.I.M., Associazione Internazionale della Moda, i cui ringraziamenti non hanno tardato a giungere agli organizzatori dell'evento. "Il nostro grazie più commosso," si legge nel comunicato, "va a tutti coloro che anche quest'anno si sono adoperati per aiutarci e ci sono stati vicini. È anche per merito loro se la Moda riesce a sopravvivere, in un'epoca e in un mondo in cui non c'è più spazio per la ricerca, e l'etica sembra averci definitivamente abbandonati."

20110121

#104

Devi pensare a me come a un marinaio. Sono sempre appena arrivato, anche se non mi sono mai mosso. Sto sempre per ripartire, anche se non andrò mai via. Sono sempre in viaggio, anche se sto sempre fermo. Non ho casa se non la mia nave, anche se conosci il mio indirizzo. Sono sempre solo, anche se sono in mezzo alla folla. Non ho fedeltà se non per la mia ciurma, anche se non conosco nessuno. E ovviamente ho una donna in ogni porto, anche se il mio unico porto sei tu.
Non possiedo niente e nessuno mi possiede, anche se compro oggetti e prometto amore eterno.

20110111

#103

Tendiamo a farci male sempre nei punti del corpo più esposti.
La logica impone che siano gli stessi punti con cui poi continueremo a scontrarci col resto del mondo. E che questi, benché medicati e ben fasciati, riceveranno più dolore del dovuto ad ogni nuovo colpo.
Tengo ingessato il mio cuore.

20110108

#102

Dovete morire tutti, disse tra sé. Non era una constatazione, bensì un auspicio, l'augurio che la cosa accadesse al più presto. Tutti, si disse, quelli che portano in giro il cane a cacare, quelli che continuano a fare bambini, gli stranieri che non imparano la lingua, i commercianti che vendono cibo scaduto, quelli che hanno la tv, quelli che hanno l'auto, tutti, insomma. Una bomba, annunciò poi ad alta voce, una bella bomba, puntualizzò riempendosi la bocca con la parola. Fu allora che gli venne per la prima volta in mente una soluzione finale altrettanto drastica ma sicuramente più praticabile. Del resto, considerò, quando un solipsista muore il resto scompare insieme a lui.