20160131

#948

Come carne, pesce e verdure i bambini sono morbidi e pieni d'acqua. Le microonde sono un ottimo modo per cuocerli.

#947 (Le nuove mosche #212)


BLOCH

Colava a picco, come un transatlantico che sgoccioli antartide.
Il rappresentante, per la verità alquanto effemminato, sembrava atrocemente preoccupato per gli interni di velluto dell'auto in esposizione (una Bentley full optional). Ma al naso di Kahil non si comanda, ed enormi splendide gocce trasparenti si lasciavano cadere, come paracadutisti in parata.

#946

Ti sbagli, non sono affatto per la simmetria, quanto per un'assimetria strettamente controllata.

20160130

#944/945 (Le nuove mosche #210/211)


THE WEDDING SONG

La città era coperta da una sottile lastra di ghiaccio, tanto che sembrava che toccandola tutto potesse andare in frantumi.
Faceva tanto freddo che persino l'acqua fredda bastava a scaldare le mani.


THE WIPPING SONG

Sono combattuto. Preferisco una vita di esaltante fama e genialità (e di emicranie e depressioni), o la pace dei sensi e la tranquliità di sentimenti (nel pià gretto anonimato)?
Non si può avere tutti e due, dottore?

#943

Mi sarei volentieri tolto le cuffie per godermi quel bel temporale estivo alla fermata del bus, ma la cosa mi era impedita nel modo più assoluto possibile da quelle due maledette vecchiacce cicalanti.

20160129

#942 (Le nuove mosche #209)


JUAN–JUAN

È proprio così, come tutti lo immaginate.
La macchina da scrivere sulla scrivania, e un bicchiere con un'aspirina che ancora bolle.
Sembra vecchio.
È un mistero come tutte quelle terribili storie sull'oscuro futuro prossimo venturo possano scaturire da un uomo all'apparenza così posato.

#941

Ci metto un po' a capire che mi sono seduto al posto del Padrone di casa – uno dei due capotavola – e che per tutta la cena la cosa è stata motivo d'attrito tra lui e il suo compagno. Quindi mi alzo imbarazzato e lascio volentieri che l'Anfitrione mi conduca per la grande dimora.
Vivono qui da anni, ed è merito delle loro passioni (e, non da ultimo, dei loro soldi) se adesso sembra il magazzino di un negozio di brocantage.
Alla fine del giro il Padrone di casa resta dentro, contrariato, ma io e l'Anfitrione usciamo nel giardino, che assomiglia più a un cortile in cui fiori e piante da frutto in vaso crescono indiscrimatamente. Su tutto incombe un enorme ciliegio molto paternalista.
"Lo chiamiamo 'al posto delle fragole'," dice l'Anfitrione con un sorriso complice.

20160128

#940 (Le nuove mosche #208)


'00 D.C.

È la prima volta che mi metto la mano sul petto da molti anni. Da piccolo avevo paura che il cuore si fermasse e che questo potesse avvenite solo se io stavo ad ascoltarlo.

#939

Quel gioco era durato giusto il tempo giusto perché restasse un gioco, ma quante occasioni aveva e ancora avrebbe perso perché perso dietro a occasionali distrazioni?

20160127

#938 (Le nuove mosche #207)


J.J.L.

Quanti incontri casuali e ripetuti tra due sconosciuti devono intercorrere prima che i due inizino timidamente a salutarsi?

#937 (Elegia del Bernina)

Dopo aver fronteggiato le cime più alte, e aver mangiato con lo sguardo pieno di nevi perenni, e aver camminato al centro del lago che divide il Mar Morto dall'Adriatico, il Danubio dal Po, e dopo aver staccato cristalli di ghiaccio impilati come paletti gli uni accanto agli altri, e aver abbandonato il bosco dove gli alberi sono avvolti si seta e vermi, ci inoltriamo lungo la strada segnata dalla ritirata del ghiacciaio, riattraversiamo la storia triste e spoglia di un evento senza pari, la corsa lentissima eppure sempre più veloce del gigante che torna a se stesso, da dov'è venuto, lasciandosi dietro un nulla lunare, piante man mano più basse, massi più grandi metro dopo metro, vuoto più desolato passo dopo passo fin dove la lingua sporca e fredda resta ormai muta, ripiegata su se stessa come un animale braccato dal tempo.

20160126

#936 (Le nuove mosche #206)


ORLEANS VAL BENE UNA MESSA

Verranno tempi orribili, in cui ognuno di noi dovrà scegliere i vestiti da indossare, prendere gli oggetti essenziali e lasciare la propria casa, decidere quali siano le armi migliori, le più leggere ed efficaci, istruirsi alla difesa e all'attacco e partire.
Verrà il tempo di nuovi eserciti, e nuove guerre, e verranno nuovi morti e sangue nuovo, e sopravviverà solo chi sarà pronto. Verrà l'era di nuovi dei, che non avranno nulla di divino.

#935

Dormii su quel letto come se fosse una tavoletta d'argilla, dura ma anche malleabile, in cui lasciare traccia del mio sonno instabile, una litografia notturna colorata dall'attività onirica.

#934 (Le nuove mosche #205)


JUD–E–O'

Malgrado tutti i miei studi non capisco ancora per quale regola o norma la parola "one" debba essere pronunciata "uan".

20160125

#933

La ragazza in bicicletta mi supera a destra sul marciapiedi, stupenda anche solo di schiena. Il vecchio arriva dall'altra parte e quando incrocia la traettoria della ragazza si gira a guardarla. Poi incrocia me e il mio sguardo. Siamo intesi, abbiamo gli stessi gusti. E io capisco che questa cosa non avrà mai fine.

20160124

#932 (Le nuove mosche #204)


EIN

Ogni volta che faceva la doccia e cambiava le lenzuola, sentiva di rinascere.
Si immergeva in quello che chiammava "il ventre della balena" e poi, prima di addormentarsi, sentiva immancabilmente che tutto quel profumo, tutta quella carne fresca e asciutta stava andando sprecata, e cominciava a marcire in malora.

#931

Era per questo che non sopportava il blues, non perché non suonasse seducente, anzi, ma perché parlava sempre di problemi personali, la donna qui, un fucile là, e tutti erano convinti di aver incontrato il diavolo, mentre con ogni probabilità il diavolo erano proprio loro.

20160122

#930 (Le nuove mosche #203)


LA SIMMENTHAL È AUMENTATA

Una donna si rende sempre conto delle implicazioni sentimentali, no? È in questo che sono così brave, nel cogliere le grandezze nelle inezie nascoste, è in questo che siamo così diversi.
Come devo accogliere il suo "carpe diem" allora?

20160121

#929

Avevano vissuto per così tanto tempo in una sostanziale ristrettezza che, adesso che avevano guadagnato improvvisamente tutto quello spazio libero, gli sembrava di non sapere cosa farsene.
I loro progetti erano così smisurati che nemmeno quelle stanze in più sembravano poterli contenere.

#928 (Le nuove mosche #202)


LA PIOGGIA OGGI

Da quanto s'era accorto che tutto il ferro in casa andava sostituito con del legno?
Sua moglie, designer di sensualità architettoniche ammaliatrici, divenne madre di una splendida bambina con gli occhi grandi e sempre aperti. Non si sarebbero mai perdonati di averla fatta crescere in una culla di ferro.

20160120

#927

Era in momenti come quello che si guardavano e pensavano che l'aggettivo che meglio li descriveva fosse "fortunati".

#925/926 (Le nuove mosche #200/201)


LA PREVIDEVOLE

Quanta acqua sprecata in attesa della temperatura giusta per lavarsi. Alcune lacrime si aggiungevano a quella massa, e scorrevano nello scolo assieme alla rabbia per i popoli assetati.


L'ECCEDEVOLE

Maooooo..... Maooooo, Vrognauuuu, Gnauuu Eaoooo, Brgnauuuuu.... Auuuuu, Wauuuuu!
Ngrauuu Gnauuu Brulauuu Gneee Meeeee Kitekat*

(* N.d.T. La frase "che si deve fare per una ciotola di Kitekat", di facile intuizione, è nondimeno di complessa interpretazione. Studiosi del Garfield giovane ritengono possa nascondere riferimenti di stampo socialista ma, in mancanza di certezza, ho preferito attenermi alla traduzione standard riportata in Garfield su Garfield, di F. Pivano, Guanda ed. 1967)

#924

Hai avuto molte carie nella tua vita?
È questo che vorrei chiedergli ogni volta che lo trovo a lavarsi i denti nel bagno dell'ufficio: ci metti così tanto perché hai passato terribili esperienze, o i tuoi denti sono sanissimi proprio perché ci hai sempre messo così tanto a lavarli?
Fatto sta che mi fa venire ogni volta i sensi di colpa e di inadeguatezza, tanto che preferisco inventarmi una scusa per andarmene e aspetto che abbia finito lui prima di tornare a lavarmi io.

20160119

#923 (Le nuove mosche #199)


S.WEET S.UNSHINE

Nel piccolo bagno di servizio era rimasto ancora l'odore di quando, anni prima, alle elementari, con la sorella si erano messi in testa di riciclare la carta.

#922

Non so se questa storia abbia un futuro, ma di certo ha un presente, e al momento è tutto ciò che conta.

20160117

#921 (Le nuove mosche #198)


CIRCOLARE

La scritta era nera e a grandi lettere.
Era paradossale, o quantomeno curioso, che la marca delle scarpe contenute un tempo nella scatola dove ora lui teneva le sue preziosissime lettere, fosse UTOPIE.

#920

Così ho deciso di sedermi sulla panchina e lasciar scorrere tutti gli autobus senza prenderne nemmeno uno, si fottano il lavoro, la famiglia e anche gli amici del bar.
Fin qui tuto bene. Se non che dopo un po' mi rendo conto che anche il filippino seduto accanto a me resta fermo al suo posto e non sale su nessuna corsa. Ha lo sguardo inebetito, le mani in grembo, il cappellino da baseball.
All'inizio penso che non sia ancora passato il suo bus, poi che aspetti qualcuno, ma niente, se ne sta lì, fermo come un fantasma, e non fa nulla, nulla di nulla. E la cosa, ça va sans dire, mi irrita un bel po'.

20160116

#919 (Le nuove mosche #197)


THE CHAMALEON

Accade solo di rado, ma quado di notte si rende conto all'improvviso che la luna è un corpo celeste, e non un semplice disco illuminato e appeso nel cielo, viene preso da una profonda crisi mistico-scientifica, con migliaia di implicazioni tanto profonde da renderlo incapace di razionalità, vittima di una specie di immobile e silenzioso attacco epilettico.

#918

Quella che sta attraversando la strada è la figlia di Christian Peckerwood, che Dio perdoni lei e benedica lui. Dieci anni fa si è messa in testa di diventare una maledetta negra. Andava ancora alle elementari, Diosanto. Ha preso ad abbronzarsi come un dannato raccoglitore di cotone. Ma non le bastava. Così ora ha trovato non so che diavoleria per scurirsi la pelle. Si è fatta gonfiare le labbra. Si è tinta e arricciata i capelli. Ormai la sua voce è graffiata da alcool e fumo, e adesso se ne va in giro con una chitarra bruciata dal sole, e con corde di bronzo intona spiritual e gospel agli angoli delle strade.

#917 (Le nuove mosche #196)


HITCH!

Comiciai a prevedere le cose con esattezza.
Sapevo benissimo che avrei ricevuto tue notizie entro quel giorno, come che, entro quella notte, sarei rimasto chiuso fuori casa.

20160115

#916

In my mid-thirties I stated that my life would have been a collection of non-funcional action. Now I'm in my late seventies and I can say that, besides a couple of big mistakes (disappointed by mankind and hit by the nonsense I was sourrounded by, I was scared of or not ready for a suicidal option) I've been pretty successful.

20160114

#915 (Le nuove mosche #195)


DARIA

Chiamandolo quella mattina mi resi conto per la prima volta che quelal parola, "papà", nella mia bocca matura non suonava più bene, anzi era tanto fuoriluogo e infantile che per un attimo dubitai non solo della sia presenza all'altro capo del telefono, ma anche che fosse effettivamente mio padre.

#914

Stanotte ho sognato di non aver mai dormito, oppure non ho mai dormito.

20160113

#913 (Le nuove mosche #194)


TURBODANCE

È un uomo spinoso e angusto. Quelle scapole alate non gli serviranno certo a volare.

#912

Ricordi? Ti mandai un ultimo messaggio in cui dicevo solo "mi dispiace".
Ma quella era la nostra missione: tutti e solo gli astronauti erano destinati a colonizzare il nuovo pianeta, e ciò voleva dire che eravamo tenuti a riprodurci tra noi, a prescindere dalle relazione e dagli affetti che lasciavamo sulla terra. (E perfino dai nostri orientamenti sessuali, se questo può aiutare a capire fino a che punto fossimo noi stessi contrariati).
Da queste unioni senza amore sono nati figli non umani, privi di morale nonostante l'ereditarietà e la forzata (per loro e per noi) educazione, a cui manca soprattutto l'istinto primevo legato alla sopravvivenza della specie.
Della nostra specie, cioé, sono anzi l'evoluzione, programmata e a tutti i costi voluta, ma non per questo corrispondente alle nostre aspettative: come se avessero infatti una coscienza comune e fossero un unico organismo, completamente nuovo e sconosciuto, hanno deciso di non riprodursi.
Li abbiamo esortati a ragionare, poi minacciati, infine costretti, così come eravamo stati esortati, minacciati e costretti noi stessi, ma la mancanza di amore li ha resi più forti di noi, che intanto invecchiavamo e molto più velocemente di loro.
Si sono ribellati, proprio come fanno tutti gli adolescenti sulla Terra, ed essendo in numero maggiore ci hano sopraffatto. Così quella che doveva essere una nuova generazione di esseri umani è diventata la prima di qualche altra cosa, e ad ogni modo anche l'ultima di entrambe, autrice della propria estinzione.
So che sulla Terra le cose non sono finite meglio. So anche che te ne sei andata molti anni fa.
Affido questo messaggio allo spazio, al caso, al nulla, e so che stavolta sarà davvero l'ultimo.

20160112

#910/911 (Le nuove mosche #192/193)


MARTIN SCOZZESE

Agli uomini mancano sesso e felicità, e anche se manca una sola delle due cose state pur certi che l'altra si renderà subito latitante.


MARTIN SCORTESE

Torna con la testa sotto al cappuccio ma non piove, a testa bassa guarda a terra le sue scarpe bianche da ginnastica e poi si tira via con la mano dal volto un velo di tristezza.
Nell'altra mano c'è il vassoio vuoto del caffè, che fa rotolare come una bambina, e poi aspetta di poter attraversare.
Vorrei dirle che non è sola.



#909

È ormai chiaro che mia madre non è più mia madre.
Mi compare davanti all'improvviso nella veranda sul balcone, ma allo stesso tempo ci mette un'eternità, e prende a muoversi verso di me, a passi lentissimi, lo sguardo ebete, invecchiata più del plausibile, in pigiama, fissandomi vaga più che triste, anzi in modo minaccioso.
Sì, ecco cosa mi ha fatto reagire, i suoi occhi velati di rabbia cieca, come quelli di un automa a cui abbiano inculcato la missione di eliminare ogni presenza umana dalla faccia della terra.
È per questo che mi ritrovo a sbatterla ripetutamente con la testa sui vetri infrangibili delle finestre, finché la sua sopravvenuta incoscienza non mi permette di fuggire.

20160111

#907/908 (Le nuove mosche #190/191)


BEING SPIKE JONZE

Con questo ventre botticelliano sembro la madre di tutte le primavere.


BEING CROSBY

Claire era affezionatissima al suo gabinetto; pensava che non ne avrebbe mai più trovato uno tanto comodo. E poiché quello è un affare serio, evacuare in comodità, dico, se lo portò dietro fino in Texas, assieme con quell'assurdissima idea di trapiantare le bufale campane nelle campagne di Austin.
Fu lì che l'incontrai, lei, le sue vacche e il suo cesso sul furgoncino rosso. Io preparavo il primo concerto del Midnite Vultures Tour, e lei il suo commercio di mozzarelle in U.S.A.

#906

Al secondo annuncio il capotreno aveva completamente cambiato tono di voce, e ora sottolineava ogni fermata con considerazioni personali, aneddoti, ricordi. Arrivati a Voghera fu evidente che non lo si poteva più contenere: ansimando come una rockstar a fine concerto urlò "ciao Voghera!"

#905 (Le nuove mosche #189)


TRUTH, PLEASE

Va bene, visto che hai deciso di non scrivermi più vorrà dire che lo farà io per entrambi. Ma sappi che questa è la mia ultima lettera. Sono stufo di scrivere. Voglio sentire la tua voce, vedere il tuo piccolo seno andare su e giù per il respiro mentre parli, per capire il tuo vero stato d'animo, vedere sbattere i tuoi occhi che riescono a sorridere e a essere tristi nello stesso medesimo istante (forse uno è cupo e l'altro allegro, come in quella vecchia favola), vedere muoversi la tua bocca, il posto più morbido dove mettere un bacio.

20160110

#904

"Ricorda che il mondo va avanti grazie alle persone che ricordano."
"Spero di ricordarmelo."

#903 (Le nuove mosche #188)


DERESILIUM

Probabilmente ti scambio per tua sorella. No, non sei tua sorella, lei sembra più grande, ma visto che mi fissavi ho preferito salutarti. Dev'essere bello essere scambiati per qualcun altro, no? Si fanno molte conoscenze. Siete davvero gemelle? Vedendoti ora non saprei dire chi tra voi è più bella, mi fissate nello stesso modo, e allo stesso modo siete divertenti.

20160104

#902

Una volta forse, ora certo non più, c'erano un uomo e una donna che vivevano assieme sulla linea dell'equatore, uno di qua e l'altra di là. Ma la cosa più curiosa è che lui era destro e lei mancina, e che facevano ogni cosa tenendosi per la mano libera (la sinistra di lui, la destra di lei) come fossero una persona sola.

#901 (Le nuove mosche #187)


LA BALENA PHILIP DICK

Cosa succedeva ogni volta che ascoltava la XXV variazione Goldberg? Quell'esecuzione di Gould gli ricordava un evento drammatico della sua vita, e poiché era il pezzo più lungo aveva tutto il tempo di rievocare a perfezione quel giorno, quel bar e quell'uomo.