20131230

227

Non dobbiamo farlo subito, disse lui, tantomeno per forza. Lei gli sorrise riconoscente, con lo sguardo di chi ha appena capito di aver trovato l'uomo giusto. Finì che non lo fecero mai più.

20131229

#226 (iQ#32)

Estate.
La zanzariera ha ucciso
il chiar di luna.

20131218

#225

È il Giorno della Ribellione degli Oggetti, quando per ventiquattr'ore l'Uomo perde il suo primato di Creatore delle Cose del Mondo e soccombe alle conseguenze del suo Operato.

20131217

#224

Si avvicina fissandomi, con la mano tesa, lercio e (probabilmente) puzzolente.
"No, grazie," gli dico con aria bonaria.
Lui persiste, avanza ancora un po', allunga la sinistra con ostinazione. Allora cambio espressione, ma prima di riuscire a proferire anche solo una parola è lui che interpreta di riflesso la mia parte.
"Non insitere,"dice mostrandomi i palmi in segno di resa.
Ma poi, grazie di che?

20131216

#223

Eppure è ovvio, mi ripeto, che se un oggetto continua a crearmi problemi e io continuo di conseguenza a prenderlo a calci il problema in realtà sono io. Ma chissà perché, al momento del bisogno non riesco a trarre questa logica conclusione. Errare è naturale, perseverare umano.

20131212

#222

È lunga e sporca questa guerra contro gli agenti del disordine e del sudiciume. Sono subdoli e resistenti, operano con metodi da guerriglia casalinga, tendono imboscate annidandosi ovunque, mi assediano, mi depistano, confondendomi e impedendomi di capire perfino a quale fronte dare la priorità.

20131211

#221

Che paese di merda. Mano nella mano accompagnamo i nostri figli a scuola praticamente fino all'università, ma ci siamo scordati di dargli un futuro.

20131210

#220

La vide arrivare da lontano. Era come un muro d'aria e d'acqua, che avanzava per le strade del paese spostando di peso persone e automobili. Colto da una paura quasi metafisica ma cosciente di dover scappare, si trovava nell'icapacità di scegliere il riparo giusto, indeciso tra antri e portoni, con l'unico desiderio, tecnicamente irrealizzabile, di tornare a casa.
Le prime gocce colpirono il selciato e gli bagnarono le scarpe. Poi la tempesta lo colpiì inevitabilmente, come uno schiaffo freddo e umido, sollevandolo a diversi metri d'altezza, sopra gli alberi e i tetti delle case. Era raggelato, ma si sentiva anche cullato e molto leggero. Nessuno ne seppe più nulla.

20131205

#219 (iQ#31)

Paura:
il mio vecchio me è in reatà
più giovane di me.

20131204

#218

La cosa più interessante di questo caso non è tanto che il paziente abbia la facoltà di sdoppiarsi (per quanto non volontariamente), né che il doppio risultante sia una sua versione rimpicciolita ma per il resto a lui esattamente identica; quanto piuttosto che si senta ogni volta spinto, se non costretto, a seguire questo secondo se stesso attraverso le intercapedini fra le assi del pavimento (cosa resa ardua all'uno ma facile all'altro proprio a causa della differenza di dimensioni).

#217 (iQ#30)

È perturbante
che anche il buio
possa accecare.

20131203

#216 (iQ#29)

Freddo,
mangio solo frutti invernali.
Caco vaniglia.

20131202

#215

Vanno trattati da pari a pari. Certo, hanno sicuramente più soldi di te, magari più agganci, forse più esperienza. Ma nel momento in cui ti offrono un lavoro stanno implicitamente dichiarando che hanno bisogno di te. Allora scendono di qualche gradino la scala sociale e ti vengono più vicino, percorrono all'indietro la linea evolutiva e involvono in un animale più simile alla tua specie. È così, per una frazione di secondo, il vostro rapporto diventa uno a uno.

20131129

#214

Vorrei chiarire una volta per tutte, se possibile, che questa barba è una codizione naturale, data, di default, sine qua non. Piuttosto è tutto il resto, a venire di conseguenza. È lei che porta me.

20131128

#213

"In principio era l'avverbio," commenta il suo editor via mail, subito dopo aver letto la prima stesura.
"Principalmente era l'avverbio," lo corregge lui nell'immadiata riposta.
Distanti più di ottocento chilometri, ma in realtà nemmeno tanto, stanno entrambi sorridendo.

20131127

#212

Maledetti insetti: lo fanno apposta? Nonostante il mio profondo e inveterato odio, loro sembrano proprio amarmi. Tutto ciò è spaventoso, e nondimeno imbarazzante.

20131126

#211

E adesso, molti anni dopo, si vede costretto a rinnegare il suo passato nel Fronte di Liberazione dei Nani da Giardino. Quel che un tempo gli era sembrato moralmente obbligatorio ora gli appare sotto una nuova luce: certo, a quei nanetti ha donato la libertà, e cosa c'è di più importante della libertà? Ma come se la caveranno adesso in mezzo ai boschi, dopo una vita passata in un giardino privato? Più che liberarli li ha probabilmente codannati a morte.

20131125

#210

Sono sempre stato fuori moda, qualche volta un po' avanti, più spesso molto indietro. Se pensi che adesso io vesta alla moda non è colpa mia: è lei che mi ha raggiunto o che finalmente si è fermata a prendere fiato. O che ancora più probabilmente è ritornata sui suoi passi.

20131122

#209

Chitarra classica, violoncello, drum machine.
Un low power trio.

20131121

#208

Siedo in una casa nuova, circondato dai libri e i dischi che ho collezionato negli ultimi vent'anni. E mi sento come in una torre, mentre fuori il mio mondo crolla pezzo a pezzo, inesorabilmente e nemmeno tanto lentamente.

20131118

#207 (a S.Z.)

Dei diciotto che erano partiti tre anni prima, tornò soltanto lui, steso nel fondo di una scialuppa e avvolto nella storia.

20131114

#206

Si dice che vagassero come spiriti, lividi sui moli e tra le bettole del porto, avvolti dalla nebbia di etanolo e perseguitati dall'odore del ginepro sotto al naso, fresco e persistente, che sentivano ininterrottamente, che costantemente li richiamava fuori dalla vita.

20131107

#205

Ed eccoci al dilemma del mese: anche se ormai pensava di amarla a prescindere, doveva finalmente confessarle che fin dall'inizio si era sentito attratto da lei perché gli ricordava una delle sue pornostar preferite?

20131106

#204

Meno di una settimana dopo averla conosciuta alla stazione di E. si era ritrovato sul suo divano, steso a poca distanza dal suo seno, che sotto la maglietta di cotone si adagiava libero da ogni opera di contenimento sui cuscini di tela. La bambina più grande era stata già messa a latto, mentre l'altra gorgogliava a pochi passi da loro nella culla lì in salotto. Sentiva il profumo dei suoi capelli biondi, poteva percepire il mondo attraverso i suoi occhi azzurri, e pensava di non aver mai visto niente di più bello (né tantomeno di poter collegare qualcosa di così straordinario alla parola madre). Per gli uomini, ragionò, è normale che le belle donne manchino d'intelligenza: non è giusto infatti, e quindi non è possibile, che godano di entrambi i doni.

20131104

#203

A quel punto era chiaro a tutti che il concerto si prospettava come un fallimento. Nemmeno mezz'ora dopo il warm-up del dj più di metà del pubblico se n'era andato, chi a bere al bar, chi fuori a fumare, chi semplicemente a casa a dormire. Erano saliti sul palco, avevano attaccato gli strumenti e avevano iniziato con la solita scaletta, ma in quel bar sembravano essersene andati tutti pian piano da qualche altra parte. È stato proprio allora che hanno capito che stavano suonando per loro stessi e per nessun altro, ed è così che è venuta fuori la miglior versione di We Are Headless And I Love You che avessero mai eseguito dal vivo. Io c'ero.

20131023

#202

Fu nel periodo in cui ancora suonavamo in quei pulciosi club di terza categoria, con un poliziotto fisso sul palco che interveniva a manganellate ogni volta che facevamo qualche mossa strana o incitavamo il pubblico a bruciare tutto, quando Daisy gestiva quella specie di ostello per lesbiche giù ad Hackney fatto tutto di materiale di recupero e in cui nessun uomo poteva entrare, e io mi presentai alla sua porta a scusarmi e a comunicarle che anche se intanto avevo avuto un figlio da un'altra ormai la cosa era andata a puttane, e lei non voleva farmi nemmeno entrare, perfino a me, dico, fu proprio allora, dicevo, che le chiesi di sposarmi. Ma fu solo dopo un intero mese di torture e atroci sofferenze, e dopo che glielo ebbi chiesto altre due volte (quindi tre in tutto), che disse sì.

20131022

#201 (iQ#28)

Ottobre in città.
Ci cala addosso
un falso freddo.

20131021

#200

La prima castagna dell'anno, e la prima volta che esprime un desiderio per qualcun altro.

20131018

#199

Dato che professo l'estinzione del genere umano, e penso che ognuno nel suo piccolo possa e debba fare la sua parte, sto pensando di abbandonare questo insulso mondo perduto. Ma come mi assicurerei poi che le cose vadano avanti nel modo giusto? E inoltre: per essere coerente dovrei categoricamente rifiutare di lasciare il mio corpo alla scienza. Ma come la mettiamo se i miei organi potessero tenere in vita il prossimo anticristo?

20131014

#198

Più verdura, più verdura!

20131008

#197

La cosa più inquietante a cui riesca a pensare è una cascata che nel buio più totale sprofonda a dismisura a pochi passi da me, invisibile e assordante. E cade, e cade, come se né il tempo né lo spazio avessero mai fine. Un'altra immagine tanto simile alla morte mi è impossibile concepirla.

20131004

#196

Eppure la testa mi dice "Hai voluto un figlio? E ora te la porti tu, quella dannata carrozzina su per le scale!". Ed eccomi però a fare ancora una volta la mia buona azione quasi quotidiana, il boy-scout che non avrei mai voluto essere.

20131003

#195 (iQ#27)

Merda!
Ho nei ciuffi
croccanti fiocchi di riso al miele.

20131002

#194 (193/2)

Similmente ai brutti sogni: sebbene senta il desiderio di svegliarti ogni volta che ne stai avendo uno, so bene che è essenziale subirne, visto che solo in queste visioni si possono sperimentare sensazioni che non ci è dato di esperire consapevolmente.

20131001

#193

Quando ti sento piangere
ti lascio piangere,
perché piangere fa bene
solo se a piangere sei solo.
Ma sentirti piangere
è molto peggio che piangere
perché sentir piangere mi disarma,
specie se a piangere sei tu.

20130930

#192

Ho letto che la vita è dura. Mi hanno anche detto che è breve, e che il connubio tra affanni continui e coscienza di quanto tutto sia effimero porta difficilmente a qualche soddisfazione.
Ora farò qualche ricerca, per trovare conferme o smentite, non è mai bene limitarsi a un solo punto di vista.

20130926

#191

Dopo anni di venerazione pressoché fanatica del Dio Caffé nella sua unica possibile incarnazione (nero, amaro, bollente) stamattina si è ritrovata non solo a sporcarlo con del latte, ma anche a intingervi un frollino. Non solo: addirittura a lasciare il biscotto un po' a bagno, perfino a romperlo col cucchiaino, col conseguente rischio di particelle in sospensione e infine sul fondo.
È proprio vero che bisogna lasciarsi andare, di tanto in tanto.

20130923

#190

Poi, una volta chiusi gli occhi per l'ultima volta, dimenticherò tutto quello che ho vissuto, la vita è una sola e dopo non c'è assolutamente nulla. O almeno così spero. Più nulla, più nessuno, temperatura e umidità accettabili, anzi neanche quello. Buio. Nemmeno il buio. Nemmeno io. La fine della paura.

20130920

#189

Mi fermo, un pugno nel cuore, un battito in meno e un altro troppo forte, una mano d'acciaio che stringe il fianco, l'osso sacro, la natica destra, il retro della coscia, preme fino allo spasimo, soffoca ogni movimento, mi lascia ad ansimare senza aver mosso nemmeno un passo, impietoso, sadico, letale. Un muro, la spalliera di una sedia, la maniglia di una porta, un muro, un muro per il mio regno, il bastone della mia giovinezza mal vissuta.

20130919

#188

Stupida. Non puoi vivere una vita in infradito e pensare di raggiungere quel metrò prima che lasci la stazione.

20130918

#187 (a P.N.)

...annaffiando piante con una bottiglia da cui l'acqua non smette mai di uscire, il fondo sempre pieno nella trasparenza di plastica assolata, le foglie succose come fettine di carne, il pavimento in rilievo istoriato, orme di terra sulle mattonelle, nella penombra della pesante tenda verde che lascia fuori il giardino più ampio e in lontananza il traffico sperduto attarverso la fine dell'estate, schiacciando vespe asinine, dal manto grigio e peloso, insetti vampiri che abbondano in questa zona di mondo profondamente australe, si nutrono indifferentemente del seme degli stami pornografici e del sangue degli animali da cortile, che muoiono lentamente e inconsapevolmente, beata incoscienza...

20130916

#186

Tutti quelli a cui dico che sto per diplomarmi in violoncello saltano su con complimenti sperticati e invidia ostentata, poi però in mensa io e i miei compagni di corso ci ritroviamo sempre a mangiare da soli allo stesso tavolo, come dei nerd sfigati. Parafrasando Lucy Van Pelt, direi che Bach non può farcela a Nashville. Poi è arrivato questo tizio sul fighetto andante, tutto pulitino, a chiederci se ci interessava registrare qualcosa per la sua band. Fanno roba strana, melodie naive su un mix tra ska e percussionismo africano. Dice che gli serve un violoncello, un violino e un clavicembalo per dare un tocco barocco o neoclassico ai suoi pezzi. Non ci avrei scommesso un centesimo, eppure l'effetto finale non è davvero niente male.

20130911

#185

E ogni volta che si raggiunge una cima solitaria, ecco puntualmente spuntarne un'altra poco più oltre, ancora più solitaria, perciò ancora più bella e quindi dolorosamente desiderabile.
Tipico delle montagne, non finire mai.

20130910

#184 (iQ#26)

Ukulele.
La spina dorsale
del mio zaino da viaggio.

20130906

#183

Ricordava molto bene quel documentario di Quark sulla fine del mondo: gli edifici erano ricavati da scatole di polistirolo, e crollavano pian piano l'uno nell'altro come in un domino; i ponti erano invece di cartoncino, e crollavano spezzandosi sotto il peso di automobiline di metallo in scala 1:12, mentre la voce fuori campo di Claudio Capone, paterna e preoccupata, elencava tutti i danni provocati dall'uomo alla natura nel corso dei secoli recenti. Con i rumori indistinti del deserto di distruzione che dalla superficie, in lontananza, gli riempivano ancora le orecchie, ora sapeva che quel video non assomigliava affatto alla fine del mondo. Nella luce tremula del garage valuta ora l'adeguatezza di una vecchia spada giocattolo, spuntata ma comunque di metallo, confrontandola col peso di quella, altrettanto inutile, della divisa da parata del padre; che intanto sta sgozzando maldestramente suo figlio, che urla strozzato mentre affoga nel sangue. Quale sarà lo scopo del suo primo colpo di lama? Porre fine alle terribili sofferenze del figlio, o punire l'incapacità spaurita del padre?

20130903

#182

Ogni scaffale della sua libreria presenta un criterio di archiviazione diverso: per casa editrice, per autore, per genere, per nazionalità, per lingua, per sequenza d'acquisto, per ordine di lettura, per dimensione e perfino per scala di colore, senza contare quello alfabetico, quello cronologico e quello totalmente casuale.

20130902

#181

L'indiana ha appena partorito nel bosco, non ha fatto neanche in tempo a raggiungere un luogo nascosto, la si vede respirare affannosamente in ginocchio fin dalla strada, la scia di sangue lasciata quando ha cercato di trascinarsi lontano. Lo sceriffo Abels è sceso dall'auto di ordinanza per guardarla meglio: ha sempre desiderato una famiglia. Ma gli indiani sono scomparsi da questa zona da almeno centocinquant'anni, e nemmeno il suo desiderio può rendere reale quello che è appena successo. Così non c'è alcun dubbio che le autorità verranno a infrangere questo sogno, e che lui dovrà difenderlo fino alla morte.

20130829

#180

Anche secondo lui quei due cinesi si assomigliavano come gocce d'acqua, ma non faceva testo: per quanto lo riguardava i musigialli erano stati tutti separati alla nascita.

20130827

#179 (iQ#25)

Due cazzotti
e poi un bacio.
Proprio come piace a lei.

20130821

#178

Il barone di Schaffausen si guardò distrattamente allo specchio prima di uscire di casa. "Per Dio," disse in tedesco, "ho indossato una giacca a quadri su un pantaone a righe! Non mi riconosco più."
Da quel giorno non seppe più chi era, dimenticò il suo nome, i suoi sudditi presero possesso del suo palazzo e lo convinsero a servire colazione, pranzo e cena ogni mattina, mezzogiorno e sera di ogni giorno da quel giorno in poi.

20130820

#177

Il caldo di agosto ancora troppo invadente,
appena svegli speriamo invano nel sole bambino.
Ci salutiamo nel nostro solito triangolo d'ombra.

20130816

#176

È una fiaba, ma ha tutto il sapore delle leggende popolari, delle storie di paese. Vi si legge una sorta di malinconia, la tristezza di dover rinunciare alla felicità dell'invenzione: è la rassegnazione alla consapevolezza di poter raccontare solo ciò che è davvero successo.

20130814

#175

È comparso all'improvviso alle nostre spalle, dal nulla, arrivando di corsa e fermandosi subito dopo, tirando il fiato, guardandosi alle spalle, forse arrivato da un altro tempo e persino da un altro spazio, all'apparenza inseguito da qualcuno o qualcosa, come se solo qui ed ora potesse finalmente smettere di scappare.

20130812

#174

Nella lunga lettera che Dolores Boole si era svegliata con l'intenzione di scrivere alla curia di Clonfert a proposito della piccola diocesi presso cui aveva lavorato negli ultimi dieci anni, ce ne sarebbe stato un po' per tutti. I conti gonfiati e quelli non pagati, gli abusi d'ufficio di padre O'Malley e le continue ingerenze negli affari dei coltivatori della contea, le minacce più o meno velate a chi non era iscritto nelle liste della chiesa e soprattutto gli inveterati e perpetuati abusi sessuali di padre Jordan. Ora doveva solo esogitare un modo per farla pagare anche al giovane padre Murphy, prete bello che rifiutando di fare da intercessore tra lei e Cristo — come invece avrebbe avuto il dovere morale di fare — le aveva negato il suo amore.

20130808

#173

Apre il pacchetto appena arrivato da Amazon, con la sensazione di stare per fare un passo decisivo per la crescita culturale della propria personalità: le sonate per violoncello di Bach e il primo album dei Buzzcocks.

20130731

#172

Appena metteva piede sul suo skateboard Georg Roselius seminava i molteplici tic, tutti invalidanti, da cui era taglieggiato. Smetteva di ammiccare al vento, di mordere l'aria, di cacciare mosche inesistenti e sgomitare tra un'invisibile folla. Seguito da innumerevoli tatuaggi riacquistava la completa padronanza del suo corpo e la considerazione di chi lo conosceva. Terapia su tavola e rotelle.

20130729

#171

Nonostante in molti nutrissero un ragionevole scetticismo per quelle vaschette di polpa di frutta (probabilmente a causa del loro retrogusto ospedaliero), a lui piacevano molto, soprattutto quelle al gusto mela: erano il perfetto anello di congiunzione tra sua nonna e le droghe sintetiche.

20130708

#170 (iQ#24)

Sera di giugno.
Gocce di grasso
su carboni ardenti.

20130705

#169

Le formiche si debbellano, come la proriasi e il muco. Persino il genere umano può essere totalmente eliminato dalla faccia della terra. Ultima resterà la polvere.

20130702

#168

Gli stringono la mano, lo abbracciano, gli fanno i complimenti e gli auguri. Gli dicono che deve essere felice, visti i tempi, date le circostanze, considerata la situazione, da ogni parte si sente dire che dovrebbe essere felice. Ma lui pensa che nella vita siano pochi i momenti dati in cui si può essere felici per davvero. E sente che questo non è tra quelli.

20130701

#167

"Signore, ho lasciato la mia casa e ho abbandonato la mia famiglia per seguirti oggi in battaglia. Ora devi dirmelo: cos'hai visto, ieri, nelle acque del mare?"
"Te lo ripeto: non ho visto nulla che ci debba preoccupare."
"Io credo invece che tu abbia visto il mio destino."

20130628

#166 (Poesia d'Irlanda)

Il posto ci dà il suo abbraccio umido e freddo,
imploriamo per l'acqua calda me ne otteniamo solo
di fredda ogni volta che mettiamo piede fuori casa.
Del resto casa è ovunque parcheggi. Tengo il cappello
in testa, quando lo tolgo mi lascia capelli da nonno.
Ora comprendiamo lo spirito del luogo, che vive nei
locali pubblici, seduto a un tavolo davanti a una birra.
Forse il vento accarezza l'erba, ma sicuramente scuote l'orzo.

Alle scogliere più alte dell'isola siamo ognuno
nell'inquadratura di qualcun altro. La vera foto
è quello che succede alle nostre spalle, nel nostro passato,
le lunghe ore in pulmann, le chiese coi coperchi di vetro,
le tombe aperte. Alla fine cedo e scatto anch'io la mia foto,
quella che è stata scattata migliaia di volte prime della mia.
Qui non è mai arrivato il secolo dei lumi
e la sera bisogna leggere con la luce spenta.

Andando verso nord-ovest le vacche lasciano il posto
a pecore colorate di blu, e a sparsi cavalli abbandonati
e inselvatichiti. Il posto fa di tutto per destabilizzarci,
per respingerci, per demoralizzarci. Ma se il posto
non diventa a nostra misura noi diventiamo il posto,
diventiamo la pioggia, i gabbiani, erba bagnata
e pietre millenarie (dove del resto i preistorici venivano
a fare i loro bisogni, con buona pace degli archeologi).

Arriviamo nella capitale il 16 Giugno, festa del padre
putativo. Vediamo facce poco raccomandabili, figure
vagamente patibolari, tatuaggi di rosari, gambe che
non stanno in piedi. Vado in pellegrinaggio alla casa
dell'inizio del viaggio, odissea urbana in un'epoca a cui
vorrei essere appartenuto, cappello, completo di tweed,
bastone e compagnia cantando, e compro un'immaginetta
sacra del santo a cui mi sono ahime consacrato.

E quando tentiamo di andare via il posto non libera la sua
stretta, attorno al cuore o attorno al corpo, e ci imprigiona
nel luogo delle partenze e degli adii, restio a permettere
la nostra, o a concederci il suo. Il nostro abbraccio è guardato
con sospetto, al nostro bacio ruggisce un allarme, replica
un'evacuazione, le facce tese, i gesti nervosi, gli sguardi ottusi.
L'evacuazione rientra, l'allarme tace, il sospetto resta. Un posto
in cui sarà difficile tornare, da cui è ancora più difficile scappare.

20130604

#165 (a W.S.)

L'ombrellino pieghevole già
sghembo
cinese quando va bene
venduto dai pakistani col sorriso
spento
che intonano il mantra del
prego-prego-prego-prego
come una preghiera
è il simbolo dell'effimero e
mentre loro pregano
per restare attaccati a
questo mondo
caparbiamente e ottusi
rappresenta per antonomasia
l'obsolescenza programmata.

L'ombrello classico è grande
del resto
decaduto emblema di stile
non s'intona mai col colore
degli occhi né
con quello del cielo
e per antonomasia
più costa più è facile lasciarlo
in giro.

L'impermeabile tecnico
di cordura caldo d'estate
in Goretex freddo d'inverno è
comuque sempre troppo caldo
in metropolitana e troppo freddo
in montagna e
cosa peggiore
lascia scoperte le scarpe.

L'impermeabile tascabile
il cui nome è in realtà una marca
causa l'effetto serra
sul pianeta corpo, sempre
ammesso che abbiate voglia di
metterlo e toglierlo
toglierlo e metterlo
alla bisogna.

Non resta che percorrere
una linea obbligata
seguire i cornicioni, sotto
i balconi, evitando le pozzanghere
infilare i porticati e
preservando l'asciutto
perseverare nella paura della realtà.

20130528

#164

E dopo aver praticato il vampirismo per così tanti anni, si era finalmente dato al genocidio. La fine del mondo sarebbe venuta per mezzo dell'acqua, e avrebbe avuto proporzioni bibliche. Messo di fronte all'evidenza che questo avrebbe portanto anche alla sua morte, cominciò ad andarsene in giro citando le parole del suo più famigerato e ancora più sanguinoso avo, parole che solo ora gli sembrava di comprendere pienamente: "Alcune persone vogliono solo vedere il mondo affondare."
Molti dei suoi uomini, però, non sapevano nemmeno di lavorare per lui, e quasi nessuno l'aveva mai visto in faccia. Ed essendo del resto un mezzosangue, se l'avessero incontrato durante uno dei raid che lui stesso aveva ordinato, il rischio d'esser preso per una preda sarebbe stato ancora più alto. Allora doveva tornare ai vecchi metodi, e affondare ancora una volta i canini nei loro colli turgidi di testosterone.

20130516

#163 (iQ#23)

Anche oggi alla finestra.
L'estate
che non arrivò.

20130423

#162 (iQ#22)

Formiche in casa.
La natura che persiste,
ottusa.

20130404

#161

Le persone sparivano attorno a lui. Davanti o persino dietro di lui le persone sparivano. Specialmente le donne. Svoltava l'angolo e ne vedeva una camminare sul marciapiede, più o meno una decina di metri davanti a lui. Poi, il tempo di guardare l'orologio o una vetrina, e quando rialzava lo sguardo lei non c'era più. Non una traversa in vista, i negozi sulla strada vuoti, nessun margine per infilare un cancello: la donna era semplicemente scomparsa. Oppure usciva di casa e ne vedeva un'altra arrivare dal fondo della via, e avanzare a passo spedito. Allora s'incamminava lentamente, dandole le spalle, fino a sentirne i passi dietro di lui. Poi, all'improvviso, più nulla, non un suono, non un passo: si girava e non c'era più nessuno. Aspettava, cercando di capire dove potesse essersi infilata, dove fosse sparita, ma nulla, non succedeva nulla. Alla fine gli convenne convincersi che non aveva mai seguito nessuno, che nessuno l'aveva mai seguito.
Il contrario di una paranoia.