20160430

#1104

Hai ragione, la mia vita è una continua lotta contro una serie insormontabile di cose: la mancanza di spazio, gli agenti atomosferici, i pollini, la polvere, gli insetti, i carboidrati, la tecnologia, la gente.

20160429

#1103 (Le altre mosche #35)


RAGGED CHILI

Ci chiamavano "il comitato digestione" perché, oltre a possedere la trattoria, eravamo i nostri migliori clienti.

#1102

Vitamine e minerali al mattino, valeriana e melatonina alla sera: l'eterna rotazione di una vita in bilico.

20160428

#1101 (Le altre mosche #34)


SE POTEVA PURE ANTICIPÀ

Le chiesi se voleva un passaggio.
Guardò dietro di me per scovare l'auto, che non c'era.
Guardò in su, allora, dove stavo facendo allegramente roteare il mio ombrello.
Mi prese sottobraccio e ci incamminammo verso casa.

#1100

"Questo non è un hobby, Mike, questo è il nostro lavoro," stava urlando Anna, "se non vuoi essere un professionista quella è la porta."
La sala di registrazione era il paradiso di ogni musicista: chitarre vintage appese alle pareti, sintetizzatori valvolari stipati su ogni mensola, amplificatori accatastati in ogni angolo, effetti infilati ovunque. Seduti sul costoso divano in pelle ci toccava però assistere all'ennesimo scontro tra Anna e Mike, a un passo dalla realizzazione di ogni nostro desiderio.
"La band troverà sicuramente un altro batterista," rispose Mike, "ma mia figlia non troverà mai un altro padre."
E la porta che si chiudeva alle sue spalle fu l'ultimo suono che gli sentimmo produrre.

20160427

#1099 (Le altre mosche #33)


NO, NO, NO, NO, NO

"Allora, che ne pensi del mio nuovo taglio? Dimmi che sto bene altrimenti cado in depressione."
"Stai benissimo."
"Stai mentendo."
"Spudoratamente."

#1098

Benché fosse solo una serie tv da seconda serata, ai due protagonisti toccò una scena al limite del porno: i due attori, fino ad allora sconosciuti ai più, sostanzialmente estranei l'uno all'altra e al momento completamente nudi, dovevano leccarsi a vicenda il corpo, restando in piedi su un piedistallo al centro di una stanza in penombra.
Potrebbe sembrare una banalità e, trattandosi di arte – per quanto commerciale –  anche una mancanza di professionalità, ma se lui non ebbe alcun problema lei si scontrò con l'insormontabile ostacolo dei peli sulle gambe di lui.

20160426

#1097 (Le altre mosche #32)


POTATOES

E quando mi innamorai di te mi lasciasti tutto il pomeriggio sotto al tuo balcone su cui stava scritto con "AMORE PLATONICO" con lo spray rosa.
Pioveva.

#1096

A meno che il nostro scopo non sia già quello, appena sentiamo di non aver raggiunto per tempo quello che ci prefiggevamo come obbiettivo della vita ecco che spunta quella voglia di perdere se stessi in un'altra creatura, suppostamente migliore, sicuramente nuova, semplicemente diversa, a cui dedicheremo il tempo e l'attenzione che è stato fino ad ora inutile dedicare a noi stessi e alle nostre velleità.

20160423

#1095 (Le altre mosche #31)


NO FOOL

I telefoni cominciarono a squillare l'uno dopo l'altro, come presi da un attacco di pirati informatici. Mr Colombo non sapeva più cosa fare, circondato da centralini, comandi digitali, schermi di computer, registratori magnetici, voci elettroniche e movimenti automatici. La sua casa perfetta s'era trasformata in una trappola.

#1094

2 Ottobre, festa dei nonni.
Che non ho più.
Che non do ai miei genitori la gioia di essere.
Saluti dal limbo generazionale.

20160422

#1093 (Le altre mosche #30)


SE LA CONOSCI LA IMITI

Ommioddio! Cosa penserà di me Clara adesso?
C'è mia madre che gorgheggia i suoi mantra nell'aerosol, papà che è rimasto sepolto dalla sua collezione di videocassette, e mia sorella che gira liberamente per casa in pattini e walkman.

#1092

È un ballo lento ma imperterrito, dal ritmo apparentemente cubano, quello che si balla tra lui e lei lungo il marciapiede verso il lavoro, lui supera lei, lei supera lui, dandosi a vicenda il modo di vedere i propri passi, le proprie gambe e più su, il movimento che li porta dove non vorrebbero, la convenzione di movenze urbane in cui s'inserisce clandestinamente una danza di corteggiamenti.

20160421

#1091 (Le altre mosche #29)


LI CAN'I PE'

La verità era che all'impiegato Hank Clifford piaceva da matti battere sui tasti della sua Texas Instruments fino a notte fonda, quando il sole si sfiniva dietro i cactus e le ultime colline in direzione San Antonio.

#1090

Ecco perché internet mi è diventato così fastidioso: perché è un luogo pieno di gente che parla in continuazione.

20160420

#1089 (Le altre mosche #28)


LA VITA PRESUNTA DI UN TOPO

Preceduto da uno squillo marinaresco che presagiva Popeye, l'uomo con la barba, che in realtà era un poliziotto, si inserì nella stanza esibendo il migliore dei suoi sorrisi.
Il peggiore dei miei commenti.

#1088

E benvenuti a una nuova puntata di Come fa quest'uomo a perdere così tanto tempo ogni mattina?

20160419

#1087 (Le altre mosche #27)


DIPLOMA IN TRATTINI

All'Hotel Splendid una ruota panoramica girava sulla spiaggia senza clienti e senza panorama.
Per altro verso c'è chi pensa che ovunque ci sia mare c'è qualcosa da vedere.

#1086

E siamo dunque arrivati al tempo dell'uomo in cui scambiarsi email è diventato retrogrado e romantico come lo fu un tempo scriversi lettere.

20160418

#1085 (Le altre mosche #26)


ARID-ZONA

Passò tutto il tempo a osservare le formiche che si inseguivano lungo la linea prestabilita, come chicchi che guidino altri ciechi. Avevo creato io quella scia, e le avevo portate a una tristissima ecatombe, al loro funerale collettivo.

20160417

#1084

Vedendo la grande statua di un Tanuki in mezzo all'esplosione di sakura, il bonzo rimase scolpito.

20160416

#1083 (Le altre mosche #25)


A ME MI

Se ti piace la frutta
mangiati la frutta.

#1082

Anziane suonatrici di Koto e liuto a tre corde sfogliano la musica non al contrario, come penserebbe un bambino, ma da destra a sinistra. La sensazione che la partiturta scorra indietro nel tempo è però inarrestabile.

20160415

#1081 (Le altre mosche #24)


DIVENTERÒ UNA VACCA

"Se fossi Gesù," le disse Iafeth, "per averti farei miracoli. E poi, per tenerti, rinuncerei a tutta la mia divinità."

#1080

Se gli piacciono le tette sono mammoni. Se preferiscono il culo sono froci. Se adorano la fica sono dei porci. A queste donne non glie ne va bene una.

20160414

#1079 (Le altre mosche #23)


IL CHIOMMO

Il primo uomo si fermò all'incrocio e, senza attraversare, sorrise come un esaltato di fede in abiti laici, inebetito da una luce che solo lui vedeva.
Il secondo uomo lo seguiva a cinquanta metri, stessa faccia, stessi abiti, stessa andatura da morto a cui abbiano appena restituito la vita.

#1078

Faccio il letto, scarico i film, annaffio le piante, compro i fiori, compro la carne, compro il vino, compro gli alcolici, faccio i cocktail, pulisco il lavandino, ripongo la moka, chiudo il gas, accendo lo scaldabagno, riempio gli umidificatori, cambio la data del calendario perpetuo.

20160413

#1077 (Le altre mosche #22)


È NOTORIAMENTE BIRRA

C'è un buco in cui non sei ancora stato posto.
Prima non eri qui. Ora che lo sei, accomodati, il buco è questo, e questa è la tua nuova famiglia.

#1076 (iQ#41)

Il suolo di Milano
nella notte
trema di lavori.

20160412

#1075 (Le altre mosche #21)


AVREI VOLUTO PUZZARE
(volere è potere)

Così diceva sempre la mamma di Roddy Doyle, "Je parle français comme une vache espagnole", per dire che di francese non spiccicava una parola, e lo diceva ridendo, scoppiava a ridere ondeggiando sulla sedia e diventava rossa come l'insegna di Paddy's, e non riusciva più a fermarsi.

#1074

Scrivere una canzone per Mina è stato già un grande traguardo, ma per spiegare l'emozione di vederla in sala di registrazione mentre canta le mie parole non basta il dizionario.
"Già lo so come andrà,
sì lo so come andrà,
io di noia morirò,
sì di noia morirò,
già lo so che
io di noia morirò"

20160411

#1073 (Le altre mosche #20)


SEI MANCATA

Il commissario mi diede un testo e mi chiese di batterlo, per farmi acquistare velocità e sicurezza. Con la mia media di trenta battute al minuto il pomeriggio a Orano passò nell'afa di un ventilatore più lento di me, ticchettando sulla grossa macchina per scrivere del commissariato d polizia. Un appuntato non riusciva a togliermi gli occhi di dosso.

#1072

Ormai assuefatto all'odore dei vestiti usati che vendeva, non si rendeva nemmeno più conto di quanto fosse penetrante, di quanto avesse ormai penetrato anche i suoi vestiti, anche lui stesso, che si portava dietro quell'odore così inequivocabile, lo portava fuori dal suo negozietto, fuori in strada, dentro casa, tra i parenti, gli amici, i conoscenti, che pensavano a lui come al contrario di un uomo nuovo: un uomo usato.

20160410

#1071 (Le altre mosche #19)


IL CHATTATORE

Quando la maniglia venne via, l'uomo ricadde all'indietro sui suoi compari che erano rimasti in attesa a guardare. Così, in mezzo a quel trambusto, la marmotta riuscì a scappargli tra le gambe e a rifugiarsi in un altro ripostiglio, pieno d'ogni ben di dio.

#1070

E proprio quando pensa che non ci sia più spazio per nient'altro, ecco che viene creato uno spazio per la poesia. Per la poesia c'è sempre spazio. Anzi, sopra tutto sta la poesia, in cima al resto – il tutto probabilmente sostenuto dalla mitologia, Atlante che sorregge il cielo – in bilico ma comunque e sempre in cima. E se tutto vacilla, se tutto prima o poi cadrà, sarà colpa della poesia, non certo della mitologia.

20160409

#1069 (Le altre mosche #18)


EVA COME MORIRE

Mi fai schifo perché sei giovane, sei orribile.
E sei succube.
Ti odio tutto.

#1068

In quell'aspirapolvere senza filo e senza sacchetto riponeva tutte le speranze di un futuro migliore, un futuro in cui non avrebbe più dovuto inchinarsi alla polvere, prostrarsi difronte allo sporco, ammettere la sua inferiorità al cospetto del lerciume e professare la sua sottomissione alla lordura che si stava accumulando dietro gli angoli della sua vita.

20160407

#1067 (Le altre mosche #17)


ODOREGGIANDO

Lasciò un po' troppo il tempo che trovava.

#1066

Se nei film si potessero sentire gli odori – il puzzo di stanza chiusa e umori nelle scene di sesso, di sangue e merda in quelle di guerra, di fango e muffa in quelle in costume, ma sopratutto di sudore, sudore ovunque, in ogni scena di inseguimento, di tortura, di nascondigli, di fuga da mostri, malavitosi e animali feroci, se si potesse sentire l'afrore del protagonista braccato che non si cambia d'abito dall'inizio del film (o, peggio, della serie tv) – nessuno li guarderebbe più.
A questo pensa Anton, otto anni tra due giorni, e un destino grandioso scritto nelle vene.

20160406

#1065 (Le altre mosche #16)


IL CATTURASOGNI

Stiamo sbagliando il nostro ruolo: ci avviamo verso un'esistenza mista, da piccoli maniaci perpetui.
Ma io ho bisogno d'affetto, di una persona che mi dica la cosa giusta da fare.

#1064

Tempi bui per i partecipanti alla giostra del mercato di quest'anno: allo scoccare dell'ultima sillaba di ogni strofa della filastrocca narrata dal cantastorie bisognava fornire al suo enorme orso ammaestrato un oggetto da spaccare in terra con fracasso, in mancanza del quale la belva si sarebbe impunemente servita della testa del giocatore di turno.

20160405

#1063 (Le altre mosche #15)


RIFLESSI BLUES

Quella mattina si svegliò col suo nome tra le labbra.

#1062

Io non sono come tutti gli altri, le diceva il secondino continuando ad accarezzarla, io ti rispetto, e non m'importa di quanti sei stata qua dentro, quando uscirai sarai solo mia, e le diede una pacca sulla coscia guardandola come un allevatore del Midwest guarderebbe una delle sue vacche.

20160403

#1061 (Le nuove mosche #14)


LA CARTA AL FORNO

Fare la tua partitella serale non ti aiuterà né a digerire secondo natura né ad assecondare il lato destro della tua vita.