20171130

#1816

E di nuovo, in lontananza, un rumore inspiegabile, grave, fisico e continuo, il rombo di un mezzo d'assalto alla quiete privata pronto a partire in ogni momento, il respiro ininterrotto della bestia affamata che vive al di là dell'orizzonte.
E qui, al sicuro delle mura domestiche, mi chiedo se sia più sensato aspettarla o andarle incontro.

20171129

#1815

Ricordati di respirare

20171128

#1814

Bloccato nel mio corpo sul letto per ore, subisco le fantastiche allucinazioni visive e uditive che provengono dalle altre stanze della casa: acqua che scorre dai rubinetti del bagno, armadi che si aprono e si chiudono in sala, perfino una donna che, mentre ne sento le forme del corpo accanto a me sotto le coperte, entra in camera e mi porta un telefono su cui sto ricevendo una telefonata e al quale continueranno ad arrivare messaggi illeggibili per il resto della mattinata.
È buio, è presto, e duro molto a sbloccare questo stato e a uscire dalla trance. Per quanto grigio, il giorno è più accogliente di questo terrificante limbo.

20171127

#1813

Senza più preoccuparsi che la data fosse memorabile, senza pretendere che l'orario avesse qualcosa di significativo, senza soffermarsi sui dettagli fatalistici che avevano complicato tutta la sua vita fino ad allora, così, smettendola di pensarci due volte, prese la sua decisione, e così, senza segni particolari, la rese irrevocabile.

20171125

#1812

All'improvviso il sipario venne giù e il palcoscenico crollò, rivelando la desolazione del paesaggio circostante: un avvallamento desertico che collassava a vista d'occhio, creando una concavità sabbiosa da cui emergevano di tanto in tanto picchi rocciosi acuti e taglienti.
Mio padre fu il primo ad abbandonare il teatro calandosi dalla platea in quel mondo nuovo. Poi fu la volta di Caleb, che si lasciò cadere sulla superficie gialla alzando una nuvola di sabbia. Per quando fummo a casa la depressione era stata già quasi completamente riempita dalle acque del mare, facendo a tutti gli effetti della nostra città un'isola. Solo le costruzioni più alte, le colline del parco e le sopraelevate erano ancora interamente sopra il pelo dell'acqua.
Una donna della protezione civile—ricordo che parlava francese e aveva la bandiera del Canada cucita sulla giubba—venne ad avvisarci che i soccorsi erano già all'opera e che dovevamo preparare le nostre cose, lo stretto necessario. Papà aveva la faccia della circostanza, ma appena la donna fu uscita cominciò a ridere di gioia e, tutto eccitato, andrò a prendere il kayak e si mise subito in acqua.
Dalle finestre di casa potevo vedere la gente accalcarsi in auto sulle ultime strade rimaste cercando di raggiungere il porto, dove un traghetto aspettava il peso di tutta quella responsabilità. Intanto, grazie alla sua posizione preminente, la piazza del mercato era stata trasformata in un punto di raccolta dove i soccorritori, tutti canadesi, organizzavano l'evacuazione di chi era a piedi.
Quando salii a casa del nonno c'era già gente che si aggirava nelle stanze, persone conosciute, sempre presenti quando le cose andavano male. Cercavo il libro di poesie che mia sorella amava tanto, solo per rendermi poi conto che era troppo grande per non essere d'impaccio.
Era evidente che l'unico oggetto che mi sarebbe tornato davvero utile e al contempo facile da portarsi dietro era il mio coltellino svizzero. Ma dov'era?

20171122

#1811

E così abbiamo fatto il giro completo: dall'epoca delle diapositive inflitte a parenti e amici dopo le vacanze eccosi arrivati a quella dei resoconti spediti a domicilio, direttamente sul nostro smartphone.
Il concetto di base essendo sempre lo stesso: la mia vita è meglio della tua, subiscila.
Certo, ora come allora nessuno ci obbliga a questo martirio ma, oggi esattamente come nel passato, ci sono imposizioni sociali a cui è difficile—se non in qualche caso impossibile—sottrarsi.

#1810

Fuori, oltre la balaustra, oltre il giardino, oltre perfino i palazzi illuminati dal dolce e inconsueto sole di novembre, si udirono dei suoni altissimi e lontani, simili a richiami di creature preistoriche.
Qual era il motivo di questa allucinazione? Forse la nota Serenata di Braga, nelle parole così evocative—e dall'esito così terribile—di Chechov?
Restai allora in attesa di quel che doveva venire, dell'arrivo di quella cosa, qualunque fosse, che stava muovendo verso di me oltre l'orizzonte.

20171121

#1809

È ingiusto vedere la questione del comunismo come quella di un'ideologia che ha tentato di sostituire una fede.
Certo, a un certo punto ha assunto le caratteristiche di un culto, ma la fede non ha nulla a che vedere cin questo: infatti non c'è vera fede se non in assenza del suo oggetto, mentre il comunismo fu, almeno a un certo punto, qualcosa di tangibile, i cui profeti e messia agivano nella storia, e sulla cui esistenza nessun testo, per quanto revisionista, potrà porre alcun dubbio.
Tutt'al più le similitudini col cristianesimo stanno nel rimandare la gloria eterna a un futuro certo quanto lontano, la Rossa Primavera essendo il Paradiso—però in terra, quindi ancora tangibile—dei comunisti.
Si dovrebbe dunque parlare, piuttosto, di un'ideologia che ha tentato di—ed è riuscita a—sostituire un'altra ideologia, perché questo e non altro è stato ed è il cristianesimo.

20171120

#1808

Era stata la puntata più commovente e più seguita (ma questo non lo sapevamo ancora) dello show—quella in cui Marcia si toglie per la prima volta la parrucca, e tutti le dicono che sta meglio così etc—e quando il segnale di messa in onda si spense ci trovavamo tutti nella stessa stanza—quella della reperibilità, in cui si sviluppava la parte più intimista del plot—e tutti, sia noi attori che i tecnici per non parlare del pubblico, eravamo ancora in perfetto silenzio. Allora io accennai a un timido applauso un po' sentimentale, e quando anche gli spettatori cominciarono ad applaudire sembrò che l'incantesimo fosse stato finalmente sciolto, e tutti cominciarono a rilassarsi, a sorridere, a battersi le mani a vicenda. Paul e Lydia si guardarono ridendo e imitando due che limonano duro, e a quel punto tutti stavamo ormai ridendo e abbracciandoci tra noi. Mike scese dalla regia e prese a stringere la mano a tutti, cosa che non era affatto nel suo stile.
"Fantastico," continuava a ripetere, "semplicemente fantastico."
Poi andò a cercare Andy, che era il responsabile delle battute di Marcia, ma che intanto si occupava anche del catering.
Il copione originale prevedeva che Marcia cambiasse la sua parrucca viola—che aveva portato per tutta la prima stagione e buona parte della seconda—con una più realistica, biondo cenere, per la quale aveva risparmiato soldi in tutte le puntate precedenti, ma Andy aveva proposto che per via dei complimenti di tutti alla fine lei decidesse di tenere i capelli, caduti a causa della chemio, diciamo al naturale.
"Geniale," gli urlò Mike cercando di abbracciarlo da sopra al bancone, "semplicemente geniale! Tu di professione sei dentista, giusto? Ma hai talento per questo mestiere. Hai ritmo, io lo sento..." e intanto lo inseguiva per il teatro." Lo sai che suono la batteria?" chiese poi usando la parola drum come verbo prima di sparire dalla porta che dava sul parcheggio.

20171118

#1808

È un progetto fotografico sul lavoro svolto da un'agenzia di pompe funebri nel profondo nord dell'Europa durante l'inverno polare.
Si focalizza sulle difficoltà logistiche, scontate ma comunque poco raccontate, che questi uomini e queste donne, prede degli agenti atmosferici, devono affrontare per portare a termine le loro giornate.
L'ho intitolato “Trapassi nella neve”.

20171115

#1807

La sede era uno di quei vecchi palazzi nobiliari del medioevo un po' decaduti ma ancora imponenti, tipici del sud Italia, chiari e netti nella luce del mattino.
Provai ogni porta e finestra ma niente, ormai il convegno era iniziato e non m'era più dato d'entrarvi.
Miglior fortuna ebbi con il portoncino del cortile, dove le bancarelle dei cibi cotti si preparavano a ricevere i convenuti: il piatto forte sarebbe stata la polenta, che ogni banchetto declinava poi a suo modo, tradizionale o creativo che fosse, e già qualche oste cominciava a guardare l'orologio della torre per calcolare il tempo di cottura in base a quello della relazione che si andava intanto esponendo nella sala principale.
In uno stanzino che s'apriva sulla corte incontrai al fine i miei vecchi amici di strada, anche loro indaffarati nei preparativi per la festa che sarebbe seguita. E siccome per causa di un banale malanno d'uno della compagnia s'era reso vacante un posto da clown silenzioso, mi diedero quattro cenci colorati e, parrucca arancione e naso rosso, mi unii anch'io allo spettacolo, così da guadagnarmi ad ogni modo anche oggi il proverbiale tozzo di pane.

20171113

#1806

Si affaccia dalla terrazza sulla città piatta e poco illuminata.
"L'Austria è il paese ideale per una guerra."

20171109

#1805

Per esempio, ogni volta che le capitava di ascoltare un bravo di musica lirica, a un certo punto con voce acuta e piena cominciava invariabilmente a cantare "Triiiiiiiiiiiiistaaaaan".

#1804

I miei si sono impossessati del balcone che fu un tempo esclusiva proprietà dei miei pomeriggi solitari, e hanno eretto una prigione vegetale: altissimi cactus solidi e diritti come sbarre di una gabbia quasi raggiungono il soffitto impedendo alla luce, un tempo così preziosa, di toccare il condannato.
Eppure è così bello starsene qui, a vedere il giorno filtrare tra le piante fino al tramonto.

20171108

#1803

Avendo perso la fermata a causa della mia abitudine di leggere in pullman, mi ritrovai al capolinea.
Fu lì che conobbi Mario: di mezza età, con  un principio di pancetta ma ancora muscoloso, capelli di un nero irreale e catenazza d'oro sul petto peloso, al comando della sua 127 verde pisello si offriva di riportare le persone in città da quella piazza spersa nella controra provinciale. Non sapevo ancora cosa mi aspettava.
Salimmo in cinque, e mi ritrovai sul sedile posteriore stretto tra due sciure imbacuccate, coperto anch'io come loro dal mio fedele plaid, mentre Mario teneva il finestrino abbassato e sfoggiava una polo aperta sul largo collo.
Fare un giro con Mario voleva dire arrivare a destinazione solo dopo una lunga digressione nell'ignoto. L'ignoto e la nostra campagna, e la nostra periferia, piene di segreti sparsi al sole; pievi in mezzo al nulla, treni carichi di oggetti non identificabili, campanili nella lontananza di fabbriche abbandonate... Improvvisamente tornare a casa non sembrava non solo l'unica opzione possibile, ma nemmeno la migliore.

20171107

#1802

Non sono nemmeno le nove e mezzo e ho già bevuto un tè e due caffè.
L'uomo al bancone accanto a me ordina un corretto, e uno dei poliziotti dietro di noi parla all'altro di quello che definisce "il mio attivismo".
Il bagno è al piano di sopra, dopo due rampe di scale in legno dalle balaustre in ferro battuto e smaltato, come in un transatlantico del secolo passato. È un bagno piccolo e sporco, e manca la carta igienica. Ci sono poche cose che odio quanto un cesso pubblico senza carta igienica. Un cesso in queste condizioni equivale a non avere un cesso.
Mentre ridiscendo le scale indosso la maschera della Morte, e avanzo poi in mezzo agli astanti per mostrargli il loro destino del giorno: non hanno ancora capito di essere già tutti all'altro mondo.

20171106

#1801

Sua madre pensava che fossi frocio solo perché leggevo Stephen King e non avevo ancora convinto Erica ad avere un figlio.
Ma non mi aveva mai visto, la mattina, quando nella mia Mini Minor ingaggiavo battaglia con le altre auto che dovevano uscire dai garage e, una copia di IT accanto alla leva del cambio, ne superavo un paio in curva prima della lunga salita finale.

20171103

#1800

Una zanzara a fine ottobre?!
Ridotto all'isteria per colpa della maledetta bestiaccia notturna fuori stagione, si coprì la testa col cuscino, solo per scoprire che il ronzio era ormai dentro la sua testa, che il mostro malvagio poteva ormai colpirlo anche dall'interno.

20171102

#1799

Chiunque, a meno che non sia un parente accecato dall'orgoglio o un amico che non si comporta da vero amico, sarà pronto a confermarti che la tua non è arte, e che dovresti metterla da parte.