20171011

#1783

Una biondina niente male con un abito di lana molto aderente avanza sul marciapiedi, le tette ballonzolanti in assenza di reggiseno ma non di gravità, le mutandine in rilievo sotto il tessuto rivelatore, la tessera dei mezzi pubblici portata a tracolla come unico ornamento.
Tre operai la seguono increduli da presso, parlando tra loro esaltati in una lingua che sulle prime non mi sembra nota, poi uno dice a un altro "che ridere mi hai fatto!"
All'edicola vendono la gabbia toracica 1:1 dello scheletro di un bambino, da montare col resto dei pezzi a puntate.
Un ubriaco parla tra sé ad alta voce in un idioma slavo e beve birra in lattina sui gradini dell'ospedale, lo fisso mentre gli passo accanto ma non sembra accorgersi di me, poi, quando mi volto a guardarlo, incrociamo per un attimo gli occhi.
Passa un ragazzo in bicicletta, tira su il muco nella gola rumorosamente, e lo sento poi sputare a terra qualche metro più in là.
Una ragazza aspetta la metro digitando sul suo smartphone e sembra molto bella, ma quando il treno arriva resta seduta senza nemmeno alzare lo sguardo.
Così è questa mattina in città.
E le mie dita sono come al solito imbrattate di inchiostro.

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