20170127

#1558

Aveva fatto e continuava a fare un mucchio di soldi, si sapeva, era logico, si vedeva in ogni centimetro del suo cappotto mentre, al bancone, chiedeva un drink prima dell'ennesimo tutto esaurito della sua vita. Ma non aveva mai abbandonato quella piccola dodici tasti in mogano di prima della guerra, la miglior sei corde che gli fosse mai capitato di suonare. Era stato molto fortunato a trovarla, lo sapeva, e a lei doveva segretamente gran parte del suo successo.
E anche se erano ormai lontani in tempi in cui avrebbe voluto scriverci sopra "THIS MACHINE KILLS FASCISTS", e anzi a volte temeva di essere diventato lui stesso un fascista, ogni volta che imbracciava quella chitarra e ne toccava le corde, sentiva risvegliarsi in lui lo spirito di quelli che pensano agli altri.

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