20161205

#1484

Quando arrivai, il sole non aveva ancora illuminato tutto il cantiere, che appariva mezzo vuoto. Chiesi a Roberto dov'erano i miei uomini, e lui mi accompagnò verso il portone.
"Eccoli che tornano dal caffè... ne prendi uno anche tu?"
Quando ci incamminammo nella neve per lo stretto vicolo che portava al paese non riuscii più a trattenermi.
"Te lo chiedo per curiosità," dissi, "tanto ho capito che non potrei farci comunque niente."
Il volto di Roberto era quello di un classico caratterista in un classico poliziesco italiano, che qui in America facava ancora più effetto, come se rispettasse un retaggio a suo modo nobile, da rispettare e temere. "Ma come funziona esattamente questa storia dei no-show jobs?"
Fu allora che l'auto dietro di noi accelerò improvvisamente, sollevando neve come lana in un cuscino. Facemmo appena a tempo a uscire dal vicolo che quella ne sbucò fuori a tutta velocità, andandosi poi a schiantare nel cortile della villa di fronte. Dall'incendio che ne scaturì venne fuori una donna di mezza età con l'aria da stronza, molto attraente ma anche molto sconvolta, e ci chiese aiuto.
Che dato il suo comportamento avremmo dovuto negarle. Ma il sangue italiano di Roberto fu più forte, e corremmo verso di lei. Che però scappò dentro casa (che si rivelò quindi di sua proprietà) guardandosi indietro come se fosse seguita. Ma non da noi. Che, non vedendo nessuno, la seguimmo nel garage. Dove trovai un estintore e, la prima cosa che mi venne in mente, spensi il focolaio.
L'interno della villa era enorme e lussuoso – una cosa inimmaginabile se valutata dall'esterno: grandi scale salivano ma soprattutto scendevano un ampie hall ricoperte di marmo. Un lavoro pacchiano ma molto ben fatto.
Intanto però gli uomini che seguivano la donna erano entrati in casa e si erano sparpagliati, e fu chiaro allora che dovevamo scappare anche noi. E la donna? I domestici? Ora non vedevo più nemmeno Roberto, ed erano già partiti i primi colpi. Quando mi trovai davanti al mio primo morto presi da terra la sua pistola e la puntai contro il primo uomo che mi venne incontro. Era un signore molto ben vestito, un po' avanti con l'età e con l'aria smarrita. Non aspettai di sapere se era armato, e gli sparai nel petto senza esitare.
Il colpo fece poco rumore ma l'uomo si accasciò. Era come se un gioco fosse finalmente finito, perché tutti smisero di sparare e non dissero niente.

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