20161202

#1478

A Los Angeles lo sanno tutti: è una casa in legno su tre piani alla fine del Miracle Mile verso Fairfax, e al suo interno sono ancora gli anni '50. Non solo ogni oggetto, ogni mobile e ogni altro arredo, né semplicemente ciò che è contenuto in ogni cassetto, credenza o scansia, ma tutto: l'aria, le persone che vengono in visita e il tempo che vi strascorrono all'interno. Qui dentro il 2016 si interrompe, ed è un anno imprecisato tra il 1950 e il 1959, il fatto è noto a tutti.
Quello che non sappiamo è se sia possibile acquistare qualcosa, come sembrerebbe logico a L.A., oppure tutto debba essere lasciato lì dove lo troviamo. Nel dubbio prendo quattro pacchetti di sigarette, anche se, malgrado i miei dollari siano adesso validi per l'anno in corso qui dentro, non so a chi pagarle.
Quando scendiamo lo scalone verso la strada, il tempo riprende a scorrere più velocemente, tanto che i nostri volti impallidiscono e smagriscono per il cambio epocale fino a sembrare una maschera di Halloween. Sarà per questo che tutti ci guardano male? O è per la storia delle sigarette?
Meno spiegabile è perché tutti impallidiscano come noi, e soprattutto perché si muovano tutti in coppia e, simili a gemelli e altrettanto identicamente tra loro vestiti, imitino i nostri movimenti, in un gioco di specchi infinito e alquanto macabro.
Quando svoltiamo sul boulevard tutti svoltano con noi, quando allunghiamo il passo tutti lo allungano come noi, e quando scappiano scappano anche loro. O piuttosto ci inseguono?

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