20100304

#76

Certo che ricordo tutto, come potrei dimenticare? Carla era davvero molto carina, ma era a Roberta che io puntavo, anche se era di un paio d'anni più grande sia di me che della sorella. Quel giorno come al solito io e Carla tornammo da scuola insieme, ma quando arrivammo davanti casa mia lei si sedette sul muretto che divide la strada dal giardino ed io la baciai. Mi si avvinghiò addosso stringendomi le gambe attorno ai fianchi, e danzammo per un po' così, goffamente, continuando a baciarci e a ridere. Una decina di minuti dopo passò Roberta, che come ogni giorno tornava in auto dal lavoro. Accostò e ci fece salire, io davanti e Carla dietro. Si accese uno spinello e lo fece girare. Ricordo perfettamente quando fummo superati da un'auto della polizia e allora scivolammo tutti e tre sui sedili tentando di nasconderci; quando riemergemmo la volante stava facendo inversione - ma solo per seguire, chissà perchè, un carrattrezzi che veniva in senso contrario. Sghignazzammo per un po'. Allora presi il coraggio a due mani e le invitai su da me, dato che i miei non sarebbero tornati prima di sera. La cosa odorava di trasgressione, così iniziammo a ridere di quella risata ebete e senza fine che accompagna sempre i momenti come quelli, e Carla e Roberta restarono in auto mentre salivo ad assicurarmi che il campo fosse libero. Un'auto sportiva arancione con i finestrini oscurati percorse molto lentamente la strada mentre attraversavo il giardino.
Contro ogni previsione mia madre era rientrata più presto ed era già a casa, così mi ci volle un po' prima di poter scendere con una scusa ad avvertire Carla e Roberta (non esistevano ancora i telefoni cellulari). A quel punto erano state già ammazzate. Roberta era seduta al suo posto, la testa riversa sul sedile, il volto sporco di sangue ed un grande foro nero al centro della fronte. Carla invece aveva provato a scappare, ed era stesa a terra sulla schiena in una posizione scomposta ma elegante, lo sportello aperto, una gamba ancora nell'abitacolo, il vestito bianco appiccicato addosso per via del sangue, che la ricopriva interamente come un lungo lenzuolo rosso.

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