20080716

#31

“E poi,” riprese il professor Sirgundottir dopo una lunga pausa non necessariamente voluta, “tra il 2007 e il 2008 dev’essere successo qualcosa che ha cambiato totalmente le cose.”
Alle sue spalle ricostruzioni tridimensionali e abbastanza plausibili dell’Islanda del XXI secolo venivano proiettate a velocità supersonica, in modo che tutti i partecipanti al convegno potessero memorizzarle senza difficoltà. Erano immagini di un paese sconosciuto e primitivo, eppure di una bellezza sconvolgente, quasi terrificante. Nessuno di certo le avrebbe più dimenticate.
“Vorrei dunque sottoporre alla vostra attenzione alcuni componimenti di musica indigena registrati proprio in quei due anni. I supporti originali erano digitali, per cui un certo deterioramento è stato inevitabile e mi scuso per la qualità dell’audio. Ascolteremo ora di seguito Libraries dei Seabear, Rhuubarbidoo dei Mùm e Gobbledigook dei Sigur Ròs.”

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