20191101

#1997

C'è fermento, tra i lottatori turchi.
Giovani tra i 15 e i 25, perfettamente torniti, oleati, pelosi, baffuti cui la vita ha dato in sorte tutto, non da ultima la possibilità di decidere cosa fare della vita stessa.
Aspettano di risolversi per l'una o l'altra strada sulla soglia della palestra affacciata sulla riva del fiume, e quando tutti sono andati via due soli rimangono a discutere se sia più sensato restare con Nicola II, di stanza in città, o accogliere questo Napoleone come soccorritore, difensore, liberatore.
"La logica vorrebbe che tenessimo per Nicola," con accento locale, "è già qui e di danni ne ha ormai fatti tanti che a cacciarlo ne farebbe ancora di più".
"Ma il Bonaparte è forte assai," ribatte l'altro con cadenza di una zona vicina ma non confinante, "e se ci avesse come complici all'interno si chiuderebbe tutto in poco tempo."
"Il pugno da dietro," cita il primo.
"Una tattica infallibile," chiosa l'altro.

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