20191028
#1996
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cornelius
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#1995
Quel dolore aveva avuto quantomeno il merito di fargli sentire che possedeva effettivamente un piede: ne sentiva ora tutte le ossa, i tendini, perfino le vene, e fu costretto a rivalutare l'esistenza di quella parte del corpo così utile e così spesso sottovalutata.
Se i piedi stanno bene, dicevano, sta bene tutto il corpo.
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cornelius
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#1994
Da quanto tempo non vedevo quelle reliquie del mio stesso passato?
Grazie a Danilo erano ora tutte ammassate ordinatamente nell'enorme portabagagli della vecchia Simca familiare bordeaux, anch'essa un pezzo di quella parte della mia vita che pensavo andata per sempre.
Diari pieni di foto, scenografie smontate, quadri tridimensionali.
"L'auto non va più," fu l'unico commento di Danilo. "Ma l'impianto elettrico funziona, e se ci monti un motore nuovo magari riesci anche a rimetterla in strada".
E a portarti via tutta questa merda, dissi tra me e me.
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#1993
La vedova dell'architetto, che era ancora una bella donna, viveva al piano terra della casa progettata apposta per loro dal marito. La casa è ora un museo, ed è aspettando mia moglie che, grazie a o per colpa della mia irrefrenabile curiosità, ho conosciuto la vecchia signora: avvolte in una vestaglia di seta a fiori non sembrava in nessun modo sorpresa di ricevere la visita di uno sconosciuto, malgrado i cartelli avvisassero chiaramente che quell'area del palazzo era interdetta al pubblico.
La grande porta a vetri satinati e decorati che chiudeva l'area privata del palazzo dal resto del museo era aperta. All'interno dell'enorme sala senza muri erano accumulati i tesori nascosti della collezione, pezzi unici di design mai messi in commercio, progetti di riviste mai realizzate, variopinti zaini di tartan e cordura messi sotto una teca, e su una chaise longue di velluto grigio lei, la padrona di casa in persona, le lunghe gambe abbronzate ancora lisce come quelle di un'adolescente, il buio tra le cosce pericolosamente in agguato mentre, un ventaglio in una mano e un cocktail nell'altra, mi guardava in compiaciuto atto di sfida.
All'esterno, intanto, mia moglie era uscita dal bagno e vagava nell'atrio tra gli altri visitatori, cercandomi disperatamente.
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20191018
#1992
Un cappello lo aspettava all'uscita. Era un fedora marrone, artigianale e di fattura antica ma praticamente nuovo, non sapeva di chi fosse ma restava sull'appendiabiti giorno dopo giorno senza che nessuno lo prendesse mentre andava via o che ne reclamasse il possesso. E dato che da lì a pochi giorni lui stesso sarebbe uscito da quella porta per l'ultima volta dopo dieci anni e un mese, e che quel cappello era un modello ideale da calcarsi sulla testa per andarsene da soli verso un nuovo orizzonte, decise infine di farlo suo.
Di qualsiasi maledizione del fedora, o dei posti vietati ai portatori di quel particolare taglio, ovviamente non sapeva ancora nulla.
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#1991
Non sono fermo: mi sto solo muovendo contemporaneamente versi tutti e quattro i punti cardinali.
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#1990
All'inizio il sapore del medicinale gli dava parecchio fastidio, era amaro e allappava, lasciando una patina bianchiccia e appiccicosa che necessitava di grandi flussi d'acqua per essere mandata via.
Ma ora che la cura era quasi finita ci aveva preso quasi gusto, e di tanto in tanto faceva qualche nuovo risciacquo per il puro gusto, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, giusto per sentire di nuovo quello strano e perturbante sapore.
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#1989
Dormire su Keplero 16b è un'esperienza tutto sommato piacevole. Ora le stanze della stazione sono arredate in modo più confortevole, e nonostante i soliti suoni provenienti dall'esterno, e le pericolose presenze che riescono a intrufolarsi all'interno, si riesce a dormire quasi una notte intera. (Che poi vuol dire sei ore).
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cornelius
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