20180702

#1924

Mi colpiva, anche se non mi stupiva, che mio padre si vergognasse della sua vecchiaia. Dopo una vita spesa a fare del suo corpo un tempio, ora la sia fede stava venendo inesorabilmente a mancare, la sua chiesa stava rapidamente crollando, la roccia su cui era stata costruita ormai ridotta a un sasso buono solo—ad averne ancora la forza—per essere lanciato lontano.
Mentre girava per casa seminudo—l'imbarazzo per il suo fisico cadente superato solo dalla totale disillusione—mi chiedevo se sarebbe stato lo stesso per me, quando fosse venuto il mio tempo: se, come pio padre in questo momento, sarei andato in giro per le stanze del mio passato davanti agli occhi di mio figlio alla ricerca di qualcosa che immaginavo perduto.
"Questo è il mio cuscino," disse infine con aria trionfante, dopo avermi sottratto quel che stava cercando.
Anche se ero steso a letto, lo fissai da una posizione di scomoda superiorità.
"Me l'avevi prestato per la mia cervicale," gli ricordai.
Era delusione, quella che vidi sul suo volto? O una forma di sollievo?

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