20180613

#1918

Cominciò a girare una voce, nel condominio, sull'inquilino del quarto piano: che fosse lui l'esecutore della musica che ascoltava compulsivamente a ogni ora del giorno e spesso anche della notte. Forse addirittura l'autore. (Erano composizioni per chitarra classica che nessuno aveva mai sentito prima—non che fossimo tutti esperti, ma almeno Shazam ne sapeva quanto noi, ovvero nulla).
In questo scenario fantastico, anche la cicatrice sulla fronte prendeva un significato inaspettato e affascinante: era ovviamente il segno lasciato dalla pesante custodia del suo strumento quella volta che gli era caduta in testa dal ripiano dove la teneva per ripararla dalle involontarie attenzioni della donna delle pulizie. Era per questo che aveva perso la capacità di suonare, il trauma si era portato via ogni talento, ogni memoria di tutto il suo sapere musicale. Ma non il piacere dell'ascolto, divenuto ormai nostalgia tremenda, terribile ossessione.

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