20180501

#1904 (Wódka Szymborska #10)

Mando giù un altro spicchio di mandarino
che viene da quella che qualcuno
ancora si ostina a chiamare Terra Santa
ma che di santo non ha più niente,
e penso improvvisamente
che il suo contenuto
il succo, il sapore, il colore,
sono stati nutriti con acqua rubata
usata per miracolare una terra sterile,
proprio come in una storia della Bibbia,
per far crescere piante da frutto
al posto di altre piante e altri frutti,
per nutrire il frutto di altri seni,
il latte di altre madri
le madri di altri figli
i padri di nuove genti
colonie di nuovi agricoltori
coltivatori di vecchi culture
e vecchi sentimenti mai sepolti,
asce mai sotterrate 
che tagliano tronchi
che mai più vedranno frutti,
e il gusto di questo frutto
mi pare improvvisamente più amaro
perché ha il sapore della connivenza,
perché alimenta l'impossibile convivenza,
e mi chiedo se quell'acqua rubata
attraverso questo spicchio mangiato
nutrendo il mio corpo 
non finisca per rodermi dentro,
goccia a goccia,
erodendomi da dentro,
come la goccia che scava la roccia,
come la roccia che non sono
e su cui fortunatamente
nessuno costruirà la sua chiesa

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