20180424

#1901 (Wódka Szymborska #7)

A meno che non stia salendo
o scendendo le scale,
quando cammino sono in grado
di fare molte cose.
Riesco a leggere un libro
e a rimetterlo in borsa.
Riesco ad ascoltare musica
a volte solo nella mia testa,
e nella mia testa 
altra musica riesco a comporre.
Riesco anche ad annusare la città,
respirare i rumori fino ad ubriacarmi,
e riesco a notare i particolari
di una scena in generale.
Della gente, 
riesco a indovinare i pensieri
a volte le direzioni
quasi sempre le provenienze.
Ai monumenti riesco a guardare
le punte dei piedi
sotto le gonne
le acconciature antiquate
le parole in calce.
Riesco a guardare le vetrine,
quel che mostrano,
quel che riflettono.
Riesco a stare attento al semaforo
e a urlare contro le auto
che non si fermano sulle strisce pedonali.
Riesco anche a restare in vita,
ma solo qualche volta.
E riesco a pensare alla spesa,
a quel che mangerò
e ai piatti da lavare
e al sabato di pulizie
e alla domenica di delizie
e alla settimana che verrà,
i mesi, gli anni,
un'altra vita e questa.
Se mi concentro riesco perfino
a vedere cose che non ci sono
che sono vere solo perché le penso
che sono belle solo perché le penso così.
E riesco a ricordarmi impegni,
ricorrenze e anniversari,
gli amici da vedere e quelli andati,
le cose da fare e quelle da non fare più.
Le bollette, l'affitto,
i piccoli debiti col mondo,
di tutto questo riesco a tener conto,
e di quel che scordo
riesco a perdonarmi,
perché mentre si cammina
è bene stare attenti ai propri passi,
a non dimenticare la strada di casa
le promesse chiuse dietro la porta
gli abbracci di stasera
i baci prima di dormire
le parole che ti leggerò.

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