20171222

#1827

In camera sua avevo visto quel libro battuto a macchina e rilegato artigianalmente, esattamente uguale alle decine che avevo io, e avevo capito che dovevo assolutamente scoprire se era lei ad averlo scritto.
Quando fu il momento di metterci a tavola feci in modo da sederle accanto e, senza guardarla, come se la cosa non mi riguardasse affatto o la stessi dicendo a qualcun altro, ma inequivocabilmente rivolto a lei, cominciai a chiedere: "Ti è già capitato di, il tuo lavoro è, o hai intenzione di, avresti voglia di, ti hanno proposto di, credi di essere brava a, pensi di non essere capace di, hai paura di, senti di essere nata per, sei famosa per, l'unica cosa che ti riesce bene è, nella vita non fai altro che, moriresti piuttosto di non poter, uccideresti se ti impedissero di, in questo momento preferiresti scrivere libri battuti a macchina e poi rilegati artigianalmente?"
Nel frattempo, come se avesse già capito dove volevo andare a parare, come se mi avesse già perdonato l'impudenza e mi avesse già scrutato nell'intimo, e come se fosse già d'accordo con me che quelle domande andavano fatte e che una risposta andava data, anche se di preferenza non verbalmente, aveva appoggiato la testa sulla mia spalla, e sentivo emanare da lei un'incredibile comprensione, una forma seducente e pericolosa di perfetta immedesimazione.

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