20171115

#1807

La sede era uno di quei vecchi palazzi nobiliari del medioevo un po' decaduti ma ancora imponenti, tipici del sud Italia, chiari e netti nella luce del mattino.
Provai ogni porta e finestra ma niente, ormai il convegno era iniziato e non m'era più dato d'entrarvi.
Miglior fortuna ebbi con il portoncino del cortile, dove le bancarelle dei cibi cotti si preparavano a ricevere i convenuti: il piatto forte sarebbe stata la polenta, che ogni banchetto declinava poi a suo modo, tradizionale o creativo che fosse, e già qualche oste cominciava a guardare l'orologio della torre per calcolare il tempo di cottura in base a quello della relazione che si andava intanto esponendo nella sala principale.
In uno stanzino che s'apriva sulla corte incontrai al fine i miei vecchi amici di strada, anche loro indaffarati nei preparativi per la festa che sarebbe seguita. E siccome per causa di un banale malanno d'uno della compagnia s'era reso vacante un posto da clown silenzioso, mi diedero quattro cenci colorati e, parrucca arancione e naso rosso, mi unii anch'io allo spettacolo, così da guadagnarmi ad ogni modo anche oggi il proverbiale tozzo di pane.

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