20161221

#1510

La prima volta che il padre aveva provato a coinvolgerlo nella – o, per meglio dire, a travolgerlo con la – sua esaltazione per lo sport fu a tre anni, gettandolo in una piscina piena di cloro e bambini schiamazzanti, da cui lui scappò urlando a sua volta come per sfuggire a un covo di zombie affamati.
Non pago, una decina di anni dopo il padre lo prelevò dalla sua isola di felice autarchia intellettuale e lo fece atterrare sul linoleum di una scuola di basket piena di ragazzi più bravi e soprattutto più alti di lui. Ricordava ancora con vago orrore la puzza di gomma e acrlico, l'afrore di spogliatoio, perfino l'odore dell'interno dell'auto nelle sere d'inverno sulla strada per la polisportiva.

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