20161216

#1500

L'ambientazione era perfetta, nell'inquietudine che emanava, per quel genere di trip: un largo corridoio nero, altissimo, con teli scuri al posto delle pareti e un'uscita lontana, là in fondo. E quella locusta (malata? impazzita? in ogni caso evidentemente fuori di sé) continuava a saltare da un punto all'altro, con l'unico apparente scopo di cadermi addosso il più spesso possibile.
Mia sorella, che aveva paura più per me che per altro, faceva di tutto per difendermi da quel martirio, ma non c'era modo ti tenere lontana la bestiaccia, di cui sentivo il pesante tonfo sul corpo ogni volta che mi si gettava contro.
L'ultimo attacco fu il più violento: stramazzato al suolo e impietrito dal terrore, sentivo il mostro colpirmi ripetutamente ma sempre nello stesso punto, le zampe e le ali ticchettarmi e sfarfallarmi nel palmo della mano (prudentemente protetta da un guanto da giardinaggio, che era ormai l'ultimo baluardo contro il mio incubo peggiore).

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