20161028

#1410/1411 (Due cortometraggi)

In preda ad altri pensieri scende dal bus alla fermata sbagliata. È su una sopraelevata, in una zona della città sconosciuta ma evidentemente periferica. Nota subito individui sospetti, a gruppi o solitari, e si finge occupato, come se aspettasse qualcuno o cercasse un luogo noto. Gli si avvicinano quattro adolescenti chiaramente malintenzionati.
"Non ho soldi," dice lui.
"Andiamo al bancomat," dicono loro.
Dopo una contrattazione che stupisce per primo lui stesso riesce a patteggiare e gli offre la cena. La trattoria è spartana ma dignitosa. Finge dimistichezza, gli rispondono con falsa simpatia. Alla fine del pasto vorrebbe volatilizzarsi, i bus cominciano a scareseggiare, la notte si avvicina. Ma quelli tornano improvvisamente seri e minacciosi.
"Allora," dice uno, "questo bancomat?"

Si guarda attorno nella carrozza della metropolitana. I tempi sono cambiati, i sospetti sono aumentati, l'aria è pesante e la sua barba non aiuta: teme continuamente che qualcuno lo prenda per un possibile terrorista. Vede nei loro sguardi il dubbio, affetta tranquillità ma si rende anche conto che questo è proprio l'atteggiamento di chi vorrebbe nascondere la propria tensione, e sa che è impossibile distinguere tra la paura di un onesto cittadino di essere scambiato per un terrorista e quella di un terrorista di venire scoperto. All'improvviso qualcuno comincia a fissarlo con terrore. Si sente urlare qualcosa in arabo, lui stesso ne è atterrito. Quando si volta l'attentatore è dietro di lui, e brandisce un fucile.

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