20160801

#1261/1262 (Due sceneggiature)

1.
Quattro famiglie rovinate da un incidente. Due coppie di genitori e una madre e un padre single, riuniti nella sala d'attesa del commissariato, infreddoliti nella notte, lividi dal dolore, in attesa di ulteriori notizie, aspettando di essere guidati all'obitorio per riconoscere i figli. Chi un po' se l'aspettava, chi non poteva che andare a finire così, chi è tutta colpa di quel disgraziato. Volano gli insulti, si rischia lo scontro fisico. Ma qualcuno non ci sta, bisogna ragionare, qualcosa non quadra, i conti non tornano. Si torna a casa pieni di dubbi, per non dormire. Nei giorni che seguono, passo dopo passo, comincia un'indagine parallela, quella della polizia chiusa con leggerezza, sulle note del cd che i ragazzi stavano ascoltando nel momento dell'incidente: è musica elettronica, forte, incomprensibile, e accompagna i genitori fin nelle viscere dell'inferno più inaspettato.

2.
Una madre e quattro figlie, sbaraccate dalla guerra, in cerca di pace, di una casa, degli amati. Arrivano in treno nella grande città del Nord occupata dalle truppe nemiche. La cosa più importante è trovare un cappotto che tenga calda la madre nella notte che le aspetta, è inverno profondo e qui al Nord si rischia di gelare. Ma nessuno le aiuta, c'è chi non capisce, soldati che ai suoi genti di spiegazione addirittura la deridono: "Vuol farsi suora?" si dicono nella loro lingua. "Sarebbe un gran peccato." Un sergente le cede il suo paltò, c'è un momento di calore umano, ma quando il suo superiore scopre il fatto lo costringe a riprendersi il cappotto. Il giorno avanza, le ricerche continuano, negli ospedali cadenti, nei cimiteri improvvisati per la strada. Tutto in un giorno, e la notte si avvicina.

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