20160510

#1122

Non erano vere orecchie da coniglio, ma la padrona dell'enorme cavallo gliele aveva applicate con molle e bende fino a farlo sembrare un orribile ibrido fuggito da una fiera o direttamente dall'inferno.
Si aggiravano per il mercato chiedendo gentilmente l'elemosina, ma l'aspetto di lui e soprattutto qualcosa nell'atteggiamento di lei mettevano decisamente a disagio: quando scese dal vistoso quadrupede e si avvicinò alla locanda dove stavamo mangiando, guardò verso il tavolo e ci fissò tutti come se avesse ritrovato dei vecchi compagni. Poi, accennando all'essere mostruoso là fuori, ci disse che avrebbe mangiato volentieri un cestino di pane, dato che era l'unica cosa di cui si nutriva.
Certo, dissi io rivolto direttamente all'ostessa, pagare un altro cestino di pane per quella povera bestia non ci costerà molto di più.
Quando, dopo i nostri giri, passammo di nuovo davanti alla mensa, la donna era seduta al nostro tavolo, e pucciava il pane nella minestra del giorno, sorridendoci in segno di riconoscenza.

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