20160323

#1051 (Le altre mosche #9)


DI COME VICTOR RAFELIO, ORFANO D'AMORE, PASSÒ IL GIORNO PIÙ LONTANO DELLA SUA VITA

La prima cosa che notò fu la finestra accostata, con la serranda semischiusa e le tende tralucenti.

1. L'ASSANZA
S'era svegliato in un letto non suo, in una camera non sua, in definitiva non sua nemmeno la città.
Il posto accanto al suo era vuoto, ma qualcuno quella notte lo aveva tenuto in caldo.
Almeno era di nuovo vestito.

Ora la lama di luce della finestra aperta tagliava la stanza in due.

2. LA STANTE
Doña Alba, anziana matrona, aveva preparato del caffè e delle ciambelle strane che chiamavano 'medialunas'.
In città tutti parevano conoscerlo.

Sembrava un velo che dal blu tende al grigio fosse calato sulla finestra.

3. I SACCEVOLI
Doña Ines, fignia di Doña Alba, gli aveva raccomandato di restare a letto. Tutti, in paese, sapevano quello che Victor aveva passato la sera prima e, a meno che non avesse un santo in Paradiso, non gli conveniva andarsene in giro senza nemmeno sapere chi fosse.

Cosa vedeva oltre la finestra, quella notte?
Niente.

4. LA PREMONITURA
Il cuore di Victor batteva ormai solo per Doña Ines, che sarebbe rientrata alle nove. 
Il vapore del suo respiro annunciava, nella stanza umida, sua passione e timore.
L'amore è inverno, pensò. Inverno all'infinito.
E la finestra era di nuovo accostata.

No comments: