20160202

#950

Ormai avevamo circa seimila euro sul conto e dovevamo spostarci di nuovo prima che i giornalisti ci trovassero.
Mentre tiravo giù le ultime cose dal letto a castello, Mina uscì dalla camera e poi rientrò subito, gli occhi bassi e i capelli smossi, mormorando "oh, no" proprio come in un film di pessima qualità.
Dalla cucina sentii la voce di mio padre, calma e imperiosa come sempre. I suoi uomini stavano già frigando tutto l'appartamento e lui venne a sedersi su uno dei materassi, guardando prima me poi la spada poggiata al muro, chiedendosi forse che nome avevamo adottato questa volta. La lama era avvolta nel cellophane.
"Non è che non mi piaccia," cercai di spiegare leggendo la sua delusione. "È che è troppo lunga e sottile, e nel combattimento corpo a corpo è un po' un'ostacolo. Me ne serve una più corta e magari più larga."
Ma vedevo dalla sua posizione che si chiedeva dove avesse sbagliato con me.

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