20151219

#892

Ne avevano restaurato la casa, ricostruendo gli ambienti dopo un lungo lavoro di attenta ricerca, e avevano poi inserito in ogni stanza un robot che ne replicava le molteplici attività, come per esempio quella in cui vestito da quacchero batteva la lama di una mannaia su un grosso tavolo di legno.
Ma il pezzo forte era sicuramente il complesso automa che ne reinterpretava la declinazione di spadaccino: infilato a lato di una sorta di grande letto – all'altro lato del quale poteva mettersi il visitatore di turno – era capace non solo di tirare di scherma reagendo ai colpi dell'avversario e prendendo pericolosamente l'iniziativa, ma anche di parlare (la voce dell'adolescente mitomane che era stato) rispondendo alle domande del pubblico con tono ogni volta adeguato alla conversazione, e muovendo occhi e labbra in modo che difficilmente si sarebbe potuto dubitare che fosse di nuovo tra noi.

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