20151118

#846/847 (Le nuove mosche #136/137)


MAR VERO

E stava lì, capisci? Stava lì a fissarmi come uno di quei cagnolini che pare sempre che qualcuno li abbia pigliati a calci nel culo... E non fiatava, stava lì e mi fissava senza dire una parola, mi segui?
Poi chiude gli occhi e mi fa... mi fa, dice: "Cicca!"
Capisci? Cicca, dice. Voleva solo una fottutissima sigaretta del cazzo!


MAR CORTO

Fingevo con tutti. Mi tiravo addosso il biasimo di tutto il mondo conosciuto, professandomi contrario a qualsiasi morale e interpretando parti che mi trasformavano, agli occhi della gente, nell'esempiio più immondo di quel che un essere umano poteva diventare.
Un po' lo facevo perché, non importandomi del loro giudizio, potevo permettermi di vedere fino a che punto si sarebbe spinta la loro paura moralista; un po' perché adoravo il disappunto che provavano nel constatare, da fonti esterne, che erano infallibilmente in errore.
Ma soprattutto lo facevo perché mentire, per una volta a mio sfavore, mi permetteva di vivere un genere di sensazioni che la comune condotta piccolo borghese cui ero destinato non prevedeva.

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