20150921

#754

Trasferito con la famiglia nella sua nuova unità abitativa (all'interno di uno di quei complessi multi condominiali che in questa parte della Cina tutti chiamiamo 'parchi', e che hanno struttura proteiforme di una città nella città) il bambino ci mette poco a diventare un esperto del reticolo di condotti e passaggi più o meno segreti che si aprono nelle viscere degli edifici e che attraverso i muri portanti collegano cantine e appartamenti, soffitte e fondamenta.
In sella alla sua bmx percorre tutte le strade possibili, lungo i vicoli, incrociando per i cortili, addirittura scalando i cumuli di macerie che nessuno ha portato più via dall'ultima guerra. Non ci vuole molto a diventare inviso all'esercito di combattenti in divisa che, un grado sopra l'altro, abitano invisibili ogni possibile anfratto di questa zona del parco, risalendo la nomenclatura fino alle suites dei piani alti, dove il boss nerovestito, scuotendo una mano che stringe contemporaneamente una sigaretta e un mandarino (non ha mai bisogno di impugnare una pistola), fa cenno ai suoi di lasciarlo andare, per questa volta.
La linea delle truppe già schierate indietreggia come un sol uomo dietro le finestre e dentro le grandi stanze di calcestruzzo sventrate. Lo sguardo di un luogotenente è come una folgore, una freccia che si ficca a scopo dimostrativo nel muro dietro al bambino, passando proprio accanto al suo collo.

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