20150826

#709

Le pennellate grasse e larghe (che siano state dete con un pennello lo dicono le sottili linee parallele che si affiancano centimetro dopo centimetro all'interno degli alti bordi di colore) seguono in un tormentato ingorgo di costrizioni quelle che disegnano i rami nervosi e i fiori sgraziati, e solo quando escono da questo loro intrico sembrano finalmente libere di dirigersi dove sono destinate, in una confusione aerea come di piume soffiate dal vento, disordinatamente una dopo l'altra a riempire la tela come vero soggetto dell'intero dipinto, che la parte per così dire più formale—descrittiva e connotante in modo fastidioso e invasivo—copre e interrompe di continuo fino ai confini del quadro. È questa l'idea che giorno dopo giorno si è fatto Ferber del ramo di mandorlo fiorito cui Van Gogh ha dato vita in apparenza solo perché venisse messo in mostra in questo museo, dove lui si recava a guardarlo ormai quotidianamente.

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