20150824

#705/706 (Le ultime mosche #70/71)


DOPAMINE

La stanza doveva essere stata lasciata in gran fretta, perché i bicchiari. quasi pieni, erano ancora sui tavolini, e una giacca e uno zaino da viaggio osostanvano su una delle poltroncine rosse imbottitte. I muri, rossi anch'essi, brillavano di una luce instabile, come durante un bombardamento auereo.


BENZINE

Capisco da dove sei partita, e dove vuoi arrivare—le disse il grossissimo, enorme Bangòr, che aveva assunto tutto l'aspetto di un potente mago, malgrado i vestiti logorti e il terribile accento delle Terre di Pietra—ma se decidi di seguirmi si fa a modo mio.
Azùl, che in realtà era una regina, sembrava piccolissima. Si strinse ancora di più nel cappotto, annuì e lo seguì senza fiatare, fin dentro al bosco profondo.

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