20150114

#481 (Le mosche #120)


CIECHI MA BUONI

Chi era vivo inciampava nei corpi di chi era morto. La valle fiammeggiava di cadaveri bolliti di follia, carbonizzati dagli eventi, folgorati dall'avvento della morte. Braccia alzate e fumanti, volti obliqui e lamenti di capra, lance come capelli ritti sulla terra in cui erano piantate. I morti spuntavano dal suolo e lo coprivano col loro ricordo annerito e putrefatto.
Dalle cime, il condottiero straniero troveggiava sul cimitero con la battaglia perfetta ancora nella testa, e una testa infilata sulla punta della lancia.
Chi era vivo, semplicemente non era ancora morto.

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