20141128

#459 (Le mosche #109)


STRATISFACTION

Attesi il treno invano. Poi lo persi. Ma non fu come perdere semplicemente un treno. Per me significava perdere un'occasione insostituibile, perdere la vita. Continuai ad attendere che arrivasse qualcosa a presagire il ritorno, ma ottenni vento e strani incontri. Casa non era mai stata tanto lontana. Non so quanto restai fermo a dondolarmi e a farmi scendere la notte addosso, forse secoli, perché quello che arrivava sul binario 16 era il treno più bello che avessi mai visto. Sbuffò di pulito e aprì silenziosamente le sue porte come bocche mosse dal fiato. Mi inghiottì dolcemente in un clima amniotico, di luci boreali e respiri no-smoking, sedili blu morbidi come mamme e pareti trasparenti (volti allegri, attraverso, calmi, come se avessero spodestato l'ansia e l'insoddisfazione). Le porte scorrevano soffiando e sparendo nel nulla. Tutto era nuovo, perfetto, pulito, sano. Non lo sapevo, ma in quella stazione avevo aspettato trentasette anni.

No comments: