JET CLUB
Lo chiamavano Biela (il bianco) perché dicevano che la madre lo aveva concepito con uno del nord, non con uno zingaro. Le donne impazzivano, si scaldavano e crollavano al suolo nel campo di terra addobbato per il suo ritorno. Ballava come Rodolfo Valentino, col coltello in bocca e quel suo strano cappello straniero. L'unica che gli tenesse testa era Ivna, rossa in faccia come un papavero, capelli d'erba e profumo d'oriente, che danzava come per fare l'amore col diavolo. Biela se ne innamorò, ma il destino l'aveva già promessa a una morte prematura.
20141031
#436 (Le mosche #97)
Pubblicato da
cornelius
a
03:32
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment