20141031

#436 (Le mosche #97)


JET CLUB

Lo chiamavano Biela (il bianco) perché dicevano che la madre lo aveva concepito con uno del nord, non con uno zingaro. Le donne impazzivano, si scaldavano e crollavano al suolo nel campo di terra addobbato per il suo ritorno. Ballava come Rodolfo Valentino, col coltello in bocca e quel suo strano cappello straniero. L'unica che gli tenesse testa era Ivna, rossa in faccia come un papavero, capelli d'erba e profumo d'oriente, che danzava come per fare l'amore col diavolo. Biela se ne innamorò, ma il destino l'aveva già promessa a una morte prematura.

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