20100222

#73

Il suo collega lo stava letteralmente squadrando, come del resto ogni mattina.
L'uomo che in passato aveva confermato i suoi sospetti con dichiarazioni del tipo "che se ne tornino a casa loro sui cammelli" e "se vi dò l'impressione di star diventando frocio sparatemi nella nuca" lo stava fissando, presumibilmente chiedendosi come fosse possibile che lavorassero per la stessa azienda, nello stesso edificio. Nonostante la stima per il suo lavoro e la sua cultura, l'uomo che votava Forza Italia, l'amico dei primari e dei costruttori, il collega che ogni pausa pranzo usciva a giocare a tennis con gli imprenditori ed i politici stava fissando il suo piercing di metallo, che gli perforava il lobo sinistro.
"L'ho fatto come segno di appartenenza," stava cercando di spiegargli lui. Ma il collega continuava ad osservarlo senza capire, come se lui fosse una brutta strana pianta da balcone.
"Mettiamola così," riprese allora lui. "L'ho fatto come gesto di non appartenenza."
E poi, vedendo che l'altro era sempre più confuso: "Perchè sia chiaro che non appartengo alla tua categoria, che non sono della tua gente, che non vengo dallo stesso posto da cui vieni tu e che certamente non vado nella stessa direzione. Sono molto più vicino ad una tribù pagana che al tuo popolo."

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